28 giugno 2007

Partenze

Oggi abbiamo fatto una piccola festa al lavoro per salutare una collega che se ne va.
Dopo aver lavorato per due anni, parte (fortunata lei) con una amica per un viaggio di 5 mesi on the road in Europa.

E` la prima persona con cui mi sono trovata a lavorare e mi ha aiutato in tantissime occasioni in questi miei primi mesi di lavoro.
Tra l'altro mentre studiava Golbal Studies a UC Santa Barbara, Jennifer ha trascorso 9 mesi in scambio proprio a Trento...e così le foto di piazza Duomo e del Bondone mi guardavano ogni giorno dalle pareti del suo ufficio.

Inaspettatamente, al momento dei saluti, mi sono commossa.

Credo che l'essere così lontana, circondata da persone che, per la maggior parte staranno qui sono qui solo per un periodo di tempo limitato (due anni, nove mesi, sei mesi ecc...) abbia cambiato la mia idea di "relazione".

Se da un lato, razionalmente mi sento abbastanza fredda riguardo a quello che mi posso aspettare dai rapporti umani qui (fatte alcune valide eccezioni), emotivamente invece mi attacco alle persone più di quello che credevo.

Beh, buon viaggio Jenn e salutami la vecchia Europa!

26 giugno 2007

fico

Il fico, anzi FICO, del titolo non è un caliente attore di Hollywood, ma, all'opposto, un freddo numero: il credit score assegnato ad ogni americano che possiede una linea di credito, vale a dire, una carta di credito, mutuo, prestito. Il numero è il risultato della combinazione di una serie di parametri (regolarità dei pagamenti, ammontare del debito, ecc.) e viene ricalcolato mensilmente sulla base dei dati raccolti da 3 compagnie di reporting (Equifax, Experian e TransUnion). Il numerino non solo viene usato dalle banche e compagnie delle carte di credito per decidere se, come e quanti soldi dare a prestito (con quali interessi, massimali, downpayment), ma viene anche consultato per decidere (non ci è chiaro quanto legalmente) se assumere una persona, se affittargli la casa, e così via.

Tutto semplice, allora: basta avere un buon FICO (pun intended :-)), no?

Peccato che gli americani abbiano un rapporto con le carte di credito totalmente diverso rispetto a quello cui siamo abituati noi. Qui non si paga il conto della carta di credito alla data di scadenza, ma ci si limita a fare un pagamento minimo (almeno il 2% della cifra dovuta). Sulla restante parte, le compagnie delle carte di credito applicano interessi al limite dell'usura (fino al 30%) e una serie di penali e balzelli degne di un feudo medievale. Il tutto garantito da un sistema completamente deregolamentato e da un sistema politico estremamente permeabile agli argomenti del grande business.

Le responsabilità dell'industria del credito (e la storia del suo sviluppo) sono state ben raccontate in un video di PBS, Secret history of the credit card. Rimarrebbe da esplorare la questione della responsabilità personale, ovvero di come così tanti americani spendano regolarmente ben al di sopra delle proprie possibilità, usando una moltitudine di carte di credito, pagando con le une gli interessi delle altre, e via dicendo, con l'effetto che, per molti, l'unica via d'uscita è quella, traumatica, della bancarotta personale. In un numero sorprendente di casi la spiegazione è quella del keep up with the Joneses: l'obbligo di tenere il passo coi vicini di casa (o con i propri desideri), avendo la macchina più grande e nuova, la moglie più ingioiellata, le vacanze più esotiche.

Ci abbiamo provato anche noi. Ma la giungla di fiori e piante che la vicina di sotto riesce a far crescere è decisamente fuori portata! Per fortuna l'investimento economico era stato limitato...

25 giugno 2007

Chi parte e chi resta...

E` con sentimenti contrastanti che leggo i post di Marci e di Nicoletta e Paolo. La loro esperienza in questo grande e contraddittorio paese è ormai alla fine...e invece per noi continua...salutateci l'Italia, noi vi terremo aggiornati su quello che succede qui.

22 giugno 2007

commencement 2007

Per la fine di quest'anno accademico, abbiamo deciso di intrufolarci in una delle cerimonie di commencement della classe del 2007, quella del college of Engineering.

La cornice, bellissima, era quella della laguna del campus allestita per le grandi occasioni: sedie bianche ben ordinate, servizio d'ordine ineccepibile, tendoni per le persone sun sensitive, passerelle per i disabili, le bandiere di tutti gli stati con cui UCSB ha programmi di scambio.

Il tutto ha avuto inizio, molto americanamente, col canto del national anthem, ed è proseguito seguendo il classico copione di queste cerimonie, esattamente come si vede nei film: il discorso del Chancellor (che ci è piaciuto), quello del rappresentante degli studenti (più vivace ma che non ci ha per altro particolarmente colpito), la prolusione del guest speaker, quest'anno, Adam Savage del Discovery Channel (ispirational come si conviene), la lunga processione degli studenti, in toga nero e cappello, chiamati uno ad una a ricevere la stretta di mano del Chancellor e il diploma, e, per finire, l'inno dell'università.

Come sempre, gli americani con le cerimonie ci sanno fare: giusto mix tra ufficialità e informalità, tempi agili e ritmo serrato, commozione e orgoglio per tutti. Insomma, una cerimonia piacevole anche per noi che non conoscevamo nessuno dei festeggianti.

19 giugno 2007

Tesoro...mi si sono ristretti gli Americani!

Notizia flash: mentre nel resto del mondo la statura media della popolazione si sta alzando, in America, in controtendenza, si sta abbassando. E come al solito è partita la caccia alla causa: cibo poco sano o poche camminate...probabilmente tutte e due e molto altro.

14 giugno 2007

S-P-E-L-L-I-N-G

All'inizio del mese c'è stato uno dei grandi eventi "sportivi" americani: lo Scripps national spelling bee contest. In sostanza, centinaia di ragazzini tra gli undici e i quindici anni si sfidano ad una gara di spelling: i giudici pronunciano le parole più strane, complesse e disusate, i ragazzini devono dire come si scrivono, chi sbaglia è fuori e vince l'ultimo che rimane in gara. Sembra facilissimo, ma garantisco che fatto in Inglese è veramente difficile.
Il tutto ovviamente con una serie di precisissime regole: i giudici possono ripetere la parola da indovinare al massimo due volte, i gareggianti non possono prendere note, ma possono far finta di scrivere le parole sulla mano, possono chiedere la definizione e l'etimologia.

Noioso, eh? Però apparentemente agli americani piace: ESPN, la rete dello sport, trasmette le fasi finali in diretta, spostando, se necessario, le finali del basket universitario; i giornali coprono la manifestazione nei minimi dettagli; il vincitore, quest'anno un 13enne californiano, diventa, per qualche giorno, una celebrità e intasca quasi 40,000 dollari in premi vari.
Di conseguenza, attorno alla manifestazione si scatena anche l'interesse statistico che sembra spesso colpire questa nazione (vedere una partita di baseball per credere): la vita dei partecipanti viene scandagliata per capire da quali stati vengono i migliori speller, se sono educati a casa, in scuole pubbliche o private, se hanno avuto parenti coinvolti in competizioni simili, quanto tempo dedicano alla preparazione al giorno.

I motivi di queto interesse non mi sono chiarissimi. Credo che sia un misto di tradizione (esiste in una forma o nell'altra almeno dal 1925), gusto per la competizione "pulita" (è definito l'unico sport trasmesso su ESPN dove non si fa uso di droghe), una certa attrazione molto americana per il piccolo campione, il piccolo genio ("he's just a kid but a champion kid"), e forse il ricordo per la giovinezza in cui si facevano esercizi di spelling.

La parola vincitrice di quest'anno? serrefine.

08 giugno 2007

Solution

bEAP bEAP...!!!

"EAP" sta per Education Abroad Program, che è il nome del programma dell'Universita` della California per cui lavoriamo.

"b" sta per...bicycling, bikers ma anche beautiful, brilliant oppure beers (come ha suggerito la francese del gruppo).

Ovviamente il riferimento allo struzzo viene di conseguenza!

04 giugno 2007

bEAP bEAP!


Ready, set...BIKE!
Il 1 giugno è cominciato il Team Bike Challenge di cui vi avevo già parlato.
In squadra siamo in 5, tutte donne e per il momento pure la classifica ci rende onore.
Ci chiamiamo bEAP bEAP!
Chi si lancia a cercare di indovinare l'origine del nome?


Nelle foto sono io che parto la mattina per andare a lavorare...come si può notare dalla scarsa apertura degli occhi!

02 giugno 2007

Mosaico (the end)

Devo ammettere che non è stato facile non demorallizzarsi e buttare via tutto...e invece un po' alla volta, piastrellina per piastrellina, oggi ho dichiarato il tavolino finito.
Il risultato è pieno di imperfezioni e abbastanza lontano da quello sperato, ma almeno e` presentabile e sulle parti piu` brutte ho già messo dei soprammobili come copertura.

Consigli:

- le tessere DEVONO essere tutte dello stesso spessore.
- le fughe devo essere millimetriche.

Così appariva dopo una prima superficiale pulitura:



Così dopo il passaggio tessera per tessera: