19 gennaio 2011

Le altre donne di Conchita De Gregorio

...condivido con voi, con amarezza e speranza...

Le altre donne
di Concita De Gregorio

Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».

Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto. È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità. E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.
Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale. E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità. L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente. E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.

Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.

La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi. Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi. E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.

Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? - per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone.

Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari». Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.
18 gennaio 2011

12 commenti:

  1. Bello. Grazie. Ora lo condiviso anche su FB.

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  2. Amarezza e speranza!

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  3. Anonimo07:36

    L'attuale condizione femminile è il risultato dell'aria asfittica di questo Paese,in cui solo il 46% delle donne lavora o è occupata.
    Se siamo messe in un cantuccio o sotto questo maledetto soffitto di cristallo, come facciamo a dimostrare di essere migliori dello stereotipo tanto caro a Berlusconi e al maschio italiano medio?
    Pukka

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  4. Anonimo08:37

    io ammiro moltissimo concita de gregorio. E' una donna saggia, di cultura, direttore di un giornale e madre di svariati figli. E' un importante esempio di donna.

    Quello che ha scritto e' assolutamente vero.

    Anche per le bambine che aspettiamo, e' un bene che crescano lontano dall'Italia. Non sarebbe giusto umiliarle con questo degrado.


    valescrive

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  5. Andrea15:13

    Ma sono l'unico ad essere profondamente deluso dal silenzio della chiesa su questa vicenda?

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  6. Anonimo17:24

    per quel che mi riguarda la chiesa o e' inutile o e' dannosa. Non mi aspettavo interventi in tal senso.
    ANche stavolta e' stato un "COme volevasi dimostrare".
    Ma io sono una mangia preti

    valescrive

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  7. Anonimo23:10

    La chiesa invita a "contestualizzare" le bestemmie di Berlusconi (e la sua comunione da pluri divorziato): cosa c'è da aspettarsi?
    Pukka

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  8. Non ho parole da aggiungere, ma mille riflessioni che si scatenano in testa!

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  9. Mi unisco a voi e concordo pienamente con i commenti scritti sopra.
    Ho condiviso il tuo post sia sul FB che sul blog, spero non ti dispiaccia.

    Tanta amarezza e davvero poca speranza. .. io non ne ho più!
    Non c'è limite al peggio! Io mi vergogno davvero del paese in cui vivo.
    ciao Maè

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  10. @ tutti: grazie dei commenti. Non mi sembra vero che non ci sia stata una sollevazione di sdegno rispetto a questa vicenda, a prescindere dal reato o meno, dalla procura competente etc...
    Sembra ormai che siamo anestetizzati, abituati a tutto. Condividere l'articolo era, nel mio piccolo, un modo per esprimere lo sdegno.

    PS: per quel che riguarda la chiesa non ho le idee chiare ma sento forte l'ipocrisia di dire no ai DICO e passare questo sotto silenzio.

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  11. Anonimo12:28

    Grazie Fra, è importante questa condivisione.

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  12. Sara01:43

    Siamo 'rassegnati' purtroppo, ed è la cosa peggiore. Condivido, comunque, il pensiero di una mia amica che ha osservato come l'opposizione dovrebbe farsi un bell'esamino di coscienza e non sempre puntare il dito sugli 'altri', ma capire una buona volta che se non si svegliano, la gente continuerà a votare così. La cosa triste è che metà degli italiani vorrebbero in realtà essere così. Mi aggiungo allo sdegno, perché questo è davvero uno dei momenti più bassi che il nostro paese abbia mai vissuto. Per quanto riguarda la Chiesa, ho perso ogni speranza da tempo. Purtroppo.

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