06 maggio 2006

Déjà vu

Pro e contro sulle misure volte a fermare l'immigrazione illegale, una sorpresa e qualche considerazione finale.

Pro
  • "We are forced to pay for the "net cost" of undocumented aliens because the federal government failed to secure the nation's borders"
  • "By cutting benefits to undocumented aliens, [...] could eliminate an incentive to migrate"
  • "we should end those services to illegal immigrants. We are rewarding people for violating US law"
  • "It is time to send a message to illegal immigrants who disregard our laws"
  • "I'm against all those girls coming over here [to have children] so they can get a check, free [food] stamps, medical and everything."
  • "American values are being overrun by an uncontrolled influx of Third World citizens"
Contro
  • "it will neither save money nor stop illegal immigration but will introduce other problems that will affect everybody, not just undocumented immigrant"
  • "it would add to the state's already nightmarish bureaucracy."
  • "would create an underclass of illiterate and impoverished residents ... that would create new risks to public health and new breeding grounds for crime"
  • "can anyone calculate the political cost of again turning away immigrants this time"
  • "transform hundreds of thousands of our hard-working, tax-paying, minimum-wage gardeners and nannies into prison inmates at a cost of tens of billions of dollars"
  • "who is going to pick the fruit in the fields?"
  • "the work force that's being targeted is our work force. And we'd be crazy to come out against our work force"
  • "it's confusing to people that the US is building iron fences after so much talk of us becoming partners."
  • "is also a mandate for ethnic discrimination"
  • "it does not make sense to turn schoolteachers and nurses into Border Patrol agents."

Niente di nuovo o particolarmente sconcertante, si direbbe, visti i tempi che corrono. Dove sta la sorpresa, allora? Che le citazioni non vengono da questi giorni, ma risalgono a parecchi anni fa. Veloce passo indietro: siamo nel 1994, Clinton è l'inquilino della Casa Bianca, Pete Wilson governatore della California. I cittadini del golden state sono chiamati alle urne per votare la Proposition 187, che prevede, tra l'altro, che agli immigrati illegali venga negato l'accesso al sistema educativo e sanitario pubblico (tranne che per le emergenze) e che i sospetti vengano prontamente denunciati alle autorità competenti.
Per la cronaca, i favorevoli alla proposta risulteranno (larga) maggioranza, ma le norme non entreranno mai in vigore, a lungo bloccate in battaglie giudiziarie a livello federale.

Park, professore qui a UCSB, e autore di un articolo (e libro) da cui le citazioni sono tratte, nota due tratti fondamentali del dibattito che allora si sviluppò. Primo, dato per scontato che gli illegali sono del tutto privi di diritti, il discorso si sposta sulla loro utilità. L'illegale non è una "persona", ma una "risorsa umana", da espellere, incarcerare o migliorare, a seconda dei diversi punti di vista. Secondo, nel dibattito si deve registrare la quasi completa assenza della voce dei protagonisti: gli illegali.

Oggi, sul primo punto, siamo fermi a 12 anni fa (e anche andando più indietro le cose non cambierebbero sostanzialmente). Limitatamente al secondo aspetto, invece, le cose sembrano essere ben diverse.

Nessun commento:

Posta un commento