1 anno fa
19 dicembre 2007
We love Italy
un breve e piacevole intermezzo bolognese...
Beato chi ha inventato il crudo, la spalla cotta nella cenere, la salsiccia fresca e la petroniana...e a chi ce le fa provare.
12 dicembre 2007
Cara Santa Lucia,
Cara Santa Lucia,
l'anno scorso c'e` stata un po' di confusione e non sei riuscita a trovarmi: lo capisco, eravano negli States da pochi mesi e avevamo appena cambiato casa. Quest'anno vorrei semplificarti un po' la vita: domani mattina saremo qui a Goleta, giovedi` mattina in volo e venerdi` a Trento...vieni pure dove sei piu` comomda.
Ti aspetto,
Fra
l'anno scorso c'e` stata un po' di confusione e non sei riuscita a trovarmi: lo capisco, eravano negli States da pochi mesi e avevamo appena cambiato casa. Quest'anno vorrei semplificarti un po' la vita: domani mattina saremo qui a Goleta, giovedi` mattina in volo e venerdi` a Trento...vieni pure dove sei piu` comomda.
Ti aspetto,
Fra
08 dicembre 2007
Only in America
Quando pensavate di averle viste tutte — l'attore diventato presidente, l'austriaco diventato governatore, lo scandalo sessuale nella stanza ovale, il conservatore anti-gay che abborda uomini nei bagni dell'aeroporto, hillary che fa campagna con uno spot della Apple anni '80 — ecco che arriva Mike Huckabee, che vi fa capire che di politica, comunicazione e humor in America ancora non ne sapete nulla.
Per capirci, Huckabee è uno dei candidati repubblicani di punta per le prossime presidenziali.
Per capirci, Huckabee è uno dei candidati repubblicani di punta per le prossime presidenziali.
03 dicembre 2007
Conto alla Rovescia
-10
Non mi sembra vero che tra dieci giorni saliremo su un aereo per tornarcene, almeno per un po', a casa.
Al rientro dalle Hawaii siamo stati inghiottiti dai rispettivi lavori (in questo periodo parecchio esigenti in termini di tempo) e quest'ultima settimana è letteralmente volata. Sabato abbiamo fatto un giro esplorativo per i regali di Natale. Qui ci provano con tutta la buona volontà a mettere fuori addobbi e luci per creare un po' di atmosfera, ma a me, a girare per negozi senza sciarpa e guanti, proprio non mi sembra Natale.
Non vedo l'ora di bere un bulè ai mercatini.
Non mi sembra vero che tra dieci giorni saliremo su un aereo per tornarcene, almeno per un po', a casa.
Al rientro dalle Hawaii siamo stati inghiottiti dai rispettivi lavori (in questo periodo parecchio esigenti in termini di tempo) e quest'ultima settimana è letteralmente volata. Sabato abbiamo fatto un giro esplorativo per i regali di Natale. Qui ci provano con tutta la buona volontà a mettere fuori addobbi e luci per creare un po' di atmosfera, ma a me, a girare per negozi senza sciarpa e guanti, proprio non mi sembra Natale.
Non vedo l'ora di bere un bulè ai mercatini.
29 novembre 2007
26 novembre 2007
Aloha au i Hawai`i!
Partenza da Maui in tarda serata, atterraggio a Los Angeles alle 5 di mattina, pronti in ufficio alle 9 con la sabbia ancora nelle ciabatte, e negli occhi:
20 novembre 2007
Partiamo per le Hawaii!
Hau’oli La Ho’omakika’i (pronounced how-oh-lay la ho-o-ma-key-kah-ee)
Buon Thanksgiving a tutti!
A hui hou kakou
Francesca e Marco
Buon Thanksgiving a tutti!
A hui hou kakou
Francesca e Marco
14 novembre 2007
Ambientetrentino
Volevo segnalarvi che ho scritto un articolo sugli incendi che ci sono stati in California per il sito Ambientetrentino.
Sullo stesso sito ho una piccola rubrica su cui ogni tanto scrivo da oltreoceano.
Sullo stesso sito ho una piccola rubrica su cui ogni tanto scrivo da oltreoceano.
13 novembre 2007
Flavors
In questo blog si finisce spesso per parlare di food; dei sapori nuovi che sperimentiamo al ristorante, di quelli che inventiamo in cucina, di quelli italiani che ci mancano.
Mi ricordo chiarissimamente i primi giorni di questa nostra avventura americana: vagavo nei supermercati cercando di trovare quello che volevo, scrutavo gli scaffali sperando di ritrovare colori, disegni, marche conosciute, e poi ne uscivo quasi sempre un po' delusa.
Mi sembrava quasi che se fossi riuscita a cucinare qualcosa di veramente italiano, se fossi riuscita a mettere in tavola un sapore conosciuto, familiare e rassicurante, automaticamente anche tutto il resto sarebbe diventato conosciuto, familiare e rassicurante.
Poi ho cominciato ad imparare, ho imparato cosa comprare in ogni supermercato e dove trovare gli ingredienti migliori, ma contemporaneamente, mano a mano che il mondo esterno diventava "amico", ho anche cominciato ad avere voglia di sperimentare ingredienti e combinazioni nuove.
