Il luogo era suggestivo, una casa a picco sull'oceano, l'orario un po' scandinavo (dalle 5.30 alle 8.30), gli alcolici banditi!
Devo dire che, nonstante il clima un po' da oratorio, è stato divertente. Si sono subito creati gruppetti etnici ben distinti: coreani da una parte, giapponesi dall'altra, arabi e poi il mix europei (noi e la norvegese) e sud americani (brasiliani e cileni)!
Abbiamo scoperto alcune cose interessanti:
- in Norvegia gli alunni dell'ultimo anno delle superiori festeggiano durante tutto l'ultimo mese di scuola, la cosidetta RUSS. Comprano dei pullman e li trasformano in case, si vestono tutti uguali con una salopette rossa e un buffo cappellino e più prove superano durante quel mese (dalle più caste tipo baciare un poliziotto o dormire all'interno di una rotonda, fino all più "disinvolte"...e qui lascio alla vostra immaginazione) più pendagli possono attaccare alla mazzoccole del cappellino. Da quello che ci ha detto Madelen l'intera Norvegia vive un mese di delirio. Mentre ce lo raccontava, si ripetiva stupita, maybe Norway is not so boring
- Il cileno e il brasiliano, che pure non vivono in paesi noti per la loro "bacchettonaggine" sono sorpresi dalla disivoltura delle ragazze americane e dai party selvaggi che ogni sera si tengono in Isla Vista, il quartiere vicino al capus.
- è innegabile: i popoli latini si assomigliano davvero tanto: ci piacciono le stesse cose (col brasiliano si parlava di danza e calcio), ci stupiscono le stesse cose (retaggi di dominazioni cattoliche?), gesticoliamo allo stesso modo e costruiamo le frasi in inglese come nella lingua d'origine. Risultato? Tra noi ci capiamo benissimo, con gli autoctoni un po' meno...
- Dopo aver preso un colpo, per esprimere dolore, noi diciamo aia, gli americani ouch o au, i norvegesi un buffissimo avvv
- I norvegesi, sempre loro, impazziscono per il gruppo di teeneager che canta musica d'opera in versione pop (?), che si chiamano "Il Divo" e che credono essere italiani. Abbiamo subito controllato, ma i loro nomi Carlos, David e soprattutto Sebastien e Urs ci fanno pensare che forse proprio italiani non sono. Per fortuna.
- I brasiliani ci spingono un po' ad ira perché hanno pure loro il complesso del "quest'anno dobbiamo per forza vincere la coppa del mondo di calcio". Cosa ci distingue? Che loro, a differenza di noi, la vincono per davvero.
Piccola nota di colore: una delle insegnanti del corso è il volto di Carrie di Sex & the City sul corpo di Maga Magò: uno spettacolo!
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