19 dicembre 2006

Natale con i tuoi

Torniamo a casa per trascorrere le vacanze di Natale.
Ci sentiamo tra un paio di settimane!!!

Buone Feste a tutti.

17 dicembre 2006

bievenido a miami



Nonostante i sospetti di alcuni maldicenti, il viaggio a Miami era davvero di lavoro: dovevamo presentare un paper ad ACSAC. Ovviamente, dato il luogo piuttosto ospitale, si è deciso di approfittare di ogni momento lasciato libero dalla conferenza per godere al meglio della location ;-)

Miami nel complesso non mi ha particolarmente colpito. Certo, il clima è incredibile e, almeno in questa parte dell'anno coi suoi 20 gradi e l'umidità sotto controllo, è anche forse migliore di quello californiano. L'oceano atlantico, inoltre, qui è tanto warm da averci permesso un bagno senza wetsuit (con un occhio però ai pescecani!).

Per il resto però, Miami è un po' deludente: grandi palazzoni, alberghi, condo con appartamenti vista oceano da un milione di dollari in su, ristoranti sul lungomare con i camerieri (italiani, per lo più) a contendersi i clienti a colpi di sconti e presentazioni delle specialità culinarie (niente di speciale, ovviamente), promenade dello shopping con i negozi delle catene internazionali, club con le liste vip e i privee. Insomma, una specie di Rimini in grande. Non faceva eccezione il nostro albergo, il Miami Beach Resort and Spa, che vedete nell'immagine sopra: quello "piccolino" scuro affianco alle due torri.

Un giro per Little Havana, il quartiere cubano di Miami (oggi a quanto pare forse più nicaraguense), ci ha mostrato l'altra faccia, povera e desolata, della città: un monumento in ricordo dell'invasione della baia dei porci e due signori intenti nel gioco degli scacchi gli unici ricordi delle radici cubane del quartiere.

Culinariamente, abbiamo avuto due sorprese (positive). Innanzitutto un'obbligatoria visita ad un ristorante cubano, il Las Vegas: gran piatti di carne, non esattamente leggerissimi, ma molto saporiti. Avevamo capito di essere capitati nel posto giusto quando, al momento di entrare, un cliente in uscita, ci ha salutato con un "great choice!" e due poliziotti ci hanno fermato per dirci quanto buona fosse stata la loro cena lì.
L'altra sorpresa, la pizzeria dei Fratelli la Bufala, noti ai milanesi del gruppo: finalmente una signora margherita e per antipasto la splendida Bufalata, piattone di formaggi, prosciutto e verdure alla griglia: divino!

14 dicembre 2006

Trento International

Sto leggendo un giallo in inglese intitolato "Death at La Fenice", scritto da un'americana. Per descrivere la soprano (sospettata dell'omicidio) l'autrice usa queste parole:

"She is, between parenthesis, just a simple little country girl from some small town near Trento..."

Nel bene e nel male purchè se ne parli!

13 dicembre 2006

Santa Lucia!?!!?

Santa Lucia non è arrivata!
Forse non le è arrivata comunicazione del cambio d'indirizzo o forse il postino ha rispedito indietro lei e l'asino dicendo che non era sicuro che abitassi qui...spero almeno si sia ricordata di me a Trento :)

12 dicembre 2006

Home Alone & Shopping

Stare da soli.
Non sono mai stata una di quelle persone che amano stare da sole, anzi, a dire la verità, pensavo di non essere proprio portata a passare del tempo da sola.
Trovarmi al di qua dell'Oceano, con Marco occupato al lavoro e una non foltissima rete di amicizie e conoscenze mi ha dato l'occasione di trascorrere parecchio tempo da sola: devo dire che è meno brutto del previsto, anzi, a tratti è anche piacevole e interessante. L'America è poi un posto "facile" in cui stare soli. E` frequentissimo trovare gente che mangia da sola, che siete da sola in un caffè, che va la cinema da sola, che viaggia da sola. La solitudine è più frequente e più "normale", nessuno lo trova insolito.

Questa settimana Marco è a Miami. Per occupare il tempo che devo passare da "single", oggi ho fatto una gita con Davide ed Elisa in un super outlet a Camarillo (circa un'ora a sud da SB). Sei ore ininterrotte di shopping! Grazie ai prezzi dell'abbigliamento che sono generalmente più bassi che in Italia, l'effetto Outlet e l'Euro forte, abbiamo fatto dei buonissimi affari trovando cose di marca a prezzi ridicoli! Alla fine eravamo tutti e tre un po' provati ma felici. Quasi quasi varrebbe un viaggio qui per rifarsi il guaradroba.

10 dicembre 2006

Olio e Limone

Per festeggiare il mio compleanno e la fine di una settimana molto impegnativa per Marco, venerdì sera ci siamo concessi una cena da Olio e Limone, uno dei ristoranti italiani-veri più buoni di Santa Barbara.
Le speranze sono state ben riposte.
E` stato piacevole parlare italiano con la proprietaria, ordinare i piatti capendo esattamente cosa avremo mangiato e stupendo il cameriere per la nostra "ottima pronuncia", bere del buon vino...insomma, un perfetto avvicinamento culinario al nostro prossimo ritorno in patria!

06 dicembre 2006

Piccoli incidenti domestici




L' America sarà anche all'avanguardia su un sacco di cose, ma dove è indietro, lo è di brutto!!!
LAVATRICI
Mediamente gli appartamenti in affitto non hanno la lavatrice (non hanno nemmeno gli attacchi!). I complessi più belli hanno una sala lavanderia, altrimenti bisogna andare in quelle a gettoni.
Noi per fortuna abbiamo due grandi laudry room con circa quindici lavatrici e quindici asciugatrici in ognuna.
A parte superare l'innata resistenza a lavare le proprie cose dove lo fanno altre 100 famiglie, il vero problema è l'arretratezza delle macchine. Queste lavatrici non hanno la possibilità di abbinare un certo tipo di lavaggio ad una certa temperatura. La scelta è obbligata: schiacci WHITE, l'acqua sarà HOT, schiacci COLORS, PERM.PRESS, WOOLENS, DELICATES AND KNITS e l'acqua sarà WARM, schiacci BRIGHT COLORS e l'acqua sarà COLD (i gradi o i farenheit non vengono rivelati, prelavaggi e centrifughe sono sconosciute).
Prezzo per un lavaggio $1,25, tempo 40 minuti.

Stessa musica con l'asciugatrice, anzi, qui i programmi si limitano a 3. Il costo è di 25 centesimi per un ciclo di 20 minuti (solitamente ce ne vogliono due per asciugare le cose).

Fino ad ieri tutto era andato abbastanza bene, a parte la noia di dover uscire di casa, poi aspettare 40 minuti, spostare le cose da una macchina all'altra, aspettare altri venti minuti, poi altri venti e poi riportare le cose a casa e a parte qualche capo un po' scolorito e qualche indumento a cui sono affezionata mai messo per non doverlo lavare...tutto bene fino a ieri.
Avevo sempre visto una grande asciugatrice chiamata industrial dryer ma pensavo che, come accade per la lavatrice grande, costasse molto di piu`. Ieri invece ho scoperto che costava come le altre. Mi sono detta: "Ci sta il doppio delle cose, costa uguale, conviene!!!" Carico e via!
Questa mattina quando mi sono infilata i jeans ho pensato: "Guarda il cibo americano, non ne mangio molto ma evidentemente quegli hamburger si sono depositati direttamente sui fianchi!...oh, strano, anche la maglietta è stranamente attillata, e jeans sono anche corti..." L' industrial dryer ha fatto il pasticcio!!!
Voglio la mia lavatrice!!!!!!!!!!!

03 dicembre 2006

XMas


Venerdì sera con la 54th Annual Downtown Holiday Parade per la via principale di Santa Barbara, ha preso avvio la stagione natalizia. A dire la verità i negozi erano già addobbati da un po', ma le luci della città si sono accese solo venerdì.
Il Grand Marshal, colui che ha aperto e condotto la parade quest'anno è stato Christopher Lloyd, l'attore che interpretava DOC in Ritorno al Fututo e lo Zio Fester nella Famiglia Adams.
Sebbene le temperature si siano abbassate è comunque difficile sentire Natale potendo andare in giro con i sandali e vedendo addobbate la palme anzichè i pini.