Mentre scoprivo nuove strade, nuovi panorami, nuove specie di palme, mentre imparavo come muovermi, cosa dire, cosa fare, parallelamente nell nostro frigo entravano avocados e panna acida, nella nostra dispensa sciroppo d'acero e Mexican brown rice, sapori indiani, messicani e, perchè no, pure americani.
Questa evoluzione cosmopolita non ha certo intaccato il primato della pasta e del sugo di pomodoro, e certo non limita gli attacchi di pura gioia che mi prendono quando trovo qualcosa di italiano originale al supermercato, o quando, come ieri sera, si mangia polenta salciccia e funghi a casa di Federica e Alberto.
Oggi, dopo un mese di voglie e di ricerche, una piccola confezione di castagne importate dall'Italia ha fatto la sua comparsa nel reparto frutta e verdura del nostro supermercato biologico preferito: 30 castagne al prezzo di 7 dollari ma volete mettere il valore affettivo!!!
Mi ricordo chiarissimamente i primi giorni di questa nostra avventura americana: vagavo nei supermercati cercando di trovare quello che volevo, scrutavo gli scaffali sperando di ritrovare colori, disegni, marche conosciute, e poi ne uscivo quasi sempre un po' delusa.
Mi sembrava quasi che se fossi riuscita a cucinare qualcosa di veramente italiano, se fossi riuscita a mettere in tavola un sapore conosciuto, familiare e rassicurante, automaticamente anche tutto il resto sarebbe diventato conosciuto, familiare e rassicurante.
Poi ho cominciato ad imparare, ho imparato cosa comprare in ogni supermercato e dove trovare gli ingredienti migliori, ma contemporaneamente, mano a mano che il mondo esterno diventava "amico", ho anche cominciato ad avere voglia di sperimentare ingredienti e combinazioni nuove.
Mentre scoprivo nuove strade, nuovi panorami, nuove specie di palme, mentre imparavo come muovermi, cosa dire, cosa fare, parallelamente nell nostro frigo entravano avocados e panna acida, nella nostra dispensa sciroppo d'acero e Mexican brown rice, sapori indiani, messicani e, perchè no, pure americani.
Questa evoluzione cosmopolita non ha certo intaccato il primato della pasta e del sugo di pomodoro, e certo non limita gli attacchi di pura gioia che mi prendono quando trovo qualcosa di italiano originale al supermercato, o quando, come ieri sera, si mangia polenta salciccia e funghi a casa di Federica e Alberto.
Oggi, dopo un mese di voglie e di ricerche, una piccola confezione di castagne importate dall'Italia ha fatto la sua comparsa nel reparto frutta e verdura del nostro supermercato biologico preferito: 30 castagne al prezzo di 7 dollari ma volete mettere il valore affettivo!!!
12 novembre 2007
Primizie
Lo so che c'è chi maligna che i mancati aggiornamenti sull'orto siano una silenziosa ammissione di fallimento.
In realtà la situzione è fluida.
Il roditore ha continuato le sue incursioni ma essendosi ormai pappato tutto quello che gli piaceva, si limita e rosicchiare qui e lè senza troppi danni.
La rucola cresce, i fagiolini fioriscono, le biete e gli spinaci si difendono.
Ma il vero fiore all'occhiello sono le piante di zucchine. Gli zucchini sono ancora piccolini, ma promettenti e i fiori di zucca sono davvero una gioia per gli occhi e il palato.
In realtà la situzione è fluida.
Il roditore ha continuato le sue incursioni ma essendosi ormai pappato tutto quello che gli piaceva, si limita e rosicchiare qui e lè senza troppi danni.
La rucola cresce, i fagiolini fioriscono, le biete e gli spinaci si difendono.
Ma il vero fiore all'occhiello sono le piante di zucchine. Gli zucchini sono ancora piccolini, ma promettenti e i fiori di zucca sono davvero una gioia per gli occhi e il palato.
08 novembre 2007
Nebbia e freddo...
...uffa!!!!
E` una settimana che c'è nebbiolina, freddo e grigio, caro sole, dove sei finito?
Sembra di essere a San Giovanni in Persiceto, non a Santa Barbara.
E` una settimana che c'è nebbiolina, freddo e grigio, caro sole, dove sei finito?
Sembra di essere a San Giovanni in Persiceto, non a Santa Barbara.
02 novembre 2007
Reading...
Non so se avete notato il nostro quasi-nuovo simpatico badge sulla destra. Speriamo di essere costanti e di tenere aggiornata questa lista di libri che leggiamo (e provare ad aggiungere un po' alla volta quelli che abbiamo letto).
Per rimanere in tema lettura: io di solito se comincio un libro lo finisco e non salto da uno all'altro.
Però al momento sono presenti sul mio comodino ed iniziati:
1) Reading Lolita in Theran di Azar Nafisi (in inglese)
2) La recita di Bolzano di Sandor Marai (in italiano)
3) Eat Pray Love di Elizabeth Gilbert (in inglese)
4) L'ombra di Heidegger di José Pablo Feinmann (in italiano)
Di tutti sono circa a pagina 30 e la situazione non sembra evolvere.
