09 marzo 2006

Outing


Ebbene sì, lo devo confessare. Dopo essermi preso le reprimende del presidente dell'A.N.D.O. V.A.I. (Amici Non Danzatori Organizzati in Varie Associazioni Internazionali), mi sembra giusto rivelarlo pubblicamente. Oggi mi sono graduated insieme alla Fra e ad uno sparuto gruppetto di compagni di avventura, come ballerino swing in Jitterbug Lindy Hop style. Otto settimane di duro lavoro, ogni giovedì sera, dalle 6 alle 7:15 mi hanno ben impresso i rudimenti del charleston e del Jitterbug stroll: jockey position, jig walk, cross kicks, tandem, swing out, circles, swing turns, e chi più ne ha più ne metta.

Maestri e compagni di avventura meritano un paio di parole. Steve e Anna (Ena) i due insegnanti: insieme sulla bilancia equilibrano un lottatore di Sumo, ma hanno un'agilità, leggiadria, senso del ritmo e espressività da far invidia a chiunque. Guanita (forse) era l'improbabile sorella scarsa di Anna che ha sostituito in un paio di occasioni.
L'assatanata era una pazza scatenata lanciata su mille danze iper-competitiva, ti metteva addosso una pressione inaudita, minacciandoti con occhi furiosi in caso del più impercettibile errore nei passi.
Il piacione quarantenne presentatosi come super ballerino pieno di mosse e contromosse pericolosamente latineggianti si è però rivelato una scamorza nel temibile swing out dove si è guadagnato a pieno titolo il soprannome di "real men leave at 5" data la sua incapacità di lasciar andare la partner al quinto tempo come richiesto dal passo. Famoso anche per le continue domande su come si deve tenere il piede sinistro nel secondo tempo del terzo passo, se piatto o leggermente divaricato...
Il pazzo è comparso solamente nelle ultime lezioni (per fortuna), ma a parte l'inconsultezza dei movimenti, del tutto casuali ed esagerati, e la preoccupante fissità dello sguardo, non ha causato problemi.
C'era poi Patti, rassicurante infermiera del Cottage Hospital di Goleta: con lei sapevamo che nulla di male sarebbe potuto capitarci. La sua amica è invece meno fortunata e ha dovuto droppare il corso a metà causa infortunio in bici con conseguente lesione del ginocchio.
Nunu (forse, anche lui) d'origini israeliane, onesto ballerino, alle prese con la tesi di dottorato.
La svogliata era così soprannominata per l'aria di sufficienza con cui svolgeva i vari passi e la stanchezza atavica che la contraddistingueva. Ogni tanto intervallava passi di danza classica assolutamente fuori contesto.
Mai nel loro contesto due asiatiche di cui sempre mi sono fatto ripetere il nome, senza alcuna possibilità di capirlo e quindi memorizzarlo.
Ma per finire, dulcis in fundo, last but not least, rullo di tamburi, il rapper in tutta la sua maestà. Il mio vero alter ego, impedito come il sottoscritto nei movimenti, ma avvantaggiato dall'evidente frequentazione con la musica rap e i suoi ritmi. Svantaggiato invece, dai bragoni larghissimi e dalle scarpe numero 47 che ne impedivano un poco i movimenti. Ho subito capito che era colui che la Fede definirebbe "il fratello che non ho mai avuto", quando, alla prima lezione, in netta difficoltà sul triple step, veniamo ambedue chiamati in disparte da Steve e costretti a ripetizioni personalizzate. Perlomeno, dalla seconda lezione in poi, non abbiamo più avuto bisogno dell'insegnante di sostegno.

Scherzi a parte, è stato un piacevole diversivo, con una compagnia stranamente assortita ma simpatica. Chissà, magari ci tocca ripeterlo?

4 commenti:

  1. Anonimo06:41

    O Francesca è stata molto brava nel convincerti o tu sei più "coraggioso" di qualcuno che noi due conosciamo...pazienza per me...

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  2. Anonimo16:41

    Non lo dovevi scrivere! Ora sono quasi costretto a cedere anch'io!!!

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  3. Anonimo23:32

    Se l'aria di Santa Barbara permette agli uomini di cedere così facilmente, devo avvisare Bicio che ho già i biglietti dell'aereo in tasca!!!!

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  4. Anonimo03:59

    ma non vi vergognate alla vostra età...?????

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