01 dicembre 2006

Delay

Qualche giorno fa, passati i 90 giorni dalla richiesta del permesso di lavoro, chiamo il call center dell'immigration e naturalization per verificare lo stato della mia application.
Mi rispondono che in data 24 ottobre (più di un mese fa) il mio permesso di lavoro è stato rimandato indietro dalle poste come undeliverable. Il postino ha deciso di sua iniziativa che la presenza dei soli nostri cognomi sulla bussola non era abbastanza per essere sicuri al 100% che io abitassi lì. Da quello che ho capito credeva che il cognome di Marco fosse il nome proprio e il mio, il cognome...
Morale: il permesso rimandato indietro, ci metteranno dai 30 ai 45 giorni a rispedirmelo. Solo con quello in mano posso richiedere il Social Security Number (una specie di codice fiscale, tempo necessario: due/tre settimane) con cui posso compilare l'application e accettare offerte di lavoro.
Non vi dico la rabbia.
Senza contare che proprio ieri ho incontrato due italiane che avevano fatto l'application nel mio stesso periodo, e che mi hanno raccontato di quanto sia stato bello trovare il permesso nella bussola dopo nemmeno due mesi di attesa.
Devo sperare che quelli del colloquio non si facciano vivi ancora per un po'...
...e poi ci lamentiamo delle nostre Poste Italiane...

29 novembre 2006

Grazie Gio


Di solito evitiamo di usare il blog per cose, diciamo personali, però quando ieri mattina ci e` arrivata una busta contenente degli affettati buonissimi spediti dal mio fratellino, abbiamo capito che l'occasione era speciale.
Grazie Gio!!! Da me, Marco, Luca e Davide!
Dopo quasi cinque mesi di astinenza ci siamo divorati lardo di colonnata, culatello di zibello e crudo di parma, accompagnati dal pane fatto in casa da me (per la prima volta...quando ho visto che lievitava mi è venuto da commuovermi!!!).

27 novembre 2006

Thanksgiving a Washington DC

Non vi tedierò su come abbiamo fatto ad arrivare in tempo all'aeroporto di Los Angeles avendo dei limiti di tempo strettissimi e partendo proprio nel giorno (22 novembre) che CNN qualificava come "travel nightmare". Comunque ce l'abbiamo fatta e dopo 5 ore di volo (gli Stati Uniti sono proprio larghi!!!) siamo atterrati a Washington DC.
La prima sensazione: l'inverno! Dopo mesi di "always sunny California", è stato piacevole sentire il naso infreddolirsi e l'aria pungente sulle orecchie.
L'ospitalità di Andy e Tanya è stata squisita e generosa. Sono state ottime e preziose guide delle nostre giornate nella capitale, trascorse tra camminate kilometriche e piacevoli chiacchierate serali.
Whashington è stata una sorpresa, elegante, monumentale, viva, molto simile, per molti versi, alle nostre grandi città europee e molto diversa da qualsiasi cosa avessimo visto qui sulla West Coast.
Memorabile la cena del ringraziamento a base di tacchino, salsa di cranberry, una specie di pudding di mais, green beans casserole, stuffing, jelly alle fragole, pane e una splendida Apple Pie.
Vedere la casa bianca, la tomba di Kennedy, i gradini da cui Martin Luther King ha pronunciato il suo "I have a dream", l'Hotel Watergate ci ha fatto sentire un po' parte della storia e della cultura, seppur per molti versi controversa, di questo paese.

23 novembre 2006

Benvenuta Giulia!

Oggi a Washington ci è arrivata la bellissima notizia della nascita di Giulia! Benvenuta a te e complimenti a mamma e papà

19 novembre 2006

Viaggio ad est

Mercoledì partiamo per Washington, vi racconteremo dell'autunno, degli edifici di pietra che ci mancano tanto e, speriamo, del super tacchino!!!

16 novembre 2006

US newspapers

Riceviamo da Paolo A. e volentieri pubblichiamo una simpatica caratterizzazione dei giornali americani e dei loro lettori.


  1. The Wall Street Journal is read by the people who run the country.

  2. The New York Times is read by people who think they run the country.

  3. The Washington Post is read by people who think they should run the country.

  4. USA Today is read by people who think they ought to run the country but don't really understand the Washington Post. They do, however, like the smog statistics shown in pie charts.

  5. The Los Angeles Times is read by people who wouldn't mind running the country, if they could spare the time, and if they didn't have to leave L.A. to do it.

  6. The Boston Globe is read by people whose parents used to run the country.

  7. The New York Daily News is read by people who aren't too sure who's running the country, and don't really care as long as they can
    get a seat on the train.

  8. The New York Post is read by people who don't care who's running the country either, as long as they do something really scandalous,
    preferably while intoxicated.

  9. The San Francisco Chronicle is read by people who aren't sure there is a country, or that anyone is running it; but whoever it is,
    they oppose all that they stand for. There are occasional exceptions if the leaders are handicapped minority, feministic atheist dwarfs, who also happen to be illegal aliens from ANY country or galaxy as long as they are democrats.

  10. The Miami Herald is read by people who are running another country, but need the baseball scores.

14 novembre 2006

Wine Tasting Course

Avendo a Trento amici amanti ed esperti di vini e vivendo così vicini alla Santa Ynez Wine Valley, questo term abbiamo deciso di iscriverci ad un corso di wine tasting (invece che quello di ballo!!!). Volevamo così acquisire qualche competenza e termine tecnico da sfoderare sia in occasione delle visite alle wineries sia nelle attese serate natalizie trentine.
Ci siamo presentati alla prima lezione armati di bicchieri e creakers (come consigliato dal volantino), letteralmente assetati di conscenza.
I primi cinque minuti promettono bene: il docente è francese (ne deduciamo, ahimè frettolosamente, che ne sappia di vini in confronto ai rozzi americani), sembra anche simpatico, i compagni di corso sembrano decisamente più cool di quelli del corso di ballo...insomma...tutto bene.

La sensazione positiva viene smentita più in fretta di quanto avremmo mai voluto.

Il signor docente (a cui di francese è rimasto solo il cognome e l'accento) è un produttore locale di vini che ha trovato nella California (e nei suoi assetati abitanti), una miniera d'oro e che, in cambio del profitto, ha abdicato a qualsiasi principio enologico.
Con nostro grande disappunto scopriamo che durante il corso ci farà assaggiare solo ed esclusivamente vini suoi (della serie: come possiamo farci una cultura se i vini sono tutti della stessa cantina?).
Edouard comincia fin subito a deliziarci con del relativismo totale: non importa come assaggiate il vino, non importa in che bicchieri lo bevete, non importa nemmeno il colore (che è solo un'illusione). Morale: non esistono vini buoni e vini cattivi, vini con un particolare sapore o retrogusto, esistono solo vini che piacciono o che non piacciono e i sapori dipendono dalla papille gustative di ognuno.
Beh, vi assicuro che i suoi rossi sono imbevibili, delle specie di succhi di mirtillo o ciliegia o lampone superalcolici e serviti freddissimi (secondo noi per evitare di gustare fino in fondo lo schifo).

Dopo la prima lezione avevamo notato una certo non so che di familiare nel suo modo di parlare e gesticolare: l'illuminazione è stata totale: è tale e quale al Mago Oronzo!!!!!! Jeans alla caviglia, scarpe puntute nere, improbabile maglietta della salute bianca e leggermente ingiallita. Il suo "I tell you something" assomiglia sinistramente all'oronziano "Ashcolta questa".

Non contento di ciò il personaggio ci delizia con estemporanee divagazioni (ripetute al limite dell'imbarazzo) che spaziano su tutto lo scibile umano (dal marketing alla medicina, dall'evoluzionismo alla morale).
Beh, stiamo raccogliando le chicche che di volta in volta ci presenta e vi riporteremo le più significative.
Per intanto vi segnaliamo (come lui ha ripetuto ormai una quindicina di volte) che qualsiasi vino, da quelli frizzanti ai superdolci, esprime il suo miglior potenziale accompagnato a "one baguette, some gorgonzola cheese and salad", e che, in mancanza delle botti di quercia (che costano un po'), si può optare per botti di un legno più scarso e aggiungere chips (pezzetti) di legno buono per insaporire il tutto.

Che debacle!

11 novembre 2006

I wanna be a radio star...



Hollywood è vicina... Chissà che dopo queste apparizioni non mi chiamino per un provino ;-)

07 novembre 2006

Job Interview

Oggi ho avuto la mia prima job interview americana.
Avevo mandato il CV in una sera di qualche settimana fa, in preda alla stufezza per la prolungata inattività e, del tutto insapettatamento, giovedì scorso mi hanno chiamato per fissarmi un colloquio.
Nei tre giorni che ho avuto per "prepararmi" ho cercato di recuperare il maggior numero di informazioni possibili da tutti quelli che in qualche maniera potevano darmi qualche dritta (a dire il vero l'ansia mi avrebbe spinta anche a fermare persone per strada, ma alcuni momenti di lucidità me lo hanno impedito). Risultato della consultazione: dress up! Vestiti elegante e formale! e non dire, per nessun motivo nemmeno sotto tortura che ancora non hai il permesso di lavoro a meno che proprio non te lo chiedano stra-direttamente...la politica è "don't ask, don't tell!".
Questa mattina (una delle giornata piu` calde della stagione, quasi 30 gradi) dopo una notte tormentata e una scarsa colazione, e dopo aver ripetuto quel po' che potevo prepararmi, indossando il vestito della laurea con sopra una maglietta per nascondere la scollatura (non avevo trovato nulla di meglio da comprare), sono partita.