Aspetto consiglio sul da farsi.
Per rimanere in tema lettura: io di solito se comincio un libro lo finisco e non salto da uno all'altro.
Però al momento sono presenti sul mio comodino ed iniziati:
1) Reading Lolita in Theran di Azar Nafisi (in inglese)
2) La recita di Bolzano di Sandor Marai (in italiano)
3) Eat Pray Love di Elizabeth Gilbert (in inglese)
4) L'ombra di Heidegger di José Pablo Feinmann (in italiano)
Di tutti sono circa a pagina 30 e la situazione non sembra evolvere.
Aspetto consiglio sul da farsi.
29 ottobre 2007
Seattle
E` la città dei no-global, la città di Grey's Anatomy, la città del primo Starbucks.
E` la città di Bill Gates, la città dello Space Needle, la città del grunge.
Seattle è un'altra città americana che ci è piaciuta molto.
E` vero che vivere a Santa Barbara ci rende particolarmente affascinabili da ogni città degna di tale nome (cioè con edifici di pietra e persone che camminano), ma a parte questo, Seattle ci ha colpiti, belle strade, belle case di mattoni rossi, bei negozi, tantissimi caffè, e una temperatura autunnale freddina al punto giusto.
La mattina ci siamo persi tra gli odori e i colori del Pike Place Market, uno dei rari autentici mercati coperti degli Stati Uniti. Ci vendono fiori, frutta, verdura, pesce fresco. Sono caratteristiche le marmellate biologiche caffè, miele e salse piccanti.
Ora ci sono anche alcuni negozi di artigianato e ristoranti e baracchini di sandwich.
Abbiamo pranzato nel caffè della Elliot Bay Book Company, e bevuto il caffè al tradizionale Caffè Umbria.
Abbiamo sorriso nel leggere la storia del totem di Pioneer Square.
Sembra infatti che nel 1890 alcuni pionieri ubriachi abbiano rubato agli indiani un totem e lo abbiano piazzato in Pioneer Square. Nel 1938 quel totem fu bruciato da un piromane. La città pensò quindi di mandare 5000 dollari agli indiani perchè ne scolpissero un altro. La tribù incassò l'assegno e scrisse sul retro "Grazie per aver pagato il primo. Quello nuovo vi costerà altrettanto".
Siamo saliti sullo Space Needle e da lì abbiamo ammirato una baia degna rivale di quella di San Francisco e infine ci siamo concessi una cenetta da Chez Shea, una delle esperienza culinarie migliori della nostra permanenza.
Halloween
Con una fuga a Seattle ci siamo evitat..ehm...persi il week end di Halloween a Isla Vista. Abbiamo tempo mercoledì (il giorno di Halloween vero e proprio) per rifarci.
22 ottobre 2007
And I have been woking 5 days...full time! (O.A.R.)
E` ufficiale! Lo posso scrivere sul blog!
Da oggi lavoro full time.
Tre settimane fa si era aperta una posizione nella mia unit, ho fatto domanda, mi hanno chiamato per un colloquio (me e altri quattro candidati) e giovedì scorso la bella notizia: you have been selected!
La nuova posizione è interessante e con molte più responsabilità e piena di cose da imparare.
Sono contenta.
Oltre che la soddisfazione personale, c'è anche la solita constatazione da fare: un mercato del lavoro dinamico ha i suoi lati positivi, si entra in una organizzazione, si lavora, si capisce cosa piace e cosa no, si cresce. Si libera un posto, fanno il recruitment, selezionano e avanti. Tutto in tempi rapidi e con una certa trasparenza.
Poi magari tra un anno possono avviare una procedura di licenziamento, ma intanto...
Da oggi lavoro full time.
Tre settimane fa si era aperta una posizione nella mia unit, ho fatto domanda, mi hanno chiamato per un colloquio (me e altri quattro candidati) e giovedì scorso la bella notizia: you have been selected!
La nuova posizione è interessante e con molte più responsabilità e piena di cose da imparare.
Sono contenta.
Oltre che la soddisfazione personale, c'è anche la solita constatazione da fare: un mercato del lavoro dinamico ha i suoi lati positivi, si entra in una organizzazione, si lavora, si capisce cosa piace e cosa no, si cresce. Si libera un posto, fanno il recruitment, selezionano e avanti. Tutto in tempi rapidi e con una certa trasparenza.
Poi magari tra un anno possono avviare una procedura di licenziamento, ma intanto...
21 ottobre 2007
Everybody Americana
L'occasione: 10 anni di vita Americana di Giovanni.
L'evento: festa in costume.
Tema: Americana.
Dopo aver chiesto un po' in giro a colleghi e amici, dopo aver scandagliato internet, dopo aver visitato un po' di thrift shop (negozi dell'usato che, in questi giorni prossimi ad Halloween, si riempiono di costumi e gadgets a poco prezzo), abbiamo deciso...
