1 anno fa
31 luglio 2008
I'm, I'm a slave for the minimum wage (Planet Funk- Who said)
In ufficio si e` diffuso il panico.
Arnold Scharzenneger ha firmato oggi un executive order che, tra le altre cose, riduce lo stipendio di piu` di 200.000 impiegati statali della California (tra cui la sottoscritta perchè UC e` statale) al minimo sindacale ($6,5 all’ora).
Questa misura estrema e` stata resa necessaria dal fatto che da giugno siamo senza bilancio. I partiti nell’assemblea legislative dello Stato non riescono a trovare un accordo e la California e` alle prese con una situazione economica non delle migliori con la crisi dei mutui e il crollo del mercato immobiliare che si stanno facendo sentire pesantemente.
Domani riceveremo la paga intera per luglio ma ad agosto c'è la possibilità che ci arrivi la paga ridotta di più di un terzo se non passano il bilancio. Una volta approvato il bilancio dovrebbero ridarci la differenza… staremo a vedere, c’e` chi dice che e` solo una manovra per mettere pressione al legislativo…io sono contenta di essere già andata all’outlet!!!
29 luglio 2008
I missed my first Earthquake
...il primo terremoto degno di nota da quando sono qui, e io me lo sono perso. Mi spiego, siccome non ero in ufficio in quel momento, camminavo per strada durante la pausa, non mi sono accorta di nulla.
Chi era dentro dice di averlo sentito chiaramente.
Ritornando verso l'ufficio ho visto tutti i colleghi uscire e dirigersi verso il nostro assembly point. Lì i responsabili per la sicurezza in giacchetta arancione ci hanno fatto dividere per unità e ci siamo contati.
Ovviamente alcuni non sono usciti perchè il terremoto non era abbastanza forte, ma, come giustamente ha detto il nostro uno del "comitato sicurezza": We always evacuate, you never know, when you realize that it is a big one, you are almost dead!". Non ha tutti i torti. Ci ha anche detto che se qualcuno non vuole uscire non dobbiamo trascinarlo via dall'ufficio con aggressività...curioso!
Dopo una mezz'oretta ce ne siamo tornati mesti alle nostre scrivanie.
Due considerazioni: gli americani sono sempre preparatissimi e la persona responsabile per sicurezza è sempre in ferie quando succedono emergenze.
Per fortuna, come titola il Los Angeles Times: Ho, hum, another not-the-Big-One
Chi era dentro dice di averlo sentito chiaramente.
Ritornando verso l'ufficio ho visto tutti i colleghi uscire e dirigersi verso il nostro assembly point. Lì i responsabili per la sicurezza in giacchetta arancione ci hanno fatto dividere per unità e ci siamo contati.
Ovviamente alcuni non sono usciti perchè il terremoto non era abbastanza forte, ma, come giustamente ha detto il nostro uno del "comitato sicurezza": We always evacuate, you never know, when you realize that it is a big one, you are almost dead!". Non ha tutti i torti. Ci ha anche detto che se qualcuno non vuole uscire non dobbiamo trascinarlo via dall'ufficio con aggressività...curioso!
Dopo una mezz'oretta ce ne siamo tornati mesti alle nostre scrivanie.
Due considerazioni: gli americani sono sempre preparatissimi e la persona responsabile per sicurezza è sempre in ferie quando succedono emergenze.
Per fortuna, come titola il Los Angeles Times: Ho, hum, another not-the-Big-One
28 luglio 2008
Vita da single
Marco è partito domenica per una conferenza e tornerà venerdì. Io sto guardando un sacco di film romantici, mangiando davanti alla TV, occupando tutto il letto a stella marina...
Oggi cena di Sushi per salutare Davide che è tornato a Santa Barbara per un paio di settimane.
Per sublimare la mancanza mi sono anche comprata dei confetti di cioccolata fondente ripieni di crema alla menta, buonissimi, devo solo stare attenta a non abusarne.
