25 gennaio 2016

Tre mesi fa - PRIMO GIORNO DI SCUOLA - Reception


Non riuscivo ad abituarmi a quel cielo: chiaro di qua, scuro di là.
La mia casa non è grande, un quadrato di 70 mq, possibile che il cielo fosse azzurro fuori dal salotto, e grigio e minaccioso fuori dalla stanza da letto. E io come dovevo vestirmi, e le bimbe? Stivali e mantella? Maglioncino e scarpe da ginnastica? Monopattino o passeggino con telo pioggia? Ma poi era il cielo davvero il problema oppure ci si nascondeva altro. Perchè quel cielo, o farei meglio a dire, questo cielo, era anche capace di bellezza. Si tingeva di grigio scuro, quasi nero, però rimaneva luminoso, le nuovole a strati disegnavano paesaggi.


Comunque quella mattina non avevo scelta, non potevo indugiare oltre, bisognava uscire. Dopo un anno a Londra, C. iniziava la scuola, quella vera, obbligatoria, quella per cui bisognava arrivare in tempo, quella con le assenze, con piccoli compiti.
E così armate tutte e due di coraggio, con la piccola nel passeggino, uscivamo di casa. Per lei il primo giorno di scuola, e pure per me.
Mi sentivo ormai lontana dal piccolo ambiente protetto della nursery, dove ero arrivata l’anno prima e subito avevo conosciuto tutti i genitori. Era stata una delle cose facili del trasloco a Londra. Quella comunità di genitori, quasi tutti stranieri, mi aveva accolta subito, e portare C. a scuola era diventata la scusa per un caffè, una chiacchierata, una trasferta fino in centro in compagnia.
Questa volta mi pareva in salita, e non solo perchè la strada lo era, ma perchè era tutto nuovo, di nuovo.

E così, non per la prima volta, io e le bimbe partivamo verso qualcosa che non conoscevamo con quel misto di timore e entusiamo di chi in fondo sa che tutto sarebbe probabimente diventato anche questa volta bello, famigliare, facile, quotidiano, ma al momento faceva fatica a crederci.

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