Le possibilità di fare una figura penosa erano abbastanze alte visto che il mio inglese ha ancora ampissimi margini di miglioramento.

Devo dire che nel complesso è stato interessante e, come tutte le cose, meno spaventose di quello che si può pensare.
Sono passata tra le grinfie della Human Resources Selector che mi ha fatto delle domanda da manuale: "dimmi tre tue qualità positive, dimmi tre motivi per cui non dovremmo assumerti, dimmi cosa pensi di poter dare alla nostra compagnia ecc...". Poi sono stata data in pasto all'Editorial Commitee che mi ha fatto domande per circa un'oretta. Tutti avevano in mano il mio curriculum, lo fissavano un po' e poi mi chiedevano qualcosa.
Nel compesso mi sembra che il mio inglese abbia retto abbastanza (a parte qualche passato e qualche s dela terza persona lasciata per strada...)
Ora il processo di selezione consiste nel fare un test a casa, rimandarglielo e, se lo valutano positivamente, tornare lì per una prova pratica di 2 ore.

Sono stati tutti molto educati e cortesi. Gli impigati che passavano mentre facevo anticamera, mi chiedevano se avevo bisogno di aiuto, se dovevano chiamarmi qualcuno, se mi stavano facendo aspettare troppo ecc...
...per ora non posso raccontarvi di più perchè il processo è ancora in corso...vi terrò aggiornati!

04 novembre 2006

Generi di conforto

Una domanda per i nostri amici sull'altra costa: ma come è che a voi gli alimenti arrivano senza problemi e a noi succede questo?!



Quelle fette di prosciutto fanno un'invidia...

03 novembre 2006

City lights


Dopo i bagordi di halloween, abbiamo deciso di regalarci un po' di poesia. Ieri sera Lawrence Ferlinghetti recitava alla Campbell Hall a UCSB e non abbiamo assolutamente voluto mancare. A dire il vero, conservavamo i biglietti già da un mese e mezzo.

Spettacolo notevole. Lui incredibile: zero scenografia, a 87 anni riesce a tenere tutti incollati alle sue parole, declamando da dietro un podietto. E la scoperta di un inglese molto musicale. Per nulla affettato come i nostri lettori. Bello. Due accenni alle prossime elezioni, molti all'Italia del padre e di North Beach a San Francisco. E alla fine grande e al solito ordinata fila per il book signing. Gli americani altrettanto solitamente organizzati trascinavano intere borse traboccanti di libri da firmare.

Il nostro incontro con Ferlinghetti si è risolto in due parole: "We saw you in Trento a few months ago". "Oh yes. That was a great reading". Anche questa.

31 ottobre 2006

Trick or Treat?

Ore 19.00: Metto fuori dalla porta la zucca con dentro un lumino e preparo i dolcetti a portata di mano.

Ore 19.15: Sento vociare di bimbi sempre piu` vicino
Ore 19.20: Toc Toc
(apro la porta)
"Trick or Treat" esclamano i bimbi travestiti
"Here you are" rispondo io, e riempio i loro secchiellini di dolci.

La scena si ripete circa cinque volte, e` divertente vedere i bimbi che aspettano ansiosi di scoprire chi apre la porta (per l'occasione indossavo un largo cappello e un boa piumato...alcuni si sono un po' spaventati!).

La quantita` di dolci disponibili comincia a calare, anzi, cala decisamente.

Ore 19.30: Continuano a venire
Ore 19.40: "Marco! Aiutami a tirare dentro la zucca"
Ore 19.45: Approfittiamo di un momento di temporanea calma, usciamo sul ballatoio, ritiriamo la zucca, spegnamo la luce e chiudiamo tutte le porte

Ore 20.00: "Toc Toc". Noi barricati dentro "Shhhh..."
Ore 21.00 (adesso): sembrano essere andati tutti a dormire...speriamo, possiamo riaccendere le luci.
E l'anno prossimo tripla dose!

30 ottobre 2006

Halloween

Abbiamo passato indenni il weekend pre-halloween!
Sabato, in compagnia di Davide, Giacomo e Isabella ci siamo infilati nelle vie di Isla Vista per partecipare ai festeggiamenti. Halloween qui assomiglia molto al nostro carnevale, i travestimenti non sono tutti in tema horror, ogni cosa e` lecita.
Le ragazze erano tutte vestite da sexy-qualcosa (partendo dalle piu` scontate conigliette, dottoresse, cameriere, angeli, diavoli e poliziotte per arrivare alle sexy biancaneve, cappuccetto rosso, tirolesi, vigilesse del fuoco, hawaiiane ecc...). Hanno tutta la mia ammirazione perche`, con il freddino della sera, resistevano stoicamente, mezze nude (alcune, a dire la verita`, tremavano di brutto). Piu` fantasiosi i maschi (tarzan, Mario Bross e i suoi fratelli, ghostbusters ecc...). Parecchi i travestimenti a tema religioso (maschi vestiti da suore, da Papa, uno addirittura da Cristo in croce).
Il rapporto gente-poliziotti era probabilmente 10 a 1. Erano ovunque, compresa un'intera squadra a cavallo che veniva fotografata dai piu` coraggiosi. Abbiamo anche visto arrestare per ubriachezza un bel po' di persone (al telegiornale hanno detto che ci sono stati 291 arresti).
Nel complesso la festa era tranquilla, non troppo divertente e l'allarmismo e il maximum enforcement, immotivati. C'e` da dire, ad onor del vero, che una presenza cosi` massiccia di gente, qui, non l'avevamo mai vista ma per i nostri standard era tutto sotto controllo.
Domani invece arriveranno i bambini a prendere i dolci e noi li aspetteremo con questa bella zucca regalataci da Isabella e Giacomo fuori dalla porta

26 ottobre 2006

Halloween is coming

E` halloween time qui in California. La festa pare essere molto sentita, non solo per l'immensa macchina commerciale che ha messo in moto, ma anche per l'entusiamo con cui i bambini scelgono il costume che indosseranno e per la cura con cui le famiglie addobbano le loro case. Ma halloween non e` solo la festa dei bambini che bussano (davvero!) alla porta in cerca di dolci, ma e` anche un'occasione di party per gli adulti e soprattutto per gli students dell'universita`.
Questa festa, negli ultimi anni e` diventata famosa a livello statale (UCSB ha la prestigiosa fama di una delle "best party university"). I festeggiamenti consistono in feste private affollatissime, rigorosamente in costume, e gente riversata per le strade di Isla Vista, la cittadina universitaria, (qui chiamata lo student ghetto). Questo secondo aspetto terrorizza le locali forze dell'ordine per le quali abbiamo capito valere l'assunto: "dove piu` di cinque persone sono radunate, il pericolo che succeda qualcosa e` altissimo", se poi capita che queste persone siano messicane o nere, allora ne bastano tre perche` il livello d'allarme cresca. Avevamo gia` notato questo eccesso di controllo poliziesco in varie occasioni. Durante la "Fiesta Messicana" ad inizio agosto, per esempio, lo spiegamento delle forze dell'ordine era spaventoso e gli appelli alla sicurezza continui e martellanti. La festa in se` era paragonabile ad una fiacca edizione di una qualsiasi nostra sagra di paese.
A questo bisogna aggiungere che negli Stati Uniti e` vietato bere se minori di 21 anni, e` reato non solo consumare alcolici in luogo pubblico ma anche avere con se` contenitori di bevande alcoliche aperti ed e` reato essere ubriachi in luogo pubblico (anche se tranquillamente accasciati da qualche parte).
La campagna sicurezza di quest'anno si intitola "Keep it local! Keep is safe" (perche` chi fa danni sono quelli che vengono da fuori, non gli ubriachi studenti di UCSB!) e prevede Maximum enforcement a partire da domani fino al primo novembre. Nelle varie mail d'avvvertimento abbiamo letto che attorno ad Isla Vista verranno erette delle baricades, una verra` eretta anche attorno al nostro complesso per evitare che i parcheggi vengano occupati dai festanti. Consigliano di controllare il proprio contratto d'affitto perche` alcuni prevedono il divieto di fare feste per Halloween, di avere ospiti a dormire e di portare in casa barilotti di birra. Dappertutto si trova l'elenco delle pene per tutti i reati legati al possesso e consumo di alcohol (piu` di quanti pensavo potessero esistere!)

