Hang loose, dudes!
Qui Lorenzo - codename Ghiro Mutandaro - e Stefania - codename Stefania -.
A noi l'ardito compito di narrarvi dei quattro giorni trascorsi in Arizona con Marco e Francesca, alla conquista della Monument Valley e del Grand Canyon. Non spetta a noi, tuttavia, l'onore dell'interlocutoria foto d'apertura, ma a colei che ha dato una ragion d'essere al nostro round trip.
A noi l'ardito compito di narrarvi dei quattro giorni trascorsi in Arizona con Marco e Francesca, alla conquista della Monument Valley e del Grand Canyon. Non spetta a noi, tuttavia, l'onore dell'interlocutoria foto d'apertura, ma a colei che ha dato una ragion d'essere al nostro round trip.
Non fatevi trarre in inganno dall'espressione alla Barney: e' andato tutto bene nonostante l'iniziale piovasco sul Grand Canyon e le occhiaie dovute alla veglia in difesa degli orsi feroci. "Feo, Fuerte y Formal", direbbe John Wayne. Lui non l'abbiamo visto. In compenso, l'indiana navajo alla guida della jeep con cui siamo penetrati nella Monument Valley, era stata soprannominata Crazy Horse dai nostri compagni ungheresi per il suo stile di guida a little bit aggresive.
Oltre alla guida sportiva, Crazy Horse si fara' ricordare per le sue illuminanti spiegazioni. Francesca era la piu' interessata del gruppo. Quando siamo giunti in una zona venerata dagli indiani per la presenza di un magnete particolarmente potente, il quale emana qualche sorta di potere mistico attraendi su di se' alcuni metalli, ferro e non so che altro ancora, la Nostra ha azzardato: "e' umido per il fatto che in questo punto l'acqua non si asciuga mai?" "No, credo piuttosto sia per la pipi' di cavallo fresca", ha replicato Crazy Horse. Da allora nessuna le ha piu' chiesto nulla.
Cavalli a parte, si dice che la Monument Valley ricordi il paesaggio alienante di una battaglia su Marte. Sono posti incredibili (al plurale, perche' e' impressionante la varieta' di paesaggi e microclimi), in cui si mescolano colori improbabili, spazi sterminati e forme enigmatiche (tra le altre, c'e' la roccia che ricorda il Frankenstein dormiente e quella dedicata al sottomarino in emersione, fate un po' voi).
Il giorno successivo, il Grand Canyon ci ha riservato un'accoglienza meno calorosa. Inizialmente, tanta e tale era la nebbia, che si scorgeva a stento il limitar del precipizio. Fortunatamente con il passar del tempo, la situazione metereologica e' volta decisamente al bello, cosicche' abbiamo potuto gustare il paesaggio nella sua interezza, oltre a (farci) scattare molteplici foto. In quella che compare qui sotto, si nota Stefania nell'atto di mollare un poderoso colpo di tacco al posteriore di una tedesca accucciata alle nostre spalle (ammirevole l'abilita' del fotografo nel riuscire a camuffarla; zoomando noterete al massimo un polpaccio bello grassoccio).
Oltre a questo, pero', pregustavamo gia' l'ebbrezza di una camminata nel vuoto: sulle guide avevamo letto di un ponte trasparente che si allungava nel Canyon, e che era percorribile a piedi. Lo skywalk. Ma avevamo sbagliato qualcosa: arrivati sul posto, abbiamo scoperto che il nostro obiettivo si trovava suppergiu' a 250 miglia da noi. Pazienza. La sera ci aspettava quello che veniva presentato come lo show serale delle 20.30 nell'anfiteatro del Canyon . Nella pratica questo si e' tradotto in una serata attorno al falo' ad ascoltare i racconti di ranger Bob. L'esordio e' stato: "Questa sera parleremo degli anni della Grande Depressione per il corpo dei rangers dell'Arizona". Ecco, in quel momento Francesca ha sfoderato l'espressione di inizio post.
In chiusura, alcuni consigli.
Sembra ormai superfluo sottolineare quanto possa essere ingenuo porre domande azzardate alla vostra guida turistica. Ricordatevi, piuttosto, di valutare con attenzione le condizione meteorologiche prima di comprare gli orribili k-wai targati Gran Canyon. Potreste trovarvi sotto un improvviso sole battente come tre pulicini abbindolati dal venditore che aveva garantito pioggia battente per le prossime 24 ore.
Quando siete in Arizona, non chiedete mai del milk per colazione ad un indigena. Dovrete riperle per almeno 5 volte che e' proprio il latte che volete, e nei casi piu' estremi dovranno intervenire altre persone (meglio se i vostri cugini) a ribadire la cosa.