Oggi cena di Sushi per salutare Davide che è tornato a Santa Barbara per un paio di settimane.
Per sublimare la mancanza mi sono anche comprata dei confetti di cioccolata fondente ripieni di crema alla menta, buonissimi, devo solo stare attenta a non abusarne.
Paul J. Getty
Finalmente, dopo esserci passati sotto innumerevoli volte, sabato ci siamo fermati a visitare il Getty Museum Center.
L'occasione ci è stata data dalla presenza di Paolo, il capo di Marco quando lavorava a Trento, sbarcato a UCLA per una Summer School.
Il Getty sta come appoggiato sulla cima di una collina al confine nord di Los Angeles. E` molto bello. La pietra bianca riflette la luce del cielo (quasi sempre azzurrissimo) e il panorama della città che si gode dalle terrazze è unico.
Le collezioni che abbiamo visto sono state interessanti anche se, come abbiamo detto più volte, i musei americani visitati fino ad ora ci hanno sempre stupito più per la struttura che per il contenuto.
Tutto attorno alle varie ali del museo ci sono giardini: prato all'inglese e fiori colorati.
Dopo un buon gelato a Westwood abbiamo finito la giornata all'outlet di Cammarillo dove mi sono comprata il mio primo completo pantaloni e giacca nero, così adesso ho anch'io la divisa da meeting ufficiale!
27 luglio 2008
Guaranteed sun
"Sole garantito in luglio", così doveva essere Seattle, secondo il taxista. Ovviamente, mentiva, o sbagliava. Nella mia due giorni di Seattle (conferenza), non ho visto il cielo, e tanto meno il sole. Nemmeno per un minuto.
Ma non è stato affatto male.
Intanto, l'albergo: in centro, dalla stanza — allungando la testa — si vedeva anche la baia e la punta dello Space Needle faceva capolino da dietro un altro edificio.
Il cibo niente male. E questo era atteso, visto che a Seattle abbiamo fatto forse la migliore cena americana. Questa volta abbiamo provato il wasabi bistro (ottimo sashimi) e Palomino, un quasi-italiano (antipasti frittissimi, crab cake dignitose e vino con rincaro ridicolo).
A differenza di Santa Barbara, poi, la scelta dei locali post-cena è vastissima. Abbiamo dedicato una serata al Tula's, dove suonava un quartetto jazz non eccezionale ma simpatico e una al Whisky Bar, un classico dive bar. Qui, di nuovo jazz, decisamente meno gradevole, e un round di biliardo.
Piacevole. Al prossimo luglio, Seattle!
Ma non è stato affatto male.
Intanto, l'albergo: in centro, dalla stanza — allungando la testa — si vedeva anche la baia e la punta dello Space Needle faceva capolino da dietro un altro edificio.
Il cibo niente male. E questo era atteso, visto che a Seattle abbiamo fatto forse la migliore cena americana. Questa volta abbiamo provato il wasabi bistro (ottimo sashimi) e Palomino, un quasi-italiano (antipasti frittissimi, crab cake dignitose e vino con rincaro ridicolo).
A differenza di Santa Barbara, poi, la scelta dei locali post-cena è vastissima. Abbiamo dedicato una serata al Tula's, dove suonava un quartetto jazz non eccezionale ma simpatico e una al Whisky Bar, un classico dive bar. Qui, di nuovo jazz, decisamente meno gradevole, e un round di biliardo.
Piacevole. Al prossimo luglio, Seattle!
25 luglio 2008
Estate
In questi giorni riflettevo sull’estate e sul fatto che, da quando vivo qui, non sento più il passare delle le stagioni.
Un ruolo significativo lo gioca il clima: sempre uguale, sempre (o comunque spesso) bello. Non si fanno cambi degli armadi, non si “tirano fuori” le cose di lana, non si mettono mai guanti e berretti. Si gira spesso senza calze e in maniche corte. Le piante fioriscono tre volte all’anno e non perdono mai le foglie. L’orto sarebbe quasi perenne (se ci si dedicasse la giusta attenzione). Le giornate si allungano e accorciano anche qui, ma di meno. D’estate al massimo c’è luce fino alle otto e mezzo.
