Breve resoconto della parte "turistica"/gastronomica del viaggio della settimana passata.
Il viaggio non inizia sotto i migliori auspici, anzi, inizia sotto una pioggia scrosciante che nemmeno a Trento in autunno... La prima sosta è a Pismo Beach per il pranzo: localetto sushi, cameriere ed avventori orientali, menu per fortuna in inglese: io riparo sul teryaki chicken, ma avrei forse fatto meglio ad osare il crudo pesce. Obbligatoria sosta al caffè lì attaccato (2 dogs o qualcosa di simile), che infrange—mai avrei pensato fosse possibile—il record di lentezza nella preparazione della nostra bevanda preferita. A discolpa dell'addetta (vagamente punk e più certamente assonnata) una dotazione di macchinari non all'altezza. Niente cappuccino perché la schiuma non viene, mi butto sul rabid dog (non scherzo, si chiama così): 2 shot di espresso in una tazza di caffè americano. Bella botta e poi via, di nuovo verso nord.
L'albergo è il claremont: ambiente raffinato, passato altolocato, posizione strategica ai confini tra Berkeley e Oakland sulla parte est della baia, e gran vista dello skyline di San Francisco nei giorni limpidi. La sera ci buttiamo in un indiano a portata di passeggiata: cibo ok ma servizio migliorabile. La sera successiva puntiamo dritti al Blue Nile, splendido ristorante etiope su Telegraph—si mangia con le mani, ambiente vagamente esotico ma non stucchevole e il cibo che buono!— solo per trovarlo chiuso. Per fortuna un tailandese nei pressi fa un degno sostituto. La sera dopo esco con Stefano e il suo collega italiano e andiamo ad un buon ristorante medio-orientale su College Av.: ci buttiamo sul piatto degustazione—una decina di piattini di assaggi diversi— e ce ne andiamo dopo aver praticamente spazzolato tutto.
Mercoledì è già ora di tornare in giù, ma questa volta accompagnati da un bel tempo che—sorpresa—continua anche a Santa Barbara.
1 anno fa