26 marzo 2006

Carramba!!!!



Domenica. Ore 13.00. Dopo una passeggiata sulla spiaggia accompagnata da un po' di vento e da un sole velato, stiamo per tornare alla macchina quando sento una voce chiamare: "Marco!", mi giro e vedo solo un gruppetto di persone che chiacchierano tra loro, Marco al mio fianco non sente nulla. Di nuovo: "Marco!". Questa volta mi volto in tempo per catturare uno sguardo fugace da parte di un tizio sdraiato su un asciugamano. Anche Marco sente il secondo richiamo e istantaneamente riconosce Terry e Joe, due dei sui vecchi compagni di casa (casa...insomma...quella cosa nella foto) dell'estate 2001. Gran saluti, strette di mano, "che caso rincontrarsi!", "ma cosa fai adesso?", "ti pensavo in Italia", "ti ricordi quell'estate..." e mentre si scambiano aggiornamenti e ricordi io fuggo con il pensiero ai racconti di Marco di quell'estate.
Aveva dovuto lasciare gli apparatamenti dell'università che chiudevano per l'estate e si era trovato a vivere con questi altri cinque ragazzi il cui stile di vita prevedeva più o meno: alzarsi verso le 5 di pomeriggio, giocare col calcetto sistemato nel giardino, uscire per comprare i kegs di birra, party tutta notte, collassare verso l'alba e dormire fino al pomeriggio successivo e via così. Notorie erano poi rimaste alcune avventure particolari, quando per esempio Ryan (da allora chiamato Rambo), si era ferito alla mano durante una di queste feste e si era ricucito artigianalmente, oppure quando Terry, durante un drinking game che consisteva nel saltare da un palo all'altro della staccionata e bere ad ogni sosta sostanziosi sorsi di birra, si era disolcato il ginocchio con successiva necessaria (e costosissima) operazione.
Li fissavo curiosa di vederli finalmente in faccia e un po' sorpresa di trovarmi davanti a dei ragazzi normali.
Scopriamo con nostra (forse più mia) grande sorpresa che, per usare le loro stesse parole, "they are all doing pretty well", chi ha trovato un buon lavoro, chi invece sta finendo il master con l'idea di andare poi a fare l'insegnate alle scuole superiori pubbliche (quasi una missione), per aiutare i ragazzi a scegliere meglio il loro futuro.
Insomma, Marco me li aveva definiti ubriaconi con un po' di poesia, col passare degli anni probabilmente la poesia ha avuto la meglio

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