Non e` solo il clima perograve;, sono anche le abitudini della gente che sono diverse. L’ufficio non si svuota mai, gli americani vanno poco in ferie e di solito non ci vanno d’estate. I negozi non chiudono, nulla chiude.
La città non e` nè più nè meno piena. Le iniziative sono le stesse.
Forse dovrei imparare a trovare altri parametri per vivere e scandire il passare del tempo: gli studenti che se ne vanno a giugno e ritornano a settembre, la stagione delle piogge a gennaio e quella degli incendi ad agosto-settembre, le onde buone per il surf a febbraio e il mare piatto d’estate…
… comunque, venendo all’estate, e` la seconda in cui non faccio ferie significative e ogni tanto mi trovo a pensare con tanta nostalgia all’ultimo giorno di scuola, a quella sensazione unica che si provava sapendo di avere davanti tre lunghi mesi di vacanza. Una sensazione di onnipotenza. Una specie di vertigine, bella!
Mi manca l’estate e mi mancano le stagioni!
Un ruolo significativo lo gioca il clima: sempre uguale, sempre (o comunque spesso) bello. Non si fanno cambi degli armadi, non si “tirano fuori” le cose di lana, non si mettono mai guanti e berretti. Si gira spesso senza calze e in maniche corte. Le piante fioriscono tre volte all’anno e non perdono mai le foglie. L’orto sarebbe quasi perenne (se ci si dedicasse la giusta attenzione). Le giornate si allungano e accorciano anche qui, ma di meno. D’estate al massimo c’è luce fino alle otto e mezzo.
Non e` solo il clima perograve;, sono anche le abitudini della gente che sono diverse. L’ufficio non si svuota mai, gli americani vanno poco in ferie e di solito non ci vanno d’estate. I negozi non chiudono, nulla chiude.
La città non e` nè più nè meno piena. Le iniziative sono le stesse.
Forse dovrei imparare a trovare altri parametri per vivere e scandire il passare del tempo: gli studenti che se ne vanno a giugno e ritornano a settembre, la stagione delle piogge a gennaio e quella degli incendi ad agosto-settembre, le onde buone per il surf a febbraio e il mare piatto d’estate…
… comunque, venendo all’estate, e` la seconda in cui non faccio ferie significative e ogni tanto mi trovo a pensare con tanta nostalgia all’ultimo giorno di scuola, a quella sensazione unica che si provava sapendo di avere davanti tre lunghi mesi di vacanza. Una sensazione di onnipotenza. Una specie di vertigine, bella!
Mi manca l’estate e mi mancano le stagioni!
20 luglio 2008
The Bookclub
Tutto è cominciato con questa email che ho mandato ad un gruppo di amiche un mesetto fa:
Hi Girls,
I love books and I love friends...I decided to try to combine those two things and to start a book club.
I thought about it a lot of times and finally last week, sharing this idea with Adrienne, we decided it was time to put these thoughts into practice.
I really hope you want to join us.
The idea is to meet once a month (what about the third Tuesday of the month) to discuss about the book, to have dinner together, to do fun activities related to what we read...
To honor the movie who partially inspired this club (The Jane Austin bookclub), we decided to start with Persuasion of Jane Austin.
We already have an idea for book n.2 ( Middlesex by Jeffrey Eugenides) but everyone is free to suggest alternatives.
I think that the club could benefit from the presence of one or two more people, therefore if you know someone who would like to join it, let me know!
Ciao!!!
Francesca
Giovedì scorso ci siamo trovate per la prima volta. E` andata bene anche se non abbiamo parlato molto del libro...a dire il vero non è piaciuto particolarmente a nessuna di noi. Rispetto agli altri di Jane Austin l'abbiamo trovato un po' prevedibile.