Insomma, vi diremo martedi` se l'allarmismo era giustificato, ma come al solito abbiamo l'impressione che gli eventi piu` normali vengano qui vissuti con un'ansia e un controllo non del tutto comprensibile.
E poi ho due problemi piu` importanti da risolvere: non ho ancora capito se i bambini passano nel week-end o martedi` sera, e devo convincere Marco ha travestirsi con me!!!

L'aragosta


Una settimana fa abbiamo invitato Davide a cena per mostrargli la casa in condizioni migliori rispetto al giorno del trasloco. Lui, per festeggiare, ci ha portato una aragosta pescata da un amico dei suoi coinquilini qualche giorno prima.
Non sapevamo come cucinarla, cosi`, con l'aiuto di internet abbiamo deciso di farla al forno col burro (siamo in America!). Quando l'abbiamo tirata fuori pero` non era del tutto cotta, allora l'abbiamo ripassata in padella con un po' di olio. Nonostante questi nostri maltrattamenti, l'aragosta era buonissima!

24 ottobre 2006

Racoons are territorial!

Ieri sera eravamo tranquillamente seduti sul nostro poggiolino (che dà sul cortile interno) quando abbiamo visto due procioni entrare guardinghi nel suddetto cortile e cominciare a perlustralo.
Avendo ricevuto numerosi avvisi sul fatto che i procioni sono sporchi e che le loro feci portano non so quali terribili malattie e considerando che durante il giorno, su quel prato scorazzano i bambini, questa mattina siamo andati a riportarlo al main office.
Ci hanno ringraziato, ma soprattutto messo sull'avviso che siccome i procioni sono molto gelosi del terreno su cui camminano, facilmente attaccano se disturbati.
Per fortuna noi siamo ai piani alti, perche` il procione medio non e` proprio piccolissimo!
Questa "vicinanza" della natura mi lascia sempre molto stupita (come una bambina che viene portata allo zoo). Ancora non mi sono abituata agli scoiattoli (numerosissismi), ai colibri` con i loro battiti d'ala velocissimi e il becco lungo e sottile, alle puzzole, ancora mi emoziono se vedo i pellicani o i fenicotteri che girano vicino alla spiaggia e ancora non mi rassegno a considerare i procioni, con la loro andatura bonaria e la coda striata, animali "cattivi". Per le strade di Santa Barbara si possono anche incontrare dei Coyotes (che pero` il comune sta cercando di allontanare perche` sono pericolosi per i cani domestici...e i loro padroni).
Comunque se incontrate un racoon: in guardia!

22 ottobre 2006

Ikea

In California, le macchine sono grandi, le strade sono grandi, i panini sono grandi, tutto e` grande...sara` grandissima anche l'IKEA?
Stiamo per partire, vi racconteremo!

20 ottobre 2006

blame


Uno splendido cartoon politico, frutto della penna di Mike Luckovich. La campagna elettorale si scalda... Maggiori dettagli nei prossimi giorni!

L'immagine è tratta da http://www.creators.com/editorial_show.cfm?next=3&ComicName=lk

19 ottobre 2006

Il ritorno

No, non mi riferisco a noi che torniamo in Italia, ma ad un accessorio per capelli, famigliare alla maggior parte di noi, che qui (non so in Italia) sta tornando potentemente alla ribalta: il cerchietto per capelli!!!
Come spiega questa pagina, l'accessorio è ormai un must per chiunque!
Ce ne sono di plastica o di stoffa, lisci o imbottiti, tinta unita o fantasia, con le code dietro o con simil-swarosky...insomma, per tutti i gusti. Lo si trova in tutte le bancarelle e in qualsiasi negozio. Non vedevo una proliferazione simile dai primi anni '90!
Non so voi come la pensate ma a me il cerchietto non dispiaceva, e credo che uno di questi giorni cederò alla tentazione! Il mio preferito alle medie era della Nai-Oleari, imbottitissimo sul verde, l'ho usato talmente tanto che l'anima in metallo ha tagliato la stoffa e ho dovuto buttarlo via!

15 ottobre 2006

Yoga

Giovedì ho seguito la mia prima lezione di Yoga. Munita di Yoga Mat (tappetino) e di abbigliamento confortevole ho passato un'ora e mezza a contorcermi al ritmo del respiro.
Il corso è gratuito ed organizzato per i residenti (le residenti soprattutto) qui nelle family housing dell'università. L'insegnate è carina e devo dire che come prima esperienza assoluta non è stata tragica. Oddìo, alcuni movimenti sono piuttosto impegnativi e innaturali e il fatto che la maestra dicesse spessissimo "questo movimento non deve essere associato a nessun tipo di dolore" e io contemporaneamente sentissi male a dei muscoli che non avevo mai creduto di possedere, mi fa dedurre che la strada sarà lunga e faticosa.
Ci sono due cose che trovo difficili:

1) un conto è copiare quello che fa la maestra quando siamo in piedi, un altro è capire, tradurre e mettere in pratica, da straiata, frasi del tipo "fletti gentilmente il ginocchio sinistro, avvicinalo allo sterno e con la parte interna del palmo della mano opposta, ruota perpendicolarmente ecc..." Io e altre due o tre ci solleviamo spesso furtive per copiare cosa fanno le altre!

2) proprio non mi riesce di concentrarmi solo su sul mio respiro, mi faccio condizionare dal ritmo di quello degli altri e mi trovo a respirare con frequenze del tutto ingestibili...ci lavorerò su.

Domani BBQ di vicinato. Questo è un po' il debutto in società visto che i contatti con i vicini, fino ad ora, sono stati minimi: riporteremo!

11 ottobre 2006

teletonti

Dopo tanto tempo, abbiamo ufficialmente concluso il nostro processo di assimilazione, abbonandoci alla TV via cavo (l'unica disponibile qui, di fatto). Ora possiamo, come ogni americano rispettabile, fare zapping tra un centinaio di canali e trasformarci in couch potato. O, nel caso della Fra, papasan potato.

Com'è la TV americana? Come diceva la pubblicità della Mastercard, Hundred channels: $40. Nothing on it: priceless. In realtà, tornare ad essere connessi col mondo esterno non solo via Internet è una bella sensazione. Siamo quindi tornati a fare colazione ascoltando il presidente tenere un address alla nazione; discutere il buildup mediatico della questione nord-coreana; irritarci per i pazzi scatenati di Fox News, quelli il cui motto è "Fair and Balanced", ma che da soli giustificano l'intero Bowling for Columbine, soprattutto il deluded Bill O'Reilly (immaginatevi Emilio Fede serio: scary); seguire la terza seria di Lost; annoiarci per le pubblicità rigorosamente di fast food, medicine (spesso per ridurre i danni provocati dai summenzionati fast food) e automobili.

Che dire? Buona visione!

08 ottobre 2006

Hot Tub


Sabato sera. Ore 11 e 30... Hot Tub nel giardino di casa di Davide con bicchierino di tequila. Non aggiungo altro se non che una descrizione più dettagliata della Hot Tub la trovate sul blog di Davide e che, dopo aver fatto la baby sitter per quattro ore era quello che mi ci voleva!

06 ottobre 2006

Pioggia di cenere (2)



Dopo le nostre foto a testimonianza della strana pioggia di cenere di qualche giorno fa, ecco quelle delle NASA. Noi eravamo ai margini del nuvolone bianco...

Maggiori dettagli si trovano nell'articolo originale, da cui è anche tratta la foto.

03 ottobre 2006

Moving parte 3...The quasi End

Domenica, al contrario del giorno prima, ci siamo svegliati con calma, aiutati in questo dagli scuri di cui la finestra della camera da letto è dotata (dopo un anno di tende per nulla isolanti, è stato piacevole non essere svegliati dalla troppa luce). Sotto la pioggia abbiamo fatto una colazione veloce ad Anna's Bakery e via di nuovo, rulli in mano, a dare il colore vero e proprio. Poi quotidiano spostamento in casa vecchia a pulire.
La sera abbiamo visto "Riding Giants" un film sui surfisti di onde giganti (che un anomimo ci aveva consigliato con un messaggio sul blog...grazie), gustando del cibo messicano davanti alla tv.
Risultato:
la cucina bianca di cui siamo molto orgogliosi nonstante qualche sbavatura e qualche zona di colore non troppo omogenea. La camera da letto, piccola ma carina a cui mancano solo delle belle tende. Il mobiletto dell'ingresso di nuovo operativo.
La prossima sfida: vedete questi scalini? Oltre ad essere di un colore orribile hanno quella fastidiosa striscia antiscivolo che rovina tutti i calzetti! noi vogliamo rivestirli di moquette! Se riusciamo anche in questa operazione siamo a cavallo.
Ok, non vi tedierò oltre con le storie del nostro trasloco. Vi prometto solo una foto del salotto e poggiolo, non appena sarà presentabile.
Ah, il nostro appartamento è quello al secondo e terzo piano in parte nascosto dalla pianta (non quello con la tavola da surf sul poggolino...non ancora!)