...cosa è più Americana del capitano della squadra di Football e della sua ragazza pom pom?
Per me è stata la realizzazione di un sogno, sotto sotto ho sempre voluto essere una cheersleader, almeno per una sera!
Alcuni costumi sono degni di una menzione:
un ragazzo vestito da Burger King che, così conciato, si è presentato proprio ad un punto vendita Burger King suscitando curiosità e sospetto (temevano volesse fare una rapina alla Point Break. Non abbiamo potuto non pensare alla telefonata alla polizia: "Pronto, chiamo dal Burger King di Goleta, siamo stati rapinati...da Burger King!"); una signora truccata da autoritratto di Andy Warhol; un tipo in vestito nero e cartelletta vestito da avvocato; una ruspante ragazza fasciata in una tutina plasticosa tutta stelle e strisce.
Il tocco di classe: le lasagne con sopra disegnata la bandiera americana grazie ad una incredibile besciamella azzurra!
L'evento: festa in costume.
Tema: Americana.
Dopo aver chiesto un po' in giro a colleghi e amici, dopo aver scandagliato internet, dopo aver visitato un po' di thrift shop (negozi dell'usato che, in questi giorni prossimi ad Halloween, si riempiono di costumi e gadgets a poco prezzo), abbiamo deciso...
...cosa è più Americana del capitano della squadra di Football e della sua ragazza pom pom?
Per me è stata la realizzazione di un sogno, sotto sotto ho sempre voluto essere una cheersleader, almeno per una sera!
Alcuni costumi sono degni di una menzione:
un ragazzo vestito da Burger King che, così conciato, si è presentato proprio ad un punto vendita Burger King suscitando curiosità e sospetto (temevano volesse fare una rapina alla Point Break. Non abbiamo potuto non pensare alla telefonata alla polizia: "Pronto, chiamo dal Burger King di Goleta, siamo stati rapinati...da Burger King!"); una signora truccata da autoritratto di Andy Warhol; un tipo in vestito nero e cartelletta vestito da avvocato; una ruspante ragazza fasciata in una tutina plasticosa tutta stelle e strisce.
Il tocco di classe: le lasagne con sopra disegnata la bandiera americana grazie ad una incredibile besciamella azzurra!
18 ottobre 2007
Amare la Natura?
14 ottobre 2007
Primarie
In Italia più di 3 milioni di persone hanno votato alle primarie di ieri.
Al di là della mia opinione personale sul neonato PD, sono contenta. La mobilitazione è stata notevole, soprattutto se vista da qui dove nel 2004 meno del 60% degli aventi diritto si era recato alle urne per eleggere il presidente.
Tra qualche mese comincia anche qui il ciclo delle primarie per decidere chi saranno i due candidati che si contenderanno la presidenza nel 2008, per intanto si sfidano a colpi di dibattiti televisi.
Al di là della mia opinione personale sul neonato PD, sono contenta. La mobilitazione è stata notevole, soprattutto se vista da qui dove nel 2004 meno del 60% degli aventi diritto si era recato alle urne per eleggere il presidente.
Tra qualche mese comincia anche qui il ciclo delle primarie per decidere chi saranno i due candidati che si contenderanno la presidenza nel 2008, per intanto si sfidano a colpi di dibattiti televisi.
11 ottobre 2007
Visite
E così anche i miei genitori sono ritornati in Italia.
Avere ospiti (e che ospiti!), è bellissimo, ci sentiamo improvvisamente meno lontani, ed è sempre una sopresa vedere come la consuedutine e la confidenza si riacquistano velocemente. Riuscire a fare vedere dove e come viviamo alle persone a cui vogliamo bene riesce a ridurre le distanze, aiuta a dare un volto a luoghi, avvenimenti, persone tante volte raccontate nelle lunghe telefonate. Ogni volta che qualcuno viene a trovarci è anche un'occasione per scoprire qualcosa di nuovo, per visitare un posto, scoprire un ristorante o assaggiare un vino.
Poi c'è la parte triste, quando li si riaccompagna a Los Angeles e si torna verso Santa Barbara, magari imbottigliati nel traffico, con il pensiero che domani si sarà di nuovo un oceano lontani.
Qui è bello, siamo sistemati bene, la nostra vita è piena di cose interessanti, ma la nostalgia per tutti quelli che abbiamo lasciato, "al di là del mare" è sempre lì in agguato. A volte basta davvero poco per farla scattare: sapere che i nostri famigliari si sono trovati per festeggiare un compleanno o una ricorrenza, o che gli amici si sono visti per una cena, per una vespata, per una gita in montagna...
...Ormai sono 10 mesi e 10 giorni che non torniamo a casa...me l'avevano detto tutti (gli altri emigranti) che quando si sta via per un anno, gli ultimi due mesi sembrano lunghi come un altro anno...ed è vero!
Per fortuna ci penserà una vacanzina alle Hawaii a fine Novembre ad alleviare il magone :)
05 ottobre 2007
Spaventapasseri
Ci avevano già rivelato che il segreto della lussurreggiante vitalità degli orti "dei cinesi" stava nelle cure amorevoli dei genitori presenti...abbiamo potuto verificare che è proprio così!