Qui i book clubs vanno per la maggiore. Secondo me è un bel modo per discutere di libri, per essere spinta a leggere qualcosa che magari non leggeresti e per trovarsi con le amiche.
In fondo anche qui la gente ha voglia di stare insieme, di condividere, di chiacchierare, ma deve sempre trovare un motivo valido per farlo, qualcosa di organizzato...e allora ben venga il book club, soprattutto se riesce a far stare tre americane fuori casa fino alle 10 di sera!!!
Hi Girls,
I love books and I love friends...I decided to try to combine those two things and to start a book club.
I thought about it a lot of times and finally last week, sharing this idea with Adrienne, we decided it was time to put these thoughts into practice.
I really hope you want to join us.
The idea is to meet once a month (what about the third Tuesday of the month) to discuss about the book, to have dinner together, to do fun activities related to what we read...
To honor the movie who partially inspired this club (The Jane Austin bookclub), we decided to start with Persuasion of Jane Austin.
We already have an idea for book n.2 ( Middlesex by Jeffrey Eugenides) but everyone is free to suggest alternatives.
I think that the club could benefit from the presence of one or two more people, therefore if you know someone who would like to join it, let me know!
Ciao!!!
Francesca
Giovedì scorso ci siamo trovate per la prima volta. E` andata bene anche se non abbiamo parlato molto del libro...a dire il vero non è piaciuto particolarmente a nessuna di noi. Rispetto agli altri di Jane Austin l'abbiamo trovato un po' prevedibile.
Qui i book clubs vanno per la maggiore. Secondo me è un bel modo per discutere di libri, per essere spinta a leggere qualcosa che magari non leggeresti e per trovarsi con le amiche.
In fondo anche qui la gente ha voglia di stare insieme, di condividere, di chiacchierare, ma deve sempre trovare un motivo valido per farlo, qualcosa di organizzato...e allora ben venga il book club, soprattutto se riesce a far stare tre americane fuori casa fino alle 10 di sera!!!
14 luglio 2008
Journalism
Diceva Terzani in uno dei suoi libri:
" Folco, se tutto quello che ho detto o che dirò dovesse comparire in stampa, devi assolutamente controllare i dettagli. Perchè basta un dettaglio sbagliato e tutto perde credibilità. [...]Un errore così toglie credibilità a 300 pagine. Se vuoi essere preso sul serio devi sempre fare questo controllo. Sempre [...]Questo è il vero giornalismo"
Sabato 12 luglio Repubblica chiudeva così il suo articolo sugli incendi in California.
Circa 3mila uomini sono al lavoro sull'incendio più pericoloso, il "Gap Fire" a nord di Santa Barbara, che minaccia mille case nella città di Paradise, dove 14mila persone sono state già evacuate.
Lo stesso giorno il sito della Contea di Santa Barbara riportava: The Gap Fire is now 75% contained. Full containment is still set for Wednesday.
Non che io voglia fare polemica gratuita sull'abbaglio preso da Repubblica sullo stato del fuoco, sul numero di persone evcuate e sulla inesistente città di Paradise, è che è un periodo che ci accorgiamo che spesso gli articoli esteri di Repubblica e Corriere on line vengono copiati spudoratamente da pezzi del Los Angeles Times, or NY Times a distanza di qualche giorno...a quel punto però il solerte traduttore, dovrebbe anche aggiornare i dati.
" Folco, se tutto quello che ho detto o che dirò dovesse comparire in stampa, devi assolutamente controllare i dettagli. Perchè basta un dettaglio sbagliato e tutto perde credibilità. [...]Un errore così toglie credibilità a 300 pagine. Se vuoi essere preso sul serio devi sempre fare questo controllo. Sempre [...]Questo è il vero giornalismo"
Sabato 12 luglio Repubblica chiudeva così il suo articolo sugli incendi in California.