02 ottobre 2006

Moving parte 2

Sabato: Sveglia all'alba. Armati di pennelli e rulli abbiamo speso tutta la mattinata a dare la mano di "primer" ai mobiletti della cucina. Quelli forniti dall'Housing dell'università infatti hanno come colore standard una strana tonalità di marroncino, brutta, ma brutta che non si poteva proprio guardare. E, come se non bastasse, lo stesso marroncino è anche il colore di tutte le porte della casa. Per fortuna esiste il Primer, una specie di fissatore-colla che favorisce l'adesione dei colori chiari e che ci ha permesso di dare una sola mano di colore vero e proprio.

Nel pomeriggio, ricaricati da un suntuoso bruch a Farmers Boy, abbiamo finito di svuotare la camera e il bagno della casa vecchia.
Tornati nella casa nuova e scaricata la macchina, ci siamo decisi a rimontare il letto, i comodini, e a dare una sistemata alla stanza. Per fortuna la camera si è magicamente ingrandita mentre le riempivamo con le nostre cose (sulle prime temevamo non ci stesse il letto) e, a parte la poca luminosità devo dire che è venuta proprio bellina.
Sempre più stanchi abbiamo mangiato in un pub irlandese bevuta una birra con alcuni amici e alle undici dormivano come due ghiri, finalmente su di un letto.
(to be continued)...

29 settembre 2006

Moving parte 1

L'altro ieri (venerdì, per intenderci) era il giorno del grosso del trasloco, dico del grosso perchè come molti di voi avranno sperimentato, in un giorno, per quanto organizzati, non si riesce a fare tutto.
Ci siamo svegliati con una nebbia che nemmeno Bologna dei tempi peggiori, e dopo una veloce puntata a Cofee Bean per un caffè, siamo andati all'Office della nuova casa a fare il Check-in. Completate alcune formalità giusto il tempo di scaricare la macchina, notare il colore orribile della cucina e verificare che tutto fosse a posto, che siamo corsi a prendere il camionicino che avevamo prenotato.
All'una e mezza stavamo già caricando, con Davide (grazie!) tutta la nostra casa nel camion. Dopo un pomerigio di carico e scarico, stravolti, siamo andati a riportare il U-hual Van. Qui, con l'ultimo filo di ragione che ci era rimasto, abbiamo evitato che ci truffassero dei soldi e dopo una doccia veloce e una cena da Elephant Bar, ci siamo addromentati sfiniti sul materasso per terra...(to be continued)...

Scopri la differenza



Ultimo numero di Newsweek, edizione europea a sinistra, versione statunitense a destra...

28 settembre 2006

Tortello


Il tortello di patate è sbarcato a Santa Barbara. Grazie alla ricetta di Luisa e alla ottima sbucciatura delle patate di Marco ci siamo gustati questo meraviglioso piatto.
E domani si trasloca!
Pensateci

27 settembre 2006

Breve aneddoto

L'università è dotata di un vasto centro sportivo che si chiama Rec Center in cui ci sono piscina, palestra con attrezzi e vari corsi organizzati. Marco ha la membership di diritto in quanto studente graduate che paga le tasse, io invece ho diritto ad uno sconto in quando spouse di studente graduate.
Ieri in pausa pranzo ci siamo prensentati per fare la tessera per me.
Spieghiamo la situazione e la cassiera ci chiede se abbiamo una prova che siamo sposati. "Ovviamente no!" Ci chiede allora se abbiamo lo stesso cognome. "No, I'm sorry"...a quel punto l'illuminazione. Io e Marco ci scambiamo un'occhiata d'intesa e solleviamo orgogliosi la mano sinistra con annessa fede fresca!
Ah, you boys have rings, dice la ragazza con sollievo. Fatto. La settimana prossima passo a ritirare la tessera!!!

PS: Eravamo pronti a mostrarle i nomi incisi dentro le fedi ma non ce n'è stato bisogno!

25 settembre 2006

terzo mondo (tecnologico)

Ebbene sì, la California della Silicon Valley a volte sa essere terzo mondo tecnologico. E quando si mostra in questo suo lato oscuro, lo fa nel più drastico e incontestabile modo (per capirci, qui dovreste pensare alle scimmie di 2001 Odissea nello spazio attorno al monolite nero).

Tanto per cambiare, il culprit è la compagnia dei cellulari, nel caso specifico cingular. Le cose, ad onor del vero, non erano iniziate brillantemente.

Un anno fa, negozio di cingular sotto casa, parlo con Marshall, il saleman on duty.
M: Ok, your contract is all set. Do you need a phone? We have good very deals.
Io: No, thanks, I have mine. It still works fine.
M: Look, we have huge discounts right now, and...
...alcuni minuti di sale pitch cui resisto senza troppe difficoltà. Al che Marshall, esausto, sfodera l'arma finale:
M: Look, this model even comes with text messages!
Io: (Devo aver capito male). Text messages?
M: Yeah! (con eccitazione. Fa per iniziare a spiegarmi cosa sono)
Io: (What?! Cos'è sono finito in Ritorno al futuro? Text messaggio da almeno 10 anni! Freddino) Uh, no thanks, mine does that, too.

Il fatto, poi, che per una compagnia il cui motto è "Raising the bar", dove bar va inteso come le barrette della ricezione (aumentiamo la ricezione!), e che vanta di avere le "fewest dropped calls of any wireless carrier" (non perdete una chiamata!), dicevo, il fatto che la ricezione in casa fosse appena accettabile davanti alla porta del soggiorno e pessima in stanza (distanza inferiore ai 10 passi), doveva farmi capire in che razza di posto fossimo capitati.

Per non essere accusato di masochismo, eviterò di rivelare il salas...ehm conto mensile che questo servizio ci costava. In ogni caso, finalmente il contratto è finito e abbiamo deciso di passare ad un più flessibile prepagato. (Per l'onore della cronaca, sempre con la stessa compagnia: a detta di tutti è quella con la copertura migliore. Figuriamoci le altre.) Quindi si va in negozio, si spiega la situazione, si cambia contratto ed è fatta, giusto? Eh, magari. Il tutto ha richiesto 2 negozi, 3 visite, 4 persone, un numero indefinito di chiamate al customer service e parecchie ore. Con ordine.

Il primo negozio l'abbiamo visitato due volte. Una prima volta abbiamo parlato con un lui (H qui sotto), oggi una lei (S): (apparentemente) competente il primo, meno la seconda. Effetto finale, immutato: un buco nell'acqua:
Noi: Hi, our 1-year contract is expiring and we want to switch to a pay as you go service, keeping the same number.
H: Sure, no problem. What is your phone number?
S: Sure, no problem. What is your phone number?
Noi: 805 252-xxxx
H: Good, I can access your account. Oh, I see your contract expires in a week.
S: Good, I can access your account. Oh, I see your contract is expired yesterday.
(Fin qui tutto bene. Da qui in poi l'evoluzione del dialogo diventa rapidamente impredicibile)
H: You have to come back in a week and we can easily do that.
(Bene, non ci sono problemi)
S: Unfortunately, I cannot do that. You have to go to the store at the camino real. They're authorized to do that. I'm not. They should be open until 9pm.
(Mmmh, strano visto che il tuo collega poteva farlo)
Noi: All right. Are you sure they're open?
S: I'm almost sure thay are.
(almost? Controlla online, please)
S (compone un numero al telefono): Oh, if I call them I get a busy signal: they must be in.
(Ok. Dimmi che sei stata appena assunta, vero?)

Be', saliamo in auto, e arriviamo all'altro negozio. 6:55. Mettiamo il piede dentro e uno dei due commessi si butta sulla porta per chiuderla a chiave. Orario di chiusura: 7pm. Almost sure: accento su almost, evidentemente. Ok, rispieghiamo il tutto a uno dei due commessi, Damian.
D: I will have to call the customer service
Noi: Sure, no problem.
(va al telefono, passano i minuti)
D: The customer... his number is 805... Marco...
(Ok, forse ce la facciamo. Passano altri minuti)
D: ...from post-paid to pre-paid...
(Mmmh)
D: ...Damian...Camino Real store...
(Occhei)
D: ...Damian...Camino Real store...
(Di nuovo? Ma che è, uno scherzo?)
(La Fra sostiene che a questo punto Damian abbia iniziato a fare strane facce, ma non posso confermare)
D: Which plan you wanted?
Noi: The simple one
D: ...simple...
(altri minuti)
D (trionfante, riattacca la cornetta): Ok, so you are fully on your new pay as you go contract. This is your receipt.
Noi (trionfanti e stremati): Thanks.

