New York is an ugly city, a dirty city. Its climate is a scandal. Its politics are used to frighten children. Its traffic is madness. Its competition is murderous. But there is one thing about it — once you have lived in New York and it has become your home, no other place is good enough.
Non siamo rimasti abbastanza a lungo a New York da chiamarla casa, ma la settimana che abbiamo passato lì con le nostre famiglie ce l'ha resa decisamente più amichevole di quanto John Steinbeck la descrivesse.
Per i dettagli magari rimanderemo ad un altro post, per il momento ci accontentiamo di una manciata di ricordi:
- la "banda" al completo a ricordo delle belle giornate passate tutti assieme
- i posti e le viste preferite: il colpo d'occhio dalla cima del Rockefeller Center, perché, New York è verticalità; lo skyline notturno da Brooklyn, perché per vedere bene una cosa devi allontanartene; il Greenwich Village col suo essere quasi fuori dal tempo
- Broadway per gli spettacoli teatrali (HairSpray, nel nostro caso), il Vanguard per il Jazz, e il MoMA per le altre arti
- il cibo, tanto e buono: Fleur de Sel, Peter Luger e Penelope in testa a tutti
- la neve e il vento (sì, Steinbeck sul clima aveva ragione)
Belli, loro!
RispondiEliminaCommento foto: splendida quella nottura (merito di Bea, dicono i beninformati), intensa quella mentre siete intenti a pappare (peccato per l'espressione da triglia di Adelio, per Giuseppe sparafleshato e per Francesca, un poco abbottonata).
RispondiEliminadue sole note:
RispondiEliminanella foto di gruppo mentre Maurizio veste di autoctono Bailo il figliolo già sfoggia acquisti North Face;
nella foto a tavola mentre tutti appaiono quasi al meglio il nostro di cui sopra è ottenebrato dal cibo
...Gio è sempre un maestro nel cogliere il meglio!
anonimo
bevitore
trentino.