1 anno fa
14 aprile 2007
gonz...ales
Foto cortesia di http://cagle.com/news/GonzalesFiresAttorneys/2.asp.
Questa amministrazione non finisce mai di meravigliarci (e così restituisco il favore agli autoctoni che ci prendevano in giro con queste parole durante il governo Berlusconi).
Questa volta, il centro, anzi l'epicentro, dell'ennesimo scandalo (detto Attorneygate) è il dipartimento di giustizia (DOJ), e, in particolare, il suo titolare, Alberto Gonzales. Il retroscena è il seguente. L'ordinamento giudiziario americano prevede 93 US Attorney (federal prosecutors). Il loro compito è rappresentare il governo federale in casi di criminal o civil law. Sono nominati dal Presidente e confermati dal Senato, e rimangono in carica per 4 anni.
E fin qui tutto bene.
Tra la fine dello scorso anno e i primi mesi di questo, 8 US attorney vengono dismissed (licenziati) e sostituiti con attorney ad interim. Il cambiamento, ovviamente, non passa inosservato. E presto iniziano le domande. Chi ha deciso i tagli? Su quali basi? Inizia, allora, il balletto delle risposte del DOJ. Ragioni di performance, sostiene il dipartimento. Ben presto si scopre però che in molti casi non mancano le motivazioni politiche: rifiuto di indagare esponenti democratici al tempo delle elezioni, o, al contrario, di "lasciare in pace" repubblicani. Gonzales dichiara di non essere al corrente della questione licenziamenti, ma viene contraddetto da documenti rilasciati dal DOJ da cui emerge la sua partecipazione ad almeno un meeting dedicato alla questione. Il Congresso richiede il rilascio di ulteriori documenti al DOJ e Casa Bianca, che (sorpresa sorpresa) scoprono di aver "perso" circa 5 milioni di e-mail, tra cui numerose relative alla questione. La settimana prossima Gonzales è atteso al Congresso per ulteriori spiegazioni: non avrà vita facile.
Dietro ai fatti contingenti della questione si nasconde una lunga battaglia costituzionale, tesa a ridisegnare la mappa del potere tra i vari rami dello Stato americano. Dopo gli anni del primo mandato Bush, nell'atmosfera di emergenza post 9/11, con il Congresso a stretto controllo repubblicano e sempre pronto ad avallare le decisioni del comandante in capo, la Presidenza ha conquistato nuovi e più ampi poteri. Ora, il Congresso di colore opposto prova a riconquistarsi spazi e competenze.
L'Attorneygate è esemplare da questo punto di vista: una norma del famigerato PATRIOT act stabilisce che gli Attorney nominati ad interim possono rimanere in carica per un periodo di tempo illimitato e che la loro nomina non richiede conferma del Senato. Manco a dirlo, i sostituti degli 8 licenziati vengono nominati sfruttando questo escamotage, che, di fatto, permette al braccio esecutivo di bypassare la conferma del ramo legislativo.
Con tanti saluti alla teoria del checks and balances.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
gonzales mi sa molto il solito capro espiatorio.
RispondiEliminaBruciato lui arrivederci e chi s'è visto s'è visto... un pò come in tutti i ***gate (ormai noti come ***opoli, dopo uno stupro nella traduzione dal greco peggio di me nelle versioni del liceo) qui in italia.