Leggete bene le guide, in modo da non cercare ponti trasparenti laddove non ce ne sono.
Le serate con ranger Bob possono essere molto piacevoli. Meglio se ci andate vestiti pesante e state particolarmente attenti a non fare entrare alcuna farfalla nei vostri jeans.
Se seguirete questi semplici trucchi, il selvaggio west si presentera' a voi in tutto il suo splendore.
Cavalli a parte, si dice che la Monument Valley ricordi il paesaggio alienante di una battaglia su Marte. Sono posti incredibili (al plurale, perche' e' impressionante la varieta' di paesaggi e microclimi), in cui si mescolano colori improbabili, spazi sterminati e forme enigmatiche (tra le altre, c'e' la roccia che ricorda il Frankenstein dormiente e quella dedicata al sottomarino in emersione, fate un po' voi).
Il giorno successivo, il Grand Canyon ci ha riservato un'accoglienza meno calorosa. Inizialmente, tanta e tale era la nebbia, che si scorgeva a stento il limitar del precipizio. Fortunatamente con il passar del tempo, la situazione metereologica e' volta decisamente al bello, cosicche' abbiamo potuto gustare il paesaggio nella sua interezza, oltre a (farci) scattare molteplici foto. In quella che compare qui sotto, si nota Stefania nell'atto di mollare un poderoso colpo di tacco al posteriore di una tedesca accucciata alle nostre spalle (ammirevole l'abilita' del fotografo nel riuscire a camuffarla; zoomando noterete al massimo un polpaccio bello grassoccio).
Oltre a questo, pero', pregustavamo gia' l'ebbrezza di una camminata nel vuoto: sulle guide avevamo letto di un ponte trasparente che si allungava nel Canyon, e che era percorribile a piedi. Lo skywalk. Ma avevamo sbagliato qualcosa: arrivati sul posto, abbiamo scoperto che il nostro obiettivo si trovava suppergiu' a 250 miglia da noi. Pazienza. La sera ci aspettava quello che veniva presentato come lo show serale delle 20.30 nell'anfiteatro del Canyon . Nella pratica questo si e' tradotto in una serata attorno al falo' ad ascoltare i racconti di ranger Bob. L'esordio e' stato: "Questa sera parleremo degli anni della Grande Depressione per il corpo dei rangers dell'Arizona". Ecco, in quel momento Francesca ha sfoderato l'espressione di inizio post.
In chiusura, alcuni consigli.
Sembra ormai superfluo sottolineare quanto possa essere ingenuo porre domande azzardate alla vostra guida turistica. Ricordatevi, piuttosto, di valutare con attenzione le condizione meteorologiche prima di comprare gli orribili k-wai targati Gran Canyon. Potreste trovarvi sotto un improvviso sole battente come tre pulicini abbindolati dal venditore che aveva garantito pioggia battente per le prossime 24 ore.
Quando siete in Arizona, non chiedete mai del milk per colazione ad un indigena. Dovrete riperle per almeno 5 volte che e' proprio il latte che volete, e nei casi piu' estremi dovranno intervenire altre persone (meglio se i vostri cugini) a ribadire la cosa.
Leggete bene le guide, in modo da non cercare ponti trasparenti laddove non ce ne sono.
Le serate con ranger Bob possono essere molto piacevoli. Meglio se ci andate vestiti pesante e state particolarmente attenti a non fare entrare alcuna farfalla nei vostri jeans.
Se seguirete questi semplici trucchi, il selvaggio west si presentera' a voi in tutto il suo splendore.
BANG, BANG!
...sbaglio o faceva un pelo freddino? E soprattutto, che ore erano quando avete scattato la foto? La luce del sole e - soprattutto - la faccia di Stefania, lasciano pensare che fosse appena sorto il sole...;-)
RispondiEliminaSu QT dovresti scrivere, altro che blog e americhe!
RispondiEliminaCiao cugina romana. Bello sentirti anche qui!
RispondiEliminaAlle prime ore del mattino faceva decisamente fresco. Anche se il Gran Canyon e' noto per le centinaia (1000!) di morti ogni anno a causa del gran caldo e della fatica nel risalire.
Ma noi non abbiamo osato tanto.
Ci e' bastata la foto alle 9 del mattino.
Caro anonimo, spero che tu ti stia allenando con la dovuta serieta' per calcetto. A meta' settembre ricomincia la regular season, quindi meno vacanze in spagna e piu' lavoro duro.