08 febbraio 2009

La parola della settimana: furlough

La parola della settimana è furlough. Per una volta, l'origine è nordica e combina le parole fuori e lasciare. Ultimamente è diventata comune nel senso in cui è usata negli uffici di gestione del personale: l'aspettativa. O meglio, la cassa integrazione in salsa americana: stai a casa, non pagato, ben s'intende, per alcuni giorni lavorativi. Meglio che perdere il posto di lavoro, no?

In California, Schwarzenegger l'ha imposta ai dipendenti statali. Due venerdì al mese, come estrema ratio per provare a contenere un buco di bilancio da una 40ina di miliardi di dollari, che aumenta di conteggio in conteggio. Il taglio degli stipendi (10% in media) non farà contenti gli statali, che però se la passano meno peggio degli oltre 250,000 che hanno perso il posto nel settore privato nell'anno passato (e, a livello nazionale, i dati di gennaio sono stati terribili).

Intanto si spera su due fronti. Che a Sacramento, democratici e repubblicani superino le differenze ideologiche ("più tasse! meno spese!") per raggiungere i due terzi dei voti necessari per approvare il nuovo bilancio. E che a Washington Obama distribuisca qualche punto percentuale dello stimulus agli stati bisognosi.

2 commenti:

  1. Anonimo06:53

    Scusa l'ignoranza, ma per quale ragione la California ha questa sofferenza di bilancio (piu' significativa rispetto ad altri stati)?

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  2. Sembra sia una sfortunata combinazione di struttura fiscale (che fa dipendere troppo il gettito fiscale dall'andamento dell'economia e del mercato immobiliare in particolar modo), politiche di bilancio (che non accumulano nei periodi di grassa per far fronte ai periodi di magra) e norme costituzionali (che richiedono i 2/3 del legislativo per approvare il bilancio e che quindi sono vulnerabili ai ricatti di parte).

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