Certo, nella politica americana, God è spesso presente, ricordato ed invocato (e in ogni caso, come dice Bob Dylan, è sempre on our side). Ma il God americano non detta leggi al Parlamento né ordina veti al Presidente. L'americano medio, poi, se guardasse alla vecchia Europa, farebbe fatica a capirla, confuso tra la Turchia, dove si manifesta in difesa di uno stato laico, e l'Italia, dove si celebra l'orgoglio cattolico.
E a degli italiani "in esilio" non spiacerebbe vedere la Chiesa e i cattolici impiegare le stesse risorse ed energie per promuovere interventi e politiche veramente a sostegno delle famiglie (altro che DICO): lavoro, servizi, giustizia sociale. Senza dimenticare che nel resto del mondo ben altre sono le preoccupazioni e le sfide: pace, pena di morte, etc. E per queste non ci sembra sia stata sprecata nessuna minaccia di scomunica...
Non ci resta che ricordare il cattolico Kennedy, che nel 1960 diceva:
I believe in an America where the separation of church and state is absolute--where no Catholic prelate would tell the President (should he be Catholic) how to act, and no Protestant minister would tell his parishoners for whom to vote--where no church or church school is granted any public funds or political preference--and where no man is denied public office merely because his religion differs from the President who might appoint him or the people who might elect him.(Testo integrale (inglese), audio)
I believe in an America that is officially neither Catholic, Protestant nor Jewish--where no public official either requests or accepts instructions on public policy from the Pope, the National Council of Churches or any other ecclesiastical source--where no religious body seeks to impose its will directly or indirectly upon the general populace or the public acts of its officials--and where religious liberty is so indivisible that an act against one church is treated as an act against all.
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