Usciamo. Dubbio: non è che ci ha raccontato una panzana per cacciarci dal negozio? Controlliamo la ricevuta. Dice: ora: 9:30 (sbagliato di almeno un'ora), cachier: Aaron (mmmh, decisamente no). Arriviamo a casa e proviamo a ricaricare il credito. Ovviamente, il telefono non ne vuole sapere di fare la chiamata al numero verde... Perfetto! #$@##!

Update: Un'ora e mezzo dopo e svariati insulti ai personaggi di cui sopra (ma soprattutto alla compagnia), veniamo riammessi alla rete telefonica e possiamo ricaricare il cellulare.

Cosa dite, si potrà ricaricare il credito al bancomat? ;-)

24 settembre 2006

Move-out/Move-in

Mentre il nostro appartamento si riempie di scatoloni in attesa del fatidico trasloco e gli scaffali si svuotano dei libri, cd e soprammobili, per quasi 30.000 nuove freshmen (matricole) di UCSB oggi era il giorno del move in. Domani infatti cominciano le lezioni. Accompagnando Marco on Campus (sì, ogni tanto lavora anche di domenica!) avevo notato uno strano movimento. Era per lo più causato da difficoltose manovre in retro di grosse macchinone, giudate da orgogliosi papà, piene di ogni cosa possa servire nei primi mesi di vita universitaria in un dorm ad uno studente americano.
Per scappare da quella confusione, da attribuirsi in particolare ai genitori (chiaramente più agitati dei figli) ho deciso di rifugiarmi (cosa americanissima) in un vicino mall (centro commerciale).
Sfatiamo il luogo comune che i centri commerciali americani siano brutti e squallidi: non è vero. Sono la riproduzione di pseudo-piazzette circondate da negozi.
In questo mall in particolare c'è Border, una grandissima libreria dove mi posso dedicare ad uno dei miei passatempi preferiti: leggere tutte le riviste scandalistiche (che curiosamente hanno gli stessi titoli delle nostre: "People", "Who", "Today" ecc...) comodamente sdravaccata su una poltrona in pelle.
Per questo amo le librerie americane, ci puoi passare tutta la giornata, seduto per terra o su una delle mille poltrone e puoi leggere tutti i libri che vuoi senza che nessuna commessa ti ronzi attorno squadrandoti per capire le tue intenzioni e prossimi movimenti.

Esaurita la mia dose vitale di gossip, guidando verso casa, mi sono fermata un momento in spiaggia dove sono stata di nuovo compulsivamente forzata a fare delle foto. Credete che prima o poi mi abituerò a considerare l'oceano e i suoi paesaggi come "quotidiani". In fondo a Trento non sono mica sempre lì che fotografo il Bondone!!!


PS:Non ditelo a Marco, ma ho ripreso pieno controllo di Netflix...ora il dr.Mabuse giace al 22 posto!!!

21 settembre 2006

Samoa Man

Ne avevamo parlato in numerosi post ma nessuno aveva avuto il coraggio di fotografarlo così da vicino. Grazie a Stefano ora tutti potete vedere in tutta la sua maestosità l'uomo di Samoa che prepara i super-panini-della-domenica!

18 settembre 2006

Serate in forma di cinema

Da buoni frequentatori del cineforum trentino, ci siamo portati anche qui l'abitudine di vedere dei film ogni tanto. Il tutto aggiornato in salsa americana, che vuol dire: comodamente sdraiati sul divano di casa, con una coppona di gelato e l'aiuto di Internet.

In pratica, siamo da un po' abbonati a Netflix: sul sito di Netflix scegliamo i film che vogliamo vedere e li mettiamo in ordine di preferenza; loro ci inviano via posta tradizionale (la cara vecchia USPS) i primi 2 DVD della nostra lista; noi li vediamo; quando abbiamo finito li rispediamo via posta e aspettiamo i 2 titoli seguenti; e via così. Vantaggi: niente multe per aver restituito un film in ritardo; il catalogo online comprende 65,000+ titoli; volendo, in un mese riusciamo a vedere una decina di film. Svantaggi: essendo in due, talora, emergono delle differenze nei gusti cinematografici. Diciamo pure che a volte potremmo parlare di convergenze parallele ;-)

Così, in quest'ultimo mese abbiamo messo in atto una sorta di politica di contenimento: un titolo a testa e completa libertà di scelta. La strategia, però, non sembra aver funzionato benissimo e, anzi, ha portato ad una polarizzazione del confl...ehm, della gestione della lista. Alterniamo, infatti, serate trash (definizione mia) a serate pacco (definizione della Fra).

Io ammetto di essermi fatto scappare un po' la mano in favore dei vecchi classici:
Ma insomma, non si non può non vedere "Touch of Evil", uno splendido Orson Welles di annata, o "The lodger", uno dei primi Hitchcock (1926, bianco e nero, e ovviamente muto). E "La battaglia di Algeri"? Vuoi mettere: è così attuale...


La Fra, per reazione sostiene lei, si è invece buttata sul leggero sentimentale, raggiungendo un picco (o voragine a seconda dei punti di vista), con "The family Stone": sconsigliatissimo. No davvero.

Morale: abbiamo convenuto che ci sono molti film meritevoli usciti negli ultimi anni che ancora non siamo riusciti a vedere e che una scelta più convergente e meno parallela gioverebbe ad entrambi. Sure. Intanto, approfittando che la Fra dorme, metto in cima alla lista il "Dr. Mabuse" (Fritz Lang, 1922). Be', è uno dei grandi maestri...

Scherzi a parte, tre film consigliati (da entrambi):

  • "National Lampoon's Animal House": perché il college americano è (anche) questo. E poi John Belushi-Blutarski vale da solo il film. Strepitoso..
  • "Crash": Los Angeles, le tensioni razziali, tante storie cucite una attorno all'altra (un po' alla Altman, per intenderci).
  • "Inside man": una storia classica (la rapina in banca con ostaggi), reinterpretata con stile e ricercatezza da Spike Lee.

17 settembre 2006

Pioggia di cenere!

Dopo la magnifica giornata di ieri passata sulla spiaggia con Stefano e Isabel, ci siamo svegliati questa mattina per andare, sempre con i nostri ospiti a fare un giro nei dintorni. Al primo sguardo fuori dalla finestra abbiamo notato una strana luce e nebbia, ma non la solita, più spessa.
Arrivati alla macchina l'abbiamo trovata coperta di una polverina bianca che, ci siamo accorti, svavillava ancora nell'aria. Tutto questo sommato ad uno strano caldo afoso che qui non avevamo mai sentito. Ci siamo informati in giro e si tratta della cenere di un grande incendio ancora attivo sviluppatosi una sessantina di miglia a sud di qui.
Ieri notte, a causa del Santa Ana, il vento caldo di Los Angeles, l'incendio è quasi raddoppiato bruciando più di 80.000 acri di terreno.
Ancora adesso (sono le sette di sera) la cenere è nell'aria e fa molto caldo, 30 gradi, temperatura record di tutti i tempi qui a santa Barbara.

13 settembre 2006

Se abla espanol !!!

Prima lezione di spagnolo. Beginner 1 (super-iper-principianti)
Insegnante: Silvia Morgan (please pronunciate Silbia)
Compagni di classe: tutti al 100% americani

Premetto che, a questo punto, la confusione comincia a regnare sovrana nel mio cervello. La mattina mi devo sforzare a parlare con una buona english pronunciation (erre mute, t esagerate, a sbracate, ecc...), dalle cinque alle sette del mercoledi`, invece, e` il caso che mi ricordi di essere italiana, ma non troppo perche`in spagnolo alcune lettere si pronunciano diverse...anyway...sono comunque avantaggiata rispetto agli americani che non ne vengono a capo regalandomi delle pronuncie da morir dal ridere (mi vendico cosi', sghignazzando tra me e me, di tutte le volte che mi fanno ripetere le cose che dico!)

1)Ci accomodiamo in classe, ci passano i fogli per registarci, scrivo il mio nome e la mia vicina di banco (che durante la serata regalera` altre chicche) mi guarda e chiede: Are you Spanish? Rispondo secca: "No I am Italian", cosa ci farei altrimenti al corso di spagnolo per super principianti?

