03 ottobre 2007

Uno sport brutalmente semplice

Tifosi di UCSB all'Harder Stadium

Sarà per un italico riflusso nostalgico che colpisce i connazionali all'estero, soprattutto quelli, come noi, ospitati in paesi sportivamente "incolti", e soprattutto in periodi di Coppa Campioni (no, ancora non mi sono abituato alla televisiva ciempions lig); sarà invece per un gusto americanissimo per il "plot di redenzione": la squadra scalcagnata che inizia la stagione snobbata dagli esperti e con una raffica di sconfitte, ma che poi riesce a capovolgere ogni pronostico fino a vincere il titolo nazionale; dicevo, per un motivo o per l'altro, questa sera siamo andati a vedere la partita di calcio tra UCSB (l'inaspettato campione in carica di cui sopra) e UCI (sulla carta, un onesto sparring partner).

Premetto che abbiamo resistito solo un tempo: la serata freschina, l'inconsistenza di Irvine, e il rotondo 3-0 a favore di UCSB ci hanno indotto a tornare a casa dopo l'intrattenimento dell'intervallo.

Come sempre in queste situazioni, la sensazione è quella di essere in un film: i giocatori della squadra di casa entrano in campo chiamati dallo speaker e osannati da due ali di cheerleader, lo stadio si mette sull'attenti in rigoroso silenzio per ascoltare l'inno, le cheerleader allietano l'intervallo con un flessuoso balletto, gli spettatori approfittano di ogni momento buono per flirtare, telefonare, mangiare e bere, una banda suona canzoni di incitamento in curva.

Il livello in campo? UCSB sembrava un'onesta squadra di Eccellenza nostrana, con una strana combinazione di tattica inglese (palla lunga e pedalare) e vezzosi virtuosismi brasiliani (finte e controfinte davanti alla propria area di rigore). Gli spettatori? Più corretti che esperti, come dimostra il dialogo tra due virgulti locali: lui dice: "Il calcio sembra brutalmente semplice" e l'altro lui ribatte saggio: "Devi giocare per capire che non è così. È solo da quando ho iniziato a giocare a FIFA (il videogioco) che ne apprezzo la complessità".

Speriamo in Beckham...

5 commenti:

  1. Anonimo01:02

    Comunque i campioni del mondo siamo noi... anche se rammarico il fatto di non disporre di cheerleader!

    B.

    RispondiElimina
  2. Anonimo07:42

    A parte il fatto che quando scrivi questi reportage socioculturali ti adoro (lo dico con cipiglio virile eh, Fra, non ti stare a preoccupare). Ma quand'è che gli insegni a giocare a futbol, a sti ienchi, te che sei buono?

    RispondiElimina
  3. e meno male che c'e` il cipiglio virile :-)

    In realtà gioco a futbol nel torneo tra studenti dell'università: lì il livello è degno delle partite scapoli-ammogliati di fantozziana memoria. Per fortuna, visto l'avanzare preoccupante dell'età e l'imbolsimento generale...

    RispondiElimina
  4. Anonimo10:11

    l'avanzare preoccupante dell'età?????? O, ma dico, sei impazzito???? un po' di rispetto!!!!

    RispondiElimina
  5. Anonimo04:13

    che dire.... dalla tua descrizione sembra proprio di vedere un film... :)

    RispondiElimina