In dieci giorni di annaffiate quotidiane di estirpazione di erbe matte e di visite (eh sì, gli orti sentono anche la presenza affettiva) dei miei genitori, il nostro piccolo appezzamento è diventato sempre più verde. Si accettano le scommesse su quando assaggeremo il primo zucchino, intanto oggi abbiamo mangiato della rucola saporitissima!
Ora credo che i "genitori cinesi" guardino con un misto di curiosità e sospetto questa nuova concorrenza, tra l'altro sono sicura che, se le cure potessero continuare, in poco tempo si riuscirebbe anche a batterli.
Per intanto noi ci limitiamo ad aspirare a vincere il titolo di "orto più bello del mese", premio assegnato da una giuria di altri "ortolani" (speriamo imparziali) e basato su un mero criterio estetico...ho come idea che questo mese, il premio, potrebbe proprio essere nostro!
Che ne dite?
In dieci giorni di annaffiate quotidiane di estirpazione di erbe matte e di visite (eh sì, gli orti sentono anche la presenza affettiva) dei miei genitori, il nostro piccolo appezzamento è diventato sempre più verde. Si accettano le scommesse su quando assaggeremo il primo zucchino, intanto oggi abbiamo mangiato della rucola saporitissima!
Ora credo che i "genitori cinesi" guardino con un misto di curiosità e sospetto questa nuova concorrenza, tra l'altro sono sicura che, se le cure potessero continuare, in poco tempo si riuscirebbe anche a batterli.
Per intanto noi ci limitiamo ad aspirare a vincere il titolo di "orto più bello del mese", premio assegnato da una giuria di altri "ortolani" (speriamo imparziali) e basato su un mero criterio estetico...ho come idea che questo mese, il premio, potrebbe proprio essere nostro!
Che ne dite?
03 ottobre 2007
Uno sport brutalmente semplice
Sarà per un italico riflusso nostalgico che colpisce i connazionali all'estero, soprattutto quelli, come noi, ospitati in paesi sportivamente "incolti", e soprattutto in periodi di Coppa Campioni (no, ancora non mi sono abituato alla televisiva ciempions lig); sarà invece per un gusto americanissimo per il "plot di redenzione": la squadra scalcagnata che inizia la stagione snobbata dagli esperti e con una raffica di sconfitte, ma che poi riesce a capovolgere ogni pronostico fino a vincere il titolo nazionale; dicevo, per un motivo o per l'altro, questa sera siamo andati a vedere la partita di calcio tra UCSB (l'inaspettato campione in carica di cui sopra) e UCI (sulla carta, un onesto sparring partner).
Premetto che abbiamo resistito solo un tempo: la serata freschina, l'inconsistenza di Irvine, e il rotondo 3-0 a favore di UCSB ci hanno indotto a tornare a casa dopo l'intrattenimento dell'intervallo.
Come sempre in queste situazioni, la sensazione è quella di essere in un film: i giocatori della squadra di casa entrano in campo chiamati dallo speaker e osannati da due ali di cheerleader, lo stadio si mette sull'attenti in rigoroso silenzio per ascoltare l'inno, le cheerleader allietano l'intervallo con un flessuoso balletto, gli spettatori approfittano di ogni momento buono per flirtare, telefonare, mangiare e bere, una banda suona canzoni di incitamento in curva.
Il livello in campo? UCSB sembrava un'onesta squadra di Eccellenza nostrana, con una strana combinazione di tattica inglese (palla lunga e pedalare) e vezzosi virtuosismi brasiliani (finte e controfinte davanti alla propria area di rigore). Gli spettatori? Più corretti che esperti, come dimostra il dialogo tra due virgulti locali: lui dice: "Il calcio sembra brutalmente semplice" e l'altro lui ribatte saggio: "Devi giocare per capire che non è così. È solo da quando ho iniziato a giocare a FIFA (il videogioco) che ne apprezzo la complessità".
Speriamo in Beckham...
01 ottobre 2007
San Diego
26 settembre 2007
Eccoli qui!
24 settembre 2007
Orto update
Venerdì e sabato ha piovuto, era da marzo che non pioveva e tutti abbiamo accolto l'acqua con gioia...soprattutto il nostro orto che veniva da due giorni di secca (mea culpa).
Le foto sono della sezione fagiolini e zucchine.
Ieri siamo stati a Los Angeles, il motivo principale della visita era andare a prendere i miei che arrivavano all'aeroporto (arrivati, tutto bene), ne abbiamo approfittato per andare a salutare Giacomo ed Isabella, due amici che fanno il PhD a UCLA. Quanto mi sono piaciuti UCLA and Westwood (il quartiere in cui e` inserita). Mi sto ricredendo anche su Los Angeles!
Le foto sono della sezione fagiolini e zucchine.
Ieri siamo stati a Los Angeles, il motivo principale della visita era andare a prendere i miei che arrivavano all'aeroporto (arrivati, tutto bene), ne abbiamo approfittato per andare a salutare Giacomo ed Isabella, due amici che fanno il PhD a UCLA. Quanto mi sono piaciuti UCLA and Westwood (il quartiere in cui e` inserita). Mi sto ricredendo anche su Los Angeles!