Circa 3mila uomini sono al lavoro sull'incendio più pericoloso, il "Gap Fire" a nord di Santa Barbara, che minaccia mille case nella città di Paradise, dove 14mila persone sono state già evacuate.
Lo stesso giorno il sito della Contea di Santa Barbara riportava: The Gap Fire is now 75% contained. Full containment is still set for Wednesday.
Non che io voglia fare polemica gratuita sull'abbaglio preso da Repubblica sullo stato del fuoco, sul numero di persone evcuate e sulla inesistente città di Paradise, è che è un periodo che ci accorgiamo che spesso gli articoli esteri di Repubblica e Corriere on line vengono copiati spudoratamente da pezzi del Los Angeles Times, or NY Times a distanza di qualche giorno...a quel punto però il solerte traduttore, dovrebbe anche aggiornare i dati.
10 luglio 2008
Step out please!
Ore 7.00: SVEGLIA!!!!
Ore 7.50: (ancora in pigiama) Decido di fare una telefonata in Italia dal telefono fisso. Compongo 9 011 0461 XXXXXX, parlo al telefono e alle 7 e 55 metto giù.
Ore 7.56: Ring! Ring!
Io - Hallo!?
Loro - Hi, UCSB Police department, we received a call from your extension, is everything ok?
Io - (polizia???) Yes, I am sorry, I didn't call you, I called Italy a few moments ago, everything is fine, thank you.
Loro - I am glad that everything is fine, but we have to send a car to check on you.
Io - OK
Marco, stanno arrivando i poliziotti, non preoccuparti, nulla di grave, io corro a vestirmi!
Ore 7.59 (qui i poliziotti volano) Marco avvista i poliziotti dalla finestra della cucina e va ad aprire la porta.
I poliziotti vedono che la porta si sta aprendo e si bloccano sulle scale temendo (crediamo noi) che uscissimo armati
Ore 8.00 Ring! Ring!
Io - Hallo!?
Loro - UCSB POlice Department, the officers are outside your home, please step out of the home.
Io e Marco usciamo dalla porta (senza mani alzate però) e due cops ci chiedono se va tutto bene e cercano di capire la situazione (scena da film, avete presente quando cercano di guardare dietro le spalle, dentro la casa per capire se è veramente tutto a posto).
Noi chiariamo quello che è successo e ci dichiariamo innocenti, a me trema la voce dalla strizza (segno evidente di colpevolezza), un po' scettici (o semplicemente scazzati per il giro a vuoto o impressionati dal pigiama di Marco :)) se ne vanno.
Lezioni imparate:
1) Mai più usare il telefono di casa.
2) Mai aprire la porta prima che il poliziotto bussi.
3) Essere sempre visibili.
4) Evitare di far parlare me.
Tutto bene quello che finisce bene...a parte lo stress di prima mattina.
Ore 7.50: (ancora in pigiama) Decido di fare una telefonata in Italia dal telefono fisso. Compongo 9 011 0461 XXXXXX, parlo al telefono e alle 7 e 55 metto giù.
Ore 7.56: Ring! Ring!
Io - Hallo!?
Loro - Hi, UCSB Police department, we received a call from your extension, is everything ok?
Io - (polizia???) Yes, I am sorry, I didn't call you, I called Italy a few moments ago, everything is fine, thank you.
Loro - I am glad that everything is fine, but we have to send a car to check on you.
Io - OK
Marco, stanno arrivando i poliziotti, non preoccuparti, nulla di grave, io corro a vestirmi!
Ore 7.59 (qui i poliziotti volano) Marco avvista i poliziotti dalla finestra della cucina e va ad aprire la porta.
I poliziotti vedono che la porta si sta aprendo e si bloccano sulle scale temendo (crediamo noi) che uscissimo armati
Ore 8.00 Ring! Ring!
Io - Hallo!?
Loro - UCSB POlice Department, the officers are outside your home, please step out of the home.
