30 gennaio 2006

Patentato...e uno!


Un post brevissimo: Marco ha passato anche la pratica e quindi ora e` ufficialmente patentato.
La foto ritrae il suo "Score Sheet"!
Tra un po' tocchera` anche a me!

29 gennaio 2006

Luoghi Comuni


Domenica all'insegna della tradizione americana (o almeno cosi` noi la giustifichiamo).
L'occasione e` stata fornita dall'imminente esame di pratica di guida di Marco(domani), per cui abbiamo deciso di andare nei pressi della motorizzazione a fare un sopralluogo. Poi, siccome Marco guida gia` con una certa sicurezza,(anche se fate finta che io non l'abbia detto fino all'esame di domani, se no poi dice che ho cantato vittoria troppo in fretta), ho preso io in mano il mezzo.

Sono stata quindi presa dal furore di provare tutte le possibile tipologie di strade: zone residenziali con incroci senza segnali con precedenza a destra, strade a due e tre corsie, sensi unici, inversioni, cambi di corsie e persino la temutissima Highway 101 che e` l'autostrada che collega il nord al sud della california e incidentalmente anche Goleta al centro di Santa Barbara.

Girovagando a 15 miglia all'ora per le zone residenziali siamo stati attirati dai cartelli delle Open House. Qui si usa così: le agenzie immobiliari incaricate di vendere le case, la domenica piazzano dei cartelli agli incroci indicando la direzione per raggiungere la casa in vendita, basta parcheggiare ed entrare a vederla. Niente appuntamenti, niente agenti immobiliari che ti stanno col fiato sul collo ecc...solo una simpatica signora che ti accoglie all'entrata, ti consegna un foglio con una descrizione della casa e ti lascia liberi di vagare per la stessa! Io sarei entrata in tutte (solo per curiosita`), Marco mi ha limitato a due, ma la seconda era veramente bella! Un villetta a due piani con 4 stanze da letto, 3 bagni, 1 studio, 3 caminetti, giardino, garage per 3 macchine (americane, cioe` enormi) e una cucina incantevole, il tutto per circa 900.000 Euro (1.150.000 $).

Alle porte di Santa Barbara ci siamo detti che era il caso di dare un senso al nostro esserci spinti fin laggiu` che non fosse solo provare le strade.
Il senso l'abbiamo presto trovato all'International House of Pancake (oh oh oh!!!!) dove ci siamo pappati un Regular Combo consistente in due uova strapazzate, una salsiccetta, una fettina di bacon, delle patate cotte strane e PANCAKE all-you-can-eat (adeguatamente spalmati di sciroppo d'acero e margarina).
L'all you can eat non ci ha visti molto vincitori: io mi sono fermata ai primi due, Marco si e` spinto fino a quattro.

Ora via a fare due passi prima che lo sciroppo d'acero entri definitivamente in circolo!

28 gennaio 2006

interrogatori


Ore 9am. Starbucks di Goleta (ebbene, sì, qualche volta cediamo al demonio consumistico). Obiettivo: prendere un "caffe latte": una specie di cappuccino con tanto caffè e poca schiuma. Prezzo: lasciamo perdere...

Starbucks: Hi. How's it going today?
Marco: Great. How are you?
(ovviamente né a me né alla solerte dipendente Starbucks interessa un granché la salute dell'altro, ma qui si usa così. Dopo un po' di esperimenti, abbiamo scoperto che la risposta "great" li scompiglia un po' per cui la usiamo con maggiore soddisfazione)
S: Awesome. What can I do for you today?
(Ma per esempio, stare zitta un attimo e lasciarmi ordinare il mio caffe latte)
M: I get a caffelatte.
(Smarrimento della starbucksiana. Ok, riproviamo.)
M: I get a cafiladi.
(Sempre più smarrita. Si sarà dimenticata cos'hanno disponibile? Ultimo tentativo)
M: A cafilatte.
(No. Ok, passiamo ad altre forme di comunicazione)
M: The third from the top!
(Sorriso. Guarda il tabellone del menu. Ce l'abbiamo fatta)
S: Oh, cafeladi
(E io che ho detto? Inutile dire che la pronuncia corretta varia da Starbucks a Starbucks.)