20 settembre 2007
Nell'oceano con i delfini
Sabato scorso ci siamo concessi una mattinata rilassante in spiaggia.
Abbiamo scelto di andare a El Capitan Beach, una ventina di minuti a nord di Santa Barbara.
Mentre pensavamo se entrare in acqua o meno hanno cominciato a sfilarci davanti agli occhi dei delfini che nuotavano non troppo lontano dalla riva.
Ovviamente non trovavo la macchina fotografica, poi non si accendeva, poi non trovavo più i delfini, fatto sta che sono riuscita ad immortalare solo le due coppie in rosso nella foto.
Ma è stato un bello spettacolo.
Approfittando del gran caldo abbiamo anche fatto quella che probabilmente è stato l'ultimo bagno della stagione.
Due colleghe mi hanno detto che nel canyon che va dalla spiaggia verso l'interno hanno da poco costruito un "camping" con tende fisse con la struttura in legno, bagni privati, lenzuola di seta, e centro benessere...alla faccia del campeggio!
17 settembre 2007
la parola della settimana: foreclosure
La parola di questa settimana è foreclosure. Il dizionario ci dice che deriva dal latino fors (fuori) e clore (chiudere), letteralmente, quindi, significa "chiudere fuori". L'accezione in cui è diventato termine comune, almeno in quest'ultimo tribolato mese, è quella tecnica del pignoramento, che chiude fuori di casa il proprietario insolvente nei pagamenti del mutuo.
Il New York Times ha un'ottima pagina che riassume temporalmente i principali avvenimenti che hanno portato alla crisi dei mutui e quindi all'esplosione del numero di foreclosure. Passato il primo spavento, ci si inizia a chiedere di chi sia la colpa. C'è solo l'imbarazzo della scelta.
La Fed, nella figura del suo celebrato Greenspan, è ora accusata di avere tenuto per anni troppo bassi i tassi di interesse, favorendo credito facile, mutui poco costosi e, di conseguenza, la bolla del mercato immobiliare.
Parecchia gente si è imbarcata in mutui "jumbo" (no down payment, copertura di fino al 100% del bene della casa, tassi bassi ma variabili) su cui ora, a causa di un rialzo dei tassi, piccoli incidenti di percorso (un licenziamento, una malattia, ecc), ricaduta del mercato immobiliare e conseguente prosciugamento della linee di credito basate sulla equity dell'immobile, non riesce più a pagare le rate.
Le banche hanno per anni facilitato in ogni modo lo sviluppo dei mercato dei mutui, (le divisioni mutui erano tra quelle che rendevano profitti a 2 cifre percentuali), rendendo accessibili anche a clienti subprime (i più a rischio di insolvenza) i propri prodotti.
I grandi investitori (hedge fund, investment fund) hanno scommesso che la bolla immobiliare non sarebbe scoppiata mai e hanno allegramente accumulato prodotti finanziari basati sui mutui. Caduti gli ultimi, cadono anche i primi. A volte spettacolarmente, come nel caso del mitico fondo Alpha di Goldman Sachs, per cui è stata necessaria l'iniezione di 3 miliardi di dollari (sì, miliardi) per evitarne il collasso.
Le compagnie di rating, infine, hanno ignorato il problema, continuando ad assegnare valutazioni positive a compagnie e investimenti estremamente a rischio.
Per aggiungere al danno la beffa, il mercato immobiliare di Santa Barbara rimane, noncurante di tutto ciò, in continua crescita: ci toccherà affittare ancora per un po' visto che il prezzo mediano di una casa qui supera il milione di dollari...
15 settembre 2007
Benvenuto Nicola
Un breve post per dare il benvenuto a Nicola, figlio di Federica e Alberto, nato ieri pomeriggio.
E` bellissimo e mamma e papa` stanno bene!
Congratulazioni!
E` bellissimo e mamma e papa` stanno bene!
Congratulazioni!
14 settembre 2007
back from down under - part 3
Ovvero, la (temibile) foresta tropicale.
Per ingannare l'ultimo giorno (non si può volare il giorno successivo ad un'immersione), abbiamo fatto un giro nella rain forest che circonda Cairns.
La guida era un omone decisamente esperto dei luoghi, fauna e flora, e con indiscutibile parlantina. Oltre a lui, stipati su una efficiente ma poco comoda jeep, c'eravamo noi 3, una coppia di inglesi di Southampton in luna di miele e un texano.
Abbiamo fatto un gran giro: lasciato Cairns verso le 9 e siamo rientrati all'albergo alle 6. Abbiamo fatto sosta in vari punti della foresta: è sostanzialmente una foresta tropicale—qui tra gennaio e maggio piove una gran quantità d'acqua—e la natura qui è rigogliosa come in poche altre parti al mondo. Una cosa sorprendente è che il limite tra la foresta e i bushes (zona con vegetazione secca, piuttosto arida) è molto netto e repentino: letteralmente, si supera un tornante e si passa dall'una all'altra regione.
