La domenica c'era ogni due ore: 13:10, 15:10, 17:10 e 19:10. Per 4 anni mi ha portato su e giu`, Trento-Bologna.
Poi per quasi 10 anni piu` nulla. Niente piu` treno, in California non si prende, e quasi niente piu` Bologna.
Ieri di nuovo: 13:10. Un fuga pomeridiana semi solitaria, con mia zia. Due passi sotto l'acqua in Via Santo Stefano, uno spettacolo teatrale amatoriale al Piccolo Teatro del Baracccano, e poi via di nuovo, questa volta in macchina, verso Trento.
Quel treno non e` cambiato. Ci mette un po' meno, ha una fermata nuova, ma per il resto e` lo stesso: rumori, odori, le poltrone.
Questa volta non ero io che tiravo su e giu` una pesante valigia, toglievo i
libri dell'esame nella speranza di studiare, o passavo il viaggio a chiacchiere fitte fitte con il
fidanzato. Per me non sono solo passati 10 anni, ma e` passata una vita, un oceano, un matrimonio, una figlia. Ma quel treno mi ha riportata indietro.
Un tuffo nella memoria, mentre fuori scorreva un panorama noto. E quel lasciarsi andare ai pensieri che per me solo il treno ha, proprio per il dondolio, il rumore e il suo odore.
E sicuramente i pendolari, le vittime dei disservizi, ritardi e mancata pulizia, sorrideranno di fronte a questo ingenuo e breve rinnamoramento, e ben ricordo quando proprio quel tragitto non aveva nulla di romantico nemmeno per me. Ma solo per ieri
quel treno mi ha fatto un po' sognare.