(Ma ora si vendica)
S: Which size?
(Prima domanda. Questa è facile: non si usano galloni, basta dire grande o piccolo)
M: Small, thanks.
S: Is that for here or to go?
(Seconda. E che differenza fa: è solo un caffè e comunque me lo date in bicchieri di carta)
M: To go
S: Would you like chocolate on it?
(Terzo. E no, altrimenti avrei preso il moca-chocolate-latte, ma mi spaventa il nome, quarto dal fondo, in ogni caso)
M: No, thanks
(Il caffè, please, dammi il caffè)
S: What is your name?
(E quattro)
M: Marco
(Pronunciato ben scandito. Ma, che ti interessa poi, scusa?)
S: Ah, Mark
(Quasi, ma lasciamo stare. Qualsiasi cosa, Bob, Jack, Rob, Steve, scegli tu, ma dammi il caffè)
S: Is that all for you today?
(Sì, vorrei prendere anche un croissant, ma tra un'ora ho un meeting)

Locale vuoto. Lascio la cassa. A mani vuote. E mi siedo in paziente attesa.
20 secondi dopo. Esce un'altra Starbucksiana. Sempre tutto vuoto.
S: Mark (forte)
Mi guardo intorno. Nessuno.
M: That's me (ovviamente)
S (passandomi il bicchiere con scritto sopra il nome): Have a wonderful day
M: Ah come inizio, non c'è male...

Quando gli ordini li prende la Fra, tutto prosegue come sopra. Unica variazione:
S: What is your name?
(E quattro)
M: Francesca
S: What a cute name
(nel classico tono californiano)
Il risultato? Nella foto!

27 gennaio 2006

bringmeup


Ieri serata "cineculi" italiana, che suona male ma è solo cibo + film + compagnia rigorosamente italiana a casa di Giovanni. Stranieri ammessi solo in veste ufficiale di accompagnatori di italiani; si parla rigorosamente italiano o dialetto (triestino e siciliano, col secondo siamo più in difficoltà). Unica concessione: i sottotitoli inglesi al film.
Il menu di ieri prevedeva spuntini con un prosciutto di Parma buono e pezzi di grana; pasta alla carbonara per i carnivori e alle cime di asparagi per i vegetariani. Tifo da stadio per gli strangolapreti (ovviamente preparati dalla mamma di una presente). Infine il tiramisu strepitoso della Fra - unico trucco: sapere che il mascarpone si chiama mascarpone-cheese (detto mascarponi) e i savoiardi, un po' trucemente, lady fingers. Ah, con dentro delle scagliette di cioccolato. E chi dice che in America si mangia male?

Per quanto riguarda la parte cine, abbiamo visto La febbre: simpatico ma non credo che lo vedremo recensito da Brodesco su QT. Nei giorni passati ci siamo visti il ben meno convenzionale Pi, piaciuto a me (se visto nella giusta serata) un po' meno alla Fra, che si risvegliava infastidita solo alle urla del protagonista.

25 gennaio 2006

Spiagge



Oggi ho appuntamento con Marco per pranzo a Goleta Beach (n.d.r.nella foto: la spiaggia è quella sullo sfondo, altra sono io!), la spiaggia di Goleta appunto, il sobborgo di Santa Barbara dove viviamo, famoso per le sue coltivazioni di limoni (...dicono, io non ne ho ancora viste!). Come è capitato tutte le volte che mi sono riproposta di andare in spiaggia e fare la vera californiana c'e` un po' di nebbia ma conto che passi per mezzogiorno!
Goleta Beach e` anche vicinissima al campus e ci vanno a correre o a passare un po' di tempo gli studenti di UCSB.

L'area di Santa Barbara ha parecchie spiagge ma una mi ha conquistato il cuore fin dalla prima visita: è l'Arroyo Burro (nome ufficiale Hendry's Beach). Si trova in fondo in fondo a Las Positas Road ed ha un che di "selvaggio".
Tuttavia il mio amore per questa amena insenatura tra due piccole scogliere è un po' calato quando ho scoperto che è pressochè l'unica spiaggia aperta ai cani, quelli al guinzaglio sulla destra, quelli liberi sulla sinistra...io, in questo caso, e solo in questo caso, scelgo sempre la destra :)
Sinceramente non so per quanto tempo rimarrà la mia preferita: temo non molto a lungo.