Avevamo letto che l'Australia è un paese pericoloso: la foresta è senz'altro uno dei posti che maggiormente contribuiscono a questa fama. In cima alla lista dei pericoli accuratamente e trucemente descritti dalla guida è lo stinging tree: una pianta apparentemente innocua, le cui foglie però sono dotate di delle specie di aghi di vetro contenenti un potente veleno. Se le tocchi, anche attraverso i vestiti, o anche per via indiretta, per esempio, toccando un bastone che ne è venuto a contatto, le scaglie si infilano nella pelle e liberano il veleno. Il che produce un dolore intollerabile che dura per 3 mesi. Non a caso, il nome aborigeno della pianta è gympie gympie, che vuol dire "male male". Ovviamente, non esiste antidoto, ma solo una serie di rimedi temporanei (urinare sulla ferita sembra la soluzione degli aborigeni, gli occidentali ricorrono ai pain killer). Altrettanto ovviamente, basta un nonnulla per far riemergere il dolore originario: stare in una stanza con l'aria condizionata troppo fredda (il freddo contrae la pelle, le scaglie sono compresse e il veleno residuo è liberato), bagnare il posto della puntura (l'acqua fa fuoriuscire altro veleno). Altro rimedio degli aborigeni, noncuranti della triste, anzi dolorosa ironia del procedimento, è usare il succo estratto dalle radici della pianta
come narcotico. Ovviamente, se ingerito in quantità eccessive il succo
frigge il cervello.
Altra piantina di tutto rispetto è una specie di felce dotata di sottili "liane uncinate". L'idea è che la pianta ha bisogno di luce per crescere e per salire verso l'alto attacca le liane alle piante circostanti e le usa come appoggio per svilupparsi in altezza. Le liane, per quanto sottili, non più di qualche millimetro, sono estremamente resistenti, oltre che estremamente solide nell'aggancio. Morale: nella foresta si gira con i finestrini chiusi, perché se una liana si aggancia al braccio di una persona mentre la jeep procede spedita è in grado di tagliare di netto l'arto. Effetto simile, ma ancora più pulp, se, anziché al braccio, si attacca alle palpebre.
Una terza piantina, di cui non ricordo il nome, è del tutto innocua esternamente, ma il suo succo può paralizzare le vie respiratorie. Ovviamente, non è necessario berne copiosamente per ottenere questo effetto: basta invece, per esempio, portare a contatto delle labbra un dito su cui si è poggiata
una goccia del pericoloso succo.
Il meglio (ma niente foto: per fortuna non lo abbiamo visto) è il cassowary, una specie di uccello preistorico sopravvissuto all'estinzione le cui dita sono razor-sharp e che, se incontrato, in un caso su due si allontana, nell'altro caso (quello sfigato) attacca a testa bassa. In questo caso, usa le zampe come spade e colpisce all'altezza della pancia, strappando le viscere al malcapitato di passaggio. L'unico consiglio datoci dalla guida è stato di abbracciare un albero, usandolo sostanzialmente come scudo. Inutile invece correre visto che la bestia raggiunge facilmente i 60 km/h.
Davide ed io abbiamo anche fatto il bagno in un lago di origine vulcanica. L'acqua era freddina, ma, ci è stato garantito, non ospitava coccodrilli. Fatto sta che, per il fresco o il pensiero dei rettiloni, il bagno è stato decisamente breve!
Non tutto il viaggio è stato pericoloso. Una pianta piuttosto comune, e per una volta, innocua per gli uomini, è una specie di fico che cresce sopra un altro albero e poco a poco lo soffoca. Le radici del fico crescono dall'alto verso il basso, alla ricerca della terra, e abbracciano, nascondendolo e soffocandolo, l'albero ospite. Il risultato è un incredibile, e a volte enorme, intreccio e groviglio di vegetazione.
Abbiamo anche visto dei canguri selvatici: quando si accorgono della presenza della jeep rimangono immobili (e sono piuttosto difficili da individuare nella vegetazione) e poi tipicamente fuggono via con dei veloci salti.
Per finire in bellezza, usciti dalla foresta e rientrati nella civiltà il buon guidatore ha pensato bene di allietarci con una serie di storie dell'orrore australiane, tutte rigorosamente vere, tipo l'escursionista inglese che si perde nella foresta e sopravvive per 4 giorni; i 3 tipi rapiti da un pazzo nell'outback (la zona desertica interna) di cui solo uno sopravvive; gli attachi con lance degli aborigeni; e variazioni sul tema.
Aiutoooo!
Esagerazioni a parte, il tour, organizzato da Wilderness Eco Safaris è stato davvero interessante: consigliato a chiunque passi per Cairns!
Per ingannare l'ultimo giorno (non si può volare il giorno successivo ad un'immersione), abbiamo fatto un giro nella rain forest che circonda Cairns.
La guida era un omone decisamente esperto dei luoghi, fauna e flora, e con indiscutibile parlantina. Oltre a lui, stipati su una efficiente ma poco comoda jeep, c'eravamo noi 3, una coppia di inglesi di Southampton in luna di miele e un texano.