2)La profesora ci chiede perche` vogliamo imparare lo spagnolo. Alza la mano una signora ben vestita e truccata, con anello stra-sbarlucicante e risponde candida: "Devo pur poter comunicare col mio giardinere e con la donna delle pulizie" (qui tipicamente messicani). La prof si limita laconica a scrivere sulla lavagna "job needs" (necessita` di lavoro).

3)Stiamo scorrendo l'alfabeto quando arriviamo alla lettera W che in spagnolo si chiama "doble u"oppure "doble be", oppure "uve doble" a seconda degli stati. La prof spiega che in tutti i tre casi vuol dire "doppia v" come anche in inglese "dabliu" (double-u)...un buon 50% degli americani presenti non ci avevano mai pensato e se ne escono con esclamazioni di sorpresa!

4) La prof. ci assegna come compito di compilare l'alfabero spagnolo trovando una parola per lettera riferita all'area di Santa Barbara. Una ragazza, tipica californiana, bionda, occhi chiari, nasino all'insu`, che vuole imparare lo spagnolo perche` si e` iscritta d un corso di salsa e le piace un sacco, alza la mano e ammette candidamente che lei non sa nessuna parola spagnola, ma proprio nemmeno una...

(Viviamo in una zona piena di nomi spagnoli, al di la` dei nomi stessi della citta` e sobborghi Santa Barbara, Goleta, Isla Vista ecc... basta salire in macchina per percorrere Carrillo Rd, Cabrillo Street, Calle Real, de la Vina, de la Guerra, Canon perdido, Camino del Sur, Sabado Tarde ecc... i Centri commerciali maggiori poi si chiamamo La Cumbre Plasa, las positas, El Paseo Nuevo ecc...)

Comunque è stato divertente! La frase che li ha impanicati di piu` e` stata "Como se escribe tu apellido?" e la parola "telefono".

Devo dire, per giustizia verso la Marina Boliviana, che in spagnolo la b e la v hanno proprio lo stesso suono e anche lo stesso nome "be", la b si chiama "be lunga o be de burro", la v "be corta o be de vaca" (pronunciato baca!).

Mucho gusto a tutti e alla prossima!

11 settembre 2006

Yard Sale



Guidando per le strade di Goleta e Santa Barbara capita con una certa frequenza di vedere, agli incroci, cartelli di cartone con scritto Yard o Garage Sale e l'indicazione di una via e il numero civico. Si tratta di una cosa tipicamente americana. Quando si cambia casa (o si scopre di avere troppe cose) si organizza una Yard Sale. Ci sono quelle singole, quelle di gruppi di famiglie e di amici, quelle gratis (chi arriva porta via), quelle in cui bisogna fare l'offerta...insomma per tutti i gusti. Tipicamente tutte le cose vengono disposte nel giardino davanti casa.
Spesso ci sono cose vecchie e brutte, ma ogni tanto si può fare l'affare soprattutto, secondo me, se si frequentano quelle dei quartieri ricchi!

Per un momento ho pensato di dedicare le mie lunghe giornate (per chi non lo sapesse sono ancora in attesa del permesso di lavoro che, sembra, dovrebbe aprirmi le porte della vita produttiva) all'esplorazione di questi mercatini, ma temo che una certa predisposizione genetica (mamma sai di cosa parlo) mi porterebbe ad accumulare veramente tanta roba. Ho deciso di aspettare almeno di aver fatto il trasloco.

Intanto vi mostro il bottino di questo week end: ho preso gratis questo porta lettere che, dopo essere stato adeguatamente ripulito, fa bella mostra di se sul nostro mobiletto di ingresso, e, al prezzo di 25 dollari questa papasan (se cliccate sul nome vedete come diventa con il cuscino su) a cui faccio la posta da quando ho messo piede qui!

09 settembre 2006

Hair Stylist

Per chi si trasferisce all’estero per viverci un periodo lungo, ci sono un sacco di “prime volte”. La prima volta che si fa shopping, la prima volta che si ordina un caffe`, la prima volta che si va dal medico ecc…
Dopo quasi un anno (tra avanti e indietro) di vita qui, avevo affrontato quasi tutto tranne: la prima volta dal parrucchiere. A questo punto alla parte maschile dei miei lettori sfuggirà la peculiartita` della situazione, ma conto invece in una massiccia solidarietà femminile.
Il salone lo avevo identificato da un po’ e spesso mi ci aggiravo intorno, con aria fintamente svagata, per tentare di cogliere come funzionasse la cosa qui in California.
Ieri, dopo aver osservato le punte sfinite dei miei capelli, ho rotto gli indugi, sono saltata in macchina e ho varcato quella soglia.
Tutto è stato abbastanza facile. La simaptica receptionist mi ha indirizzato verso la mia hair dresser, Liv, una giunonica ragazzona dall’espressione rassicurante. Liv ha capito in fretta che con me non avrebbe fatto troppe chiacchiere e dopo un rilassante lavaggio mi ha condotta davanti allo specchio. Qui ho pronunciato la fatidica frase “Just a trim, please”(solo una spuntatina) che mi ero fatta suggerire precedentemente. Tutto a posto. Dopo quaranti minuti e una qualche battuta scambiata su quanto a Liv piacerebbe visitare l’Italia ma costa troppo, mi sono avviata soddisfatta alla cassa. Liv mi ha salutata e mi ha stretto la mano. A questo punto la receptionist mi ha detto: “Sono 35 dollari”. Io le ho allungato la carta di credito, lei mi ha chiesto “faccio 35 sulla carta?”Sì, ho risposto sicura (pensando tra me e me che strana domanda), poi mi ha chiesto la carta d’identità (come qui fanno spesso quando usi la carta di credito) e mi ha ripetuto: “Faccio 35 sulla carta?” e io di nuovo ho rispondo tranquilla e sicura: sì!!!
Poi sono uscita.
Guidando verso casa ho ripensato a quella domanda e un dubbio mi ha assalita: non è che qui bisogna (si usa, è semi-obbligatorio) lasciare la mancia anche alle parrucchiere?
“Chiaramente sì!”, mi hanno risposto quelli a cui ho chiesto consiglio, “ma non c’è problema” hanno aggiunto “basta che non ti fai piu` vedere!”
No way! Avevo appena trovato la mia parrucchiera e già la perdevo?!
Questa mattina sono tornata armata di: sorriso smagliante e mancia supergenerosa. Tutte hanno commentato “Ooooh, you are so sweet”. E così mi sono conquistata, oltre a Liv, l’intero salone!

06 settembre 2006

The tomato gone red!


Premetto che credo di avere il cosiddetto Pollice Nero, cioè l'innata qualità di far morire qualsiasi tipo di pianta venga affidata alle mie cure. Non importa se me ne prenda davvero cura o meno, se sia una pianta resistente o debole, se siano fiori o erbe aromatiche...nell'intervallo di tempo che va da due a dieci giorni, la pianta muore.
Con gli anni me ne sono fatta una ragione.

Purtroppo qui è tutto un lusseggiare di piante e fiori e i giardini, ma persino i poggioli più piccoli, fanno a gara per l'eleganza, la cura e la bellezza delle piante di cui sono ingombri.
Ho deciso che questa era la terra adatta dove riprovarci. Ho comprato una pianta di pomodoro (per unire l'utile al dilettevole). Costo: circa 7 dollari. Pomodori verdi già su: sette. Ho calcolato se se riuscivo a far maturare e cogliere quelli già presenti, mi sarei rifatta delle spese. Grazie ai consigli di mio suocero ed un grande affetto da parte mia il primo pomodoro è diventato rosso e tra un po' sarà sulla nostra tavola!
Il clima della California sta facendo il miracolo.

05 settembre 2006

Global Warming

Sabato abbiamo visto al cinema An Inconvenient truth, il film di Al Gore sul Global Warming.
Lo raccomandiamo a tutti.
Così come, chi ne avesse voglia, può dare un'occhiata al sito Climate Crisis.

Cambiando decisamente argomento, ieri abbiamo replicato la giornata di surf...devo dire che con la tavola da body surfer (quella che solitamente usano i bambini, piccola e leggera), le cose sono andate un po' meglio, ma sono lontana anni luce dal solo immaginare di poter "cavacare" alcunchè.
Buona Giornata!