La terza spiaggia che abbiamo visitato ha il romantico nome di Butterfly Beach e si trova nella vippissima Montecito. E' in gran parte privata con delle villette che guardano direttamente l'occeano. Ci si accede attraverso una scalinata (che sembra essere la parte *pubblica* della spiaggia) e spesso è popolata da surfisti che tentano di catturare le onde (in realtà non molto alte) che si formano!

La nebbia si sta, come avevo previsto, alzando, quindi vado a preparare i panini, salto in bici, e vado.

NB: Ho fissato la pratica per la patente: il 15 febbraio alle ore 2 di pomeriggio, Marco invece, che è più coraggioso la fa lunedì prossimo, vi faremo sapere come va!

24 gennaio 2006

Galloni questi sconosciuti!


Andare a fare la spesa qui in California ci ha creato da subito qualche problemino, non solo per la ovvia mancanza della maggior parte dei prodotti a cui siamo abituati, o per l'enormità delle confezioni (impossibile comprare meno 12 uova e ci sono buste con 100 pannocchie surgelate, giusto per fare degli esempi) ma soprattutto per le bizzarre unita` di misura in uso in questo paese.

Ecco che il latte, l'acqua, i succhi di frutta, la benzina si comprano in galloni (circa 3 litri e mezzo!).

Per misurare il peso (e quindi decidere quanto prosciutto e formaggio farsi tagliare al banco) basti sapere che 16 ounces (scritto 16 oz.) fanno 1 pound (scritto 1 lb.) che vale 453,6 g e che quindi 1 kg = c. 2,2 lb.

Ma là dove si tocca l'apice della irrazionalità sono le misure delle distanze: un pollice, one inch, scritto 1", vale 2,54 cm, 12 inches fanno 1 foot (piede, scritto 1'), 3 feet fanno una yard (91,44 cm), infine 1.760 yards fanno 1 mile che è 1,609 km.

Riassumendo 1 km = 0,621 miles.

Potete immaginarvi il nostro sgomento quando alla motorizzazione ci hanno chiesto il nostro peso e l'altezza. Ora l'abbiamo scoperto e sono fiera di dirvi che sono alta 5 piedi e 05 e che peso la bellezza di 115 pound (questo mi fa un po' impressione!!!!).

Comunque un consiglio: se non avete la macchina non cercate di portarvi a casa più di 1 gallone di cose da bere alla volta!!!

23 gennaio 2006

Di patente e altri sport


Giornata piuttosto eventful: dopo che la Fra ha passato la parte di teoria della patente venerdì scorso, anch'io oggi ho affrontato e superato lo scritto. Adesso rimane da affrontare la parte "behind the wheel"...

Il test della patente è uno dei riti ricorrenti per gli stranieri in California. Tutti quelli con cui si discute dell'argomento, faranno a gara a tranquillizarvi facendo notare come il test sia assai più serio e difficile e insidioso in Italia; che lo si può ripetere tre volte in uno stesso giorno e poi di nuovo il giorno dopo e via così se necessario; che lo si può fare in Italiano (e la leggenda vuole che il numero di domande possibili, già limitato, scenda ulteriormente perché solo una parte è stata tradotta); che non c'è un limite di tempo in cui rispondere alle domande. Tutto vero, però una letta al leggero librettino della teoria conviene comunque darla. Non fosse altro che la lettura permetterà di scoprire che:

  • si può svoltare a destra col semaforo rosso

  • gli stop sono stop e non "rallento un po', vedo cosa succede, e poi via"

  • si può fare un'inversione ad U su una strada con la doppia linea continua

  • esiste un apposito numero per fare i delatori dei propri nonni non più in grado di guidare al meglio delle loro possibilità (not jokin')

  • e tante altre simpatiche amenità


E poi il governor-terminator che vi saluta dalla prima pagina è imperdibile...