Io e Marco usciamo dalla porta (senza mani alzate però) e due cops ci chiedono se va tutto bene e cercano di capire la situazione (scena da film, avete presente quando cercano di guardare dietro le spalle, dentro la casa per capire se è veramente tutto a posto).
Noi chiariamo quello che è successo e ci dichiariamo innocenti, a me trema la voce dalla strizza (segno evidente di colpevolezza), un po' scettici (o semplicemente scazzati per il giro a vuoto o impressionati dal pigiama di Marco :)) se ne vanno.
Lezioni imparate:
1) Mai più usare il telefono di casa.
2) Mai aprire la porta prima che il poliziotto bussi.
3) Essere sempre visibili.
4) Evitare di far parlare me.
Tutto bene quello che finisce bene...a parte lo stress di prima mattina.
08 luglio 2008
Due anni fa...
05 luglio 2008
festa dell'indipendenza
Complicato e un po' surreale questo weekend, lungo per il 4 luglio. Da una parte le celebrazioni della festa dell'indipendenza — che per noi sono soprattutto sinonimo di fuochi d'artificio in riva all'oceano — e le gire fuori porta — le spiagge di Montecito ieri e l'interno verso Ojai e lake Casitas quest'oggi. Dall'altra, le orecchie e gli occhi tese verso l'incendio, vicino e minaccioso.
Sul fronte incendio, questi ultimi due giorni sono stati decisamente più tranquilli: i sundowner, i venti caldi che alla sera spingono dall'interno verso la costa, ci hanno dato un po' di tregua e non hanno spinto le fiamme troppo vicino alle case di Goleta. Sul piano amministrativo, il nostro è giudicato l'incendio a priorità maggiore, e questo ci dà accesso agevolato alle risorse necessarie per combatterlo.
Il pericolo non è ancora scampato (l'incendio è contenuto per appena il 15%), ma l'atmosfera fa decisamente meno "armageddon" di giovedì scorso, quando l'aria era nero seppia, dal cielo cadeva una fitta pioggia di cenere e la polizia e i vigili del fuoco chiudevano in fretta e furia le uscite dell'autostrada vicino a casa nostra...
03 luglio 2008
GAP fire
Esattamente ad un anno dall’inizio dello Zaca fire, eccoci di nuovo alle prese con gli incendi.
La California del nord brucia da ormani tre settimane e ieri sera e` toccata anche a noi, con un incendio a sole 3 miglia da Goleta.
Un paio di mie colleghe hanno dovuto lasciare le loro case, parecchi hanno ricevuto l’avviso di preparare le valigie e stare pronti.
Dalla finestra del mio ufficio vedo chiaramente l’incendio, gli aerei e gli elicotteri che ci volano sopra e spargono ritardante. Per tutta la mattina e` stato un susseguirsi di momenti in cui sembrava controllato, e altri in cui ripartiva.
E ovviamente l’aria gia` ne risente, con pezzi di cenere che svolazzano in giro.
Update: alle 19:00 e` sparita la luce, abbiamo fatto le valigie emesso le cose preziose in macchina. Questo è quello che vedevamo ieri dalla finestra di casa nostra:
La California del nord brucia da ormani tre settimane e ieri sera e` toccata anche a noi, con un incendio a sole 3 miglia da Goleta.
Un paio di mie colleghe hanno dovuto lasciare le loro case, parecchi hanno ricevuto l’avviso di preparare le valigie e stare pronti.
Dalla finestra del mio ufficio vedo chiaramente l’incendio, gli aerei e gli elicotteri che ci volano sopra e spargono ritardante. Per tutta la mattina e` stato un susseguirsi di momenti in cui sembrava controllato, e altri in cui ripartiva.
E ovviamente l’aria gia` ne risente, con pezzi di cenere che svolazzano in giro.
Update: alle 19:00 e` sparita la luce, abbiamo fatto le valigie emesso le cose preziose in macchina. Questo è quello che vedevamo ieri dalla finestra di casa nostra:
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