02 settembre 2006

Un mercoledì da leoni


...nel mio caso sarebbe meglio titolare: Un sabato da bradipi, ma andiamo con ordine.
Dopo aver fatto sottoposto a chiunque mi capitasse a tiro la seguente domanda: "Per fare surf bisogna proprio sapere nuotare?", mi ero convinta, dalle risposte, che non fosse necessario proprio saper nuotare, ma che bastasse una buona acquaticità! Da lì il passo a convincermi che ho una buona acqticità è stato brevissimo. E così ha cominciato a montarmi il desiderio di provare.
Questa mattina siamo partiti io Marco e Davide, abbiamo noleggiato l'attrezzatura per me, e, dopo circa venti minuti di macchina, eravamo sulla Mondos Beach di Ventura.
Trasportata la pesantissima tavola, infilata la muta (operazione che richiede una buona atleticità), agganciato l'appostito cordino, mi sono diretta spavalda verso il mare che, a dire il vero, oggi era abbastanza calmo. Condizioni ideali per imparare!!! mi ripetevano tutti.
Con l'acqua alle ginocchia e la tavola che andava dove voleva sbattendomi, talvolta, addosso, ho capito che la faccenda non era facile come sembrava. Le onde mi sembravano altissime, il controllo nullo, dopo cinque minuti ero fuori, terrorizzata.
Marco e Davide hanno continuato la caccia alle onde.
Dopo circa 20 minuti sono venuti a prendermi dall'asciugamano su cui ero adagiata a godermi il sole californiano, dicendomi che non poteva finire così. Titubante sono rientrata con a fianco loro due senza tavola. Mi hanno aiutata ad issarmi, e poi mi facevano prendere le onde di schiena così "ti prendono loro". Due ne ho prese, e sono stata scaraventata giù dalla tavola, bevendo una quantità d'acqua notevole. Il tutto nell'acqua bassissima, contornata da bambini e con marco che mi diceva "però vedi che è divertente quando senti l'onda che spinge"...na goduria!!!
Forse riproverò con una tavola da bambini.
C'è chi dice che i soldi spesi nell'affitto dell'attrezzatura valgono la sola foto classica che ci si fa...e io sono d'accordo!

blog day in ritardo

Confesso di essere stato completamente colto di sorpresa dal commento di Paolo sul blog day, che ovviamente ignoravo del tutto. Oh, be', provo a recuperare sperando che la scusa del fuso orario conti qualcosa... Ecco quindi, without further ado, i miei 5 blog.


  • Paul & Nick in New York City, il blog di Paolo sul suo anno newyorkese. Per l'invidia per essere a New York, per avere saputo del blog day, e come rappresentante dei parecchi amici "emigranti" e blogger (Ema, Davide, la Cumpa delle Indie, per nominare i primi che mi vengono in mente).
  • Il papero giallo, perché in fondo siamo tutti "esteti di xxxxx" quando si tratta di mangiare e bere bene, vero Gio? e questo, pur essendo il blog del gambero rosso, è anche uno dei più gradevoli (meno borioso) da leggere in materia enogastronomica. Tutti un po' spocchiosi in quell'ambiente lì...
  • Eridan, perché è un trentino che fa dei fumetti molto belli.
  • Schneier perché i blog non servono solo a perdere tempo, ma li si può usare anche per lavoro.
  • Moleskiing perché qui fare sci d'alpinismo è un po' dura e, in fondo, in collina non si stava male ;-)

30 agosto 2006

Moving...

Cosa fa una tipica famiglia americana nel corso della vita (a parte mangiare al fast food, fare i barbeque in giardino e guardare il super ball alla tv?)...si trasferisce!!!
E cosi` anche noi, che non volevamo essere da meno, a fine settembre abbandoniamo il nostro appartamentino nel complesso con piscina per trasferirci in una delle case dell'università. Un po' ci dispiace lasciare questo "piccolo angolo di paradiso", ma le condizioni economiche dell'altra casa sono nettamente vantaggiose. L'appartamento è un po' più piccolo e meno luninoso però, magicamente, ha una stanza in più e quindi ci sarà un posto migliore dove ospitarvi tutti.

Io, che di natura sarei una persona statica e restia ai cambiamenti, ho fatto un po' di fatica ad abituarmi all'idea ma la promessa di un viaggio all'ikea di Los Angeles dove posso comprare "tutto quello che voglio per la nuova casa", mi aiuta ad affrontarla meglio.

Comunque per un mese siamo ancora qui quindi vi tedierò con le vicende del trasloco più avanti!!!

27 agosto 2006

Let's BOWL!!!


L'insegna era lì, alta, ogni sera si accendeva dei suoi colori viola e giallo fosforescente e mi fissava, così vicino a casa, da poterci andare a piedi...
...ieri sera ho finalmente deciso che i tempi erano maturi per provare una sala da Bowling americana, nello specifico Zodo's bowling and beyond.
Alle dieci io, Marco e Davide (un compagno di lab di marco che per qualche giorno dorme qui da noi...trovare una stanza a Santa Barbara non è cosa da poco) dopo una consueta e necessaria rinfrescata delle scene clou del Il Grande Lebowsky, abbiamo fatto il nostro ingresso.
Nella sala da bowling, oltre ad una infilata di circa 30 piste, c'è un bar, un fast food e una sala giochi.
Per capire come è il posto bisogna immaginare il bowling di Lavis o quello di Via S. Felice a Bologna, enorme, con musica a tutto volume e luci stroboscopiche (questo in realtà credo sia una cosa tipica del sabato sera, presumo che il pomeriggio e durante la settimana la sala sia piuù seria).
Le scarpette che ci hanno dato non erano stilose come quelle a cui siamo abituati ma rosa e gialle con gli strap e con la magnifica caratteristica di risplendere al buio. Eravamo bellissimi e fosforescenti.
Si può scegliere se giocare a partita o ad ora, noi abbbiamo optato per la seconda. In un'ora abbiamo fatto due partite, che mi hanno vista (modestamente) vincitrice, e gli ultimi minuti ci siamo dedicati invece a provare tiri con effetti strani (voluti e non).
La chicca: Davide che fa il secondo tiro del suo turno e come lascia andare la palla scende la barriera-proteggi-mecanismo-che-mette-a-posto-i-birilli sui cui la palla rimbalza fermandosi a metà corridoio laterale.
Seconda chicca: volendo si può giocare con delle barriere laterali che impediscono alla palla di finire fuori pista...ma allora dov'è il divertimento?

24 agosto 2006

Fortuna e` quasi finita

Questa settimana non siamo proprio baciati dalla fortuna, e così, oltre al furto della bici abbiamo anche dovuto cambiare la batteria del portatile di Marco perché Apple ritira più di un milione di batterie che hanno causato due incendi ai portatili. A dire il vero noi avevamo notato che il piccolo Mac si scaldava un sacco (tanto che era fastidioso tenerlo sulle ginocchia dopo un po' che andava) ma mai avremmo pensato che fosse difettoso. Va beh dai, tra un comincia il week end!!!!

23 agosto 2006

Coincidenze, dicevo!!!

Ieri parlavo "di questi legami-coincidenze-vicinanze che mi stupiscono (forse ingenuamente) e mi fanno sentire un po' meno lontana". Non volevo porprio essere presa alla lettera, cioe` non occorreva che qualcuno rubasse la bici praticamente nuova di Marco, per farmi sentire un po' in via Zamboni a Bologna.
Sigh!!! E così per la seconda volta Marco scende con caschetto in mano pronto per partire e non trova la bici...questa volta brucia doppio...non sono ancora usciti dal conto i soldi con cui l'abbiamo pagata!
Unica consolazione: i faretti e il contachilometri non erano ancora montati!!!

D'ora in poi solo scassone poco appetitose!

22 agosto 2006

...ancora wine tasting...


Con l'occasione della visita di Sara da LA (con noi nella foto!), domenica siamo andati a visitare un'altra winery. La scelta poteva essere un po' rischiosa. La cantina Mosby infatti si contraddistingue dalle altre per la produzione di vini Cal-Italiani. In realtà ci è andata bene. Sono forse stati i migliori vini di qui che abbiamo assaggiato. Poco fruttati, gusto più persistente, più genuini! Tra un mese torneremo per assaggiare il loro Teroldego, Lagrein e Traminer. (I trentini capiranno la curiosità)!!!
Le etichette delle bottiglie sono disegnate da un artista di Appiano sopra Bolzano che però adesso vive ad Ala. Questi legami-coincidenze-vicinanze mi stupiscono (forse ingenuamente) e mi fanno sentire un po' meno lontana. Beh, bando alle malinconie, il resto del week-end è passato allegramente.
Abbiamo fatto un po' di piscina, abbiamo messo le nostre papille gustative alla prova in un picccantissimo ristorante Thai e, di ritorno dalle cantine, ci siamo fermati nuovamente alla Cold Spring Tavern. Si tratta si un insieme di casette di legno dove anticamente sorgeva una stazione di cambio per le carrozze. Questo posto è famoso perchè la domenica un uomo grassissimo delle Isole di Samoa (chiamato dai locali "the Samoa men") cuoce su un enorme barbecue dei pezzi di carne di un animale misterioso (Sara suggeriva fosse Dinosauro) e li sbatte in un panino pieno di salse. Buonissimo!