Abbiamo fatto un gran giro: lasciato Cairns verso le 9 e siamo rientrati all'albergo alle 6. Abbiamo fatto sosta in vari punti della foresta: è sostanzialmente una foresta tropicale—qui tra gennaio e maggio piove una gran quantità d'acqua—e la natura qui è rigogliosa come in poche altre parti al mondo. Una cosa sorprendente è che il limite tra la foresta e i bushes (zona con vegetazione secca, piuttosto arida) è molto netto e repentino: letteralmente, si supera un tornante e si passa dall'una all'altra regione.
Avevamo letto che l'Australia è un paese pericoloso: la foresta è senz'altro uno dei posti che maggiormente contribuiscono a questa fama. In cima alla lista dei pericoli accuratamente e trucemente descritti dalla guida è lo stinging tree: una pianta apparentemente innocua, le cui foglie però sono dotate di delle specie di aghi di vetro contenenti un potente veleno. Se le tocchi, anche attraverso i vestiti, o anche per via indiretta, per esempio, toccando un bastone che ne è venuto a contatto, le scaglie si infilano nella pelle e liberano il veleno. Il che produce un dolore intollerabile che dura per 3 mesi. Non a caso, il nome aborigeno della pianta è gympie gympie, che vuol dire "male male". Ovviamente, non esiste antidoto, ma solo una serie di rimedi temporanei (urinare sulla ferita sembra la soluzione degli aborigeni, gli occidentali ricorrono ai pain killer). Altrettanto ovviamente, basta un nonnulla per far riemergere il dolore originario: stare in una stanza con l'aria condizionata troppo fredda (il freddo contrae la pelle, le scaglie sono compresse e il veleno residuo è liberato), bagnare il posto della puntura (l'acqua fa fuoriuscire altro veleno). Altro rimedio degli aborigeni, noncuranti della triste, anzi dolorosa ironia del procedimento, è usare il succo estratto dalle radici della pianta
come narcotico. Ovviamente, se ingerito in quantità eccessive il succo
frigge il cervello.
Altra piantina di tutto rispetto è una specie di felce dotata di sottili "liane uncinate". L'idea è che la pianta ha bisogno di luce per crescere e per salire verso l'alto attacca le liane alle piante circostanti e le usa come appoggio per svilupparsi in altezza. Le liane, per quanto sottili, non più di qualche millimetro, sono estremamente resistenti, oltre che estremamente solide nell'aggancio. Morale: nella foresta si gira con i finestrini chiusi, perché se una liana si aggancia al braccio di una persona mentre la jeep procede spedita è in grado di tagliare di netto l'arto. Effetto simile, ma ancora più pulp, se, anziché al braccio, si attacca alle palpebre.
Una terza piantina, di cui non ricordo il nome, è del tutto innocua esternamente, ma il suo succo può paralizzare le vie respiratorie. Ovviamente, non è necessario berne copiosamente per ottenere questo effetto: basta invece, per esempio, portare a contatto delle labbra un dito su cui si è poggiata
una goccia del pericoloso succo.
Il meglio (ma niente foto: per fortuna non lo abbiamo visto) è il cassowary, una specie di uccello preistorico sopravvissuto all'estinzione le cui dita sono razor-sharp e che, se incontrato, in un caso su due si allontana, nell'altro caso (quello sfigato) attacca a testa bassa. In questo caso, usa le zampe come spade e colpisce all'altezza della pancia, strappando le viscere al malcapitato di passaggio. L'unico consiglio datoci dalla guida è stato di abbracciare un albero, usandolo sostanzialmente come scudo. Inutile invece correre visto che la bestia raggiunge facilmente i 60 km/h.
Davide ed io abbiamo anche fatto il bagno in un lago di origine vulcanica. L'acqua era freddina, ma, ci è stato garantito, non ospitava coccodrilli. Fatto sta che, per il fresco o il pensiero dei rettiloni, il bagno è stato decisamente breve!
Non tutto il viaggio è stato pericoloso. Una pianta piuttosto comune, e per una volta, innocua per gli uomini, è una specie di fico che cresce sopra un altro albero e poco a poco lo soffoca. Le radici del fico crescono dall'alto verso il basso, alla ricerca della terra, e abbracciano, nascondendolo e soffocandolo, l'albero ospite. Il risultato è un incredibile, e a volte enorme, intreccio e groviglio di vegetazione.
Abbiamo anche visto dei canguri selvatici: quando si accorgono della presenza della jeep rimangono immobili (e sono piuttosto difficili da individuare nella vegetazione) e poi tipicamente fuggono via con dei veloci salti.
Per finire in bellezza, usciti dalla foresta e rientrati nella civiltà il buon guidatore ha pensato bene di allietarci con una serie di storie dell'orrore australiane, tutte rigorosamente vere, tipo l'escursionista inglese che si perde nella foresta e sopravvive per 4 giorni; i 3 tipi rapiti da un pazzo nell'outback (la zona desertica interna) di cui solo uno sopravvive; gli attachi con lance degli aborigