27 novembre 2008

driving down to LA

Puntuale, anche quest'anno, è arrivato Thanksgiving (grazie a Fede&Abe&Nico per il pranzo!). Questa volta, rimarremo in zona per il weekend lungo (finalmente!). Abbiamo compensato però la scorsa settimana con un allegro fine settimana losangelenos, ospiti di Giacomo e Isa, amici dai tempi di Bologna e ora "vicini di casa" a Los Angeles.

L'occasione era di quelle (semi)mondane, con incontro venerdì all'istituto italiano di cultura per un raduno dei ricercatori italiani della costa ovest. Alcuni trentini nel gruppo a fare aria di casa, tra cui il console e un'addetta consolare che si è rivelata essere la zia di una compagna di classe delle elementari (carramba!).

La serata l'abbiamo passata facendo bar hopping, dal Saddle Ranch col suo toro meccanico degnamente domato dai più coraggiosi del gruppo, al panoramico e zen Yamashiro da cui abbiamo ammirato una delle più belle viste di LA.

Foto della Disney Concert Hall

Il giorno dopo, ci siamo fatti scorazzare come due perfetti turisti dalle nostre guide. Prima, visita culturale alla Disney Concert Hall di Frank Gehry (splendido edifico, ma è uguale al Guggenheim di Bilbao e al concert hall del Millennium Park a Chicago?!). Poi abbuffata di pesce fritto al Malibu Seafood. Come abbiamo fatto ad ignorarlo fino ad adesso? Al tramonto, proprio facendo tutta Sunset, giro per le luci del centro commerciale The Grove (andate sul sito a vedere le renne volanti!). E infine, un'abbuffata di sushi nel classico posto da locals, che da fuori non gli daresti una lira, ma dentro il cibo è buonissimo.



Notes to self. Passare il weekend in compagnia di amici è sempre divertente. Fare i turisti guidati da chi conosce i posti è il modo giusto di vedere le città. Dopo 2 giorni a LA, Santa Barbara sembra (ancora di più) la nostra tranquilla cittadina di provincia.

24 novembre 2008

Snow!

Mentre noi a Los Angeles (durante un week end divertente di cui scriveremo) sperimentavamo la neve finta, Trento si alzava così



Che invidia!

23 novembre 2008

Avvento

Visto che passeremo gran parte dell'Avvento qui, ho comprato il necessario per fare la corona.
Questa domenica grigia e un po' malinconica è veramente adatta all'art&craft.

17 novembre 2008

In absentia

Non ti puoi distrarre per un momento (OK, qualche settimana) di lavoro matto e disperatissimo che il mondo ti cambia sotto il naso.


  1. Obama ha vinto, anzi stravinto, e ne abbiamo già parlato. Due commenti veloci. Primo, non si può esagerare l'importanza storica di questo risultato, che idealmente completa il percorso dei Civil Rights, iniziato oltre 50 anni fa con la protesta degli autobus di Montgomery, gli idranti e i cani poliziotto di Birmingham e le marce di Selma. Secondo, al di là degli slogan e dei motto da campagna, Obama è riuscito ad infondere l'idea che cambiare, migliorare il Paese è possibile. Credo che qui ci credano e ce la possano fare. Per dire, il giorno delle elezioni la gente faceva la coda fuori dai locali per vedere la televisione. Scene così qui non si vedevano da 9/11. Infine, chi si aspetta una presidenza "leggera", tanto idealismo e poca concretezza, mi sa che dovrà ricredersi. Le origini nella spietata (politicamente) Chicago, alcuni passaggi del discorso di Grant Park ("To those who would tear this world down—we will defeat you. To those who seek peace and security—we support you.") e le prime nomine mi fanno pensare che si terranno i piedi ben per terra.

  2. McCain ha perso, e male. I motivi sono tanti: da un messaggio poco convincente e sempre cambiante, a seconda dell'emergenza del momento, alla Palin, che ha energizzato la base, ma spaventato gli indecisi con la sua impreparazione e arroganza. Così il partito Repubblicano si trova a rimpiangere i tanti Stati solo 4 anni fa considerati roccaforte e oggi colorati invece di blu (Ohio, Virginia, Pennsylvania), e un Paese, complessivamente, a maggioranza democratica. Di McCain ricordiamo volentieri il discorso finale, quando, con grande senso di responsabilità, pur al termine di una campagna durissima e senza esclusione di colpi, ha zittito i suoi che urlavano contro Obama e ha ricordato che patriottismo è anche servire lo Stato quando il presidente è di un altro colore.

  3. L'economia va male. Wall Street ha bruciato, oltre che alcuni dei suoi dei, anche i fondi pensione di milioni di persone; la gente, senza reddito o credito extra, ha smesso di spendere; e le aziende hanno iniziato a licenziare (50,000 posti, ieri, Citigroup). Al di là dei numeri, è interessante registrare un cambiamento di mentalità, veloce (e opportunistico) quanto la crisi: si torna a parlare di regole dei mercati, si disegnano nuove authority, e si invocano misure economiche alla Roosevelt. E pensare che fino a qualche mese fa il modello era Reagan.


Tempi interessanti...

12 novembre 2008

Yahtzee



...è dolce ritrovare questo gioco, compagno di tante serate estive in famiglia, al mare in e in montagna. Sono tornata bambina...anche se adesso so fare il conto dei punti :)...

05 novembre 2008

It's a new dawn



Ci aspettavamo una serata lunghissima, e infatti l'appuntamento con i nostri amici al bar dei democrats downtown, era per le nove. Pensavamo di arrivare con calma, berci qualcosa e seguire un'estenuante serata di riconteggi, numeri, smentite e batticuori. E invece tutto è stato rapido, ci ha colto quasi di sorpresa. Alle 20.00, appena si sono chiusi i seggi in California, mentre noi mangiavamo, tutti i media hanno annunciato l'elezione. Altrettanto rapidamente, nemmeno il tempo di abbracciarci, McCain è uscito e, con un discorso bello e fiero, ha concesso la vittoria.

Ci siamo diretti downtown, accesa l'autoradio e ascoltato l'inizio del discorso di Obama in macchina, per la fine invece siamo arrivati nel locale straripante di persone felici. Un discorso pacato, ispirante ed emozionate. Poi una birra, mille chiacchiere, con gli schermi che continuavano a proiettare i risultati che arrivavano dagli stati dell'ovest.

Verso le 22.30 sono arrivati i politici locali, la representative al congresso Lois Capps (appena riconfermata con il 64%), che nella foto congratula Anna Beth Jackson eletta al Senato della California e vittima di feroci attacchi lungo tutta la campagna elettorale da parte del repubblicano Tony Strickland.

La serata è andata avanti, fuori dal locale, dove la gente chiacchierava e rideva e si abbracciava.
Ieri abbiamo vissuto la storia e questo paese ci ha sorpreso per il suo coraggio e la sua capacità di scommettere sul cambiamento.
Oggi una mia collega mi ha detto: "Dopo otto anni, sono di nuovo orgogliosa di essere americana"...beh, ne sarei orgogliosa anch'io!

02 novembre 2008

I bimbi sono arrivati...

...dopo un po' ho smesso di accoglierli vestita da strega perchè, soprattutto i più piccoli, si spaventavo parecchio. Abbiamo dato fuori un bel po' di dolcetti.
La serata è finita con una birra in un locale qui a Goleta. Gli studenti, come al solito, si sono devastati ad Isla Vista. Tutto come da programma. Domani si torna a lavorare aspettando il martedì elettorale. Per me, amante di dirette elettorali sarà una goduria.