08 gennaio 2008

Tears for fears



Secondo i pundit di CNN, autodefinitisi "the best political team on TV", è stata la dimostrazione d'emozione (genuina o simulata?) di Hillary a convincere le donne del New Hampshire ad andare alle primarie e votare per lei. Più probabile, per quanto meno suggestivo, che abbia invece funzionato il lavoro di campagna iniziato mesi e mesi fa e il network di amicizie e contatti che l'altro Clinton, Bill, aveva lasciato qui dai tempi delle sue presidenze.

Fatto sta, Hillary — senza il cognome, come si fa chiamare lei, per distanziarsi dal marito, di volta in volta, prezioso asset o ingombrante fardello — mette qualche risicato punticino percentuale tra lei e Barack Obama e torna a respirare dopo la batosta dell'Iowa. E già si parla — potere delle suggestioni — di lei comeback kid (la ragazzina che ha fatto la rimonta), riandando con la memoria all'altro Clinton, Bill, che così si definì qui, nel 1992, dopo che, quando ormai tutti lo davano per spacciato, riuscì a conquistare un vitale secondo posto, dando inizio, di fatto, all'era Clinton.

Cosa succederà adesso? Difficile dirlo. Una delle prossime tappe chiave, però, è la South Carolina, che con il suo elettorato largamente di colore, dirà se Obama è in grado di assicurarsi il voto degli afro-americani.

Appuntamento a fine gennaio!

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