L'esame poi è un'altra di quelle occasioni in cui l'Italiano medio potrebbe "spadroneggiare": ci sono 6-solo-6 set di domande (e quindi male che vada, dopo 2 tentativi uno si è le ha viste tutte); gli impiegati tengono sotto il loro sportello il foglio con le soluzioni (chi ha buona vista, l'allunghi); ti riconsegnano il foglio del test opportunamente corretto (e non ci credo che non siano in vendita su ebay).

Ah, tutto questo per la cifra di $26.

Abbiamo anche iniziato il torneo di calcetto (calcio a 7 + il portiere su un campo enorme). Gioco in una squadra che si chiama i Mariners (credo) e giochiamo con un'allegra maglietta arancione. Prima partita un successo: 5 a 2 contro avversari piuttosto modesti e meno in forma di noi...

22 gennaio 2006

Wine Testing


Domenica enologica in giro con i colleghi del lab di Marco per le cantine della Santa Inez Valley: solo un'ora di strada da Santa Barbara, e, grazie al film Sideways, una fama in grado di rivaleggiare con le più nobili (sopravvalutate?) Napa e Sonoma.
Dicono che verso aprile il paesaggio sia in qualche modo simile a quello toscano; in questa stagione, è un po' brullo ma ben tenuto e, come tutto qui in California, si disperde a vista d'occhio.

Le winery sono solitamente delle villette immerse nei campi e le degustazioni sono abbastanza economiche rispetto all'Italia (dai 6 ai 15 dollari per 6 o 7 degustazioni). I vini, secondo il palato mio e di Marco, raffinato dalle lunghe serate in mansarda a Martignano, sono migliorabili: in quasi tutti c'è una ricerca esasperata di sapori di frutta e di aromi particolari che finiscono alla lunga per stufare. Il grado alcolico decisamente elevato, e la possibilità di accompagnare i vini solo a minuscoli pezzi di pane, aiuta però a farsene una ragione...

Ci sentiamo però di consigliarvi il Sirah...in entrambe le cantine era nettamente il vino migliore.

Le due winerys che abbiamo visitato sono Rideau Vineyard's e Sunstone (cantina biologica)

17 gennaio 2006

consigli per una vacanza in california 1


In attesa di scrivere il diario della nostra vacanza estiva, volevamo segnalarvi alcuni posticini carini in cui siamo capitati, più o meno per caso.
Il primo da nominare è senz'altro il THE ROCK di Morro Bay, un centinaio di Km sopra Santa Barbara: caffè espresso dignitoso, internet point, gente rilassata e un buffo cantante-filosofo indio che intratteneva gli ospiti nel giardino! Ha pure un sito web.

Proseguendo verso nord, dopo quasi un giorno di viaggio potete fermarvi a Bodega Bay il paese dove Alfred Hitchcock ha girato il suo film "Gli Uccelli". Qui vi consigliamo di dormire al Bodega Harbor Inn (1345 Bodega Avenue) economico, molto pulito e soprattutto il primo posto senza moquette per terra!!!

Proseguendo ancora verso nord, nella terra delle sequoie giganti, ci sono due cittadine Eureka e Arcata, così di primo acchito non dicono un gran che ma visitandole con calma si capisce che sono particolari, i cittadini di questa zona hann infatti bandito dai centri delle due città McDonald's e similia e quindi ci potete trovare una serie di piccoli baretti e locali dove bere enormi frullati, dove mangiare ottime Bagels e cibo vegetariano:
Los Bagels, Has Beans, dotato di internet point e di un sacco di giochi in scatola, Wildflowers (Wildflower Café , 1604 G. Street , Tel : 707-822-0360) dove mangiare ottimo cibo e bere della buona birra!
Sono tutti (e ce ne sono molti altri) posti dove si vede un'altra America molto distante da quella omologata che spesso noi abbiamo in mente!

PRIMO POST!

Finalmente, come promesso già qualche mese fa prima del nostro "viaggio esplorativo" in California, ecco il primo post di questo blog!
Il cosidetto blocco dello scrittore o panico da pagina bianca ci aveva assalito fin dal primo tentativo!!!
Ora siamo partiti!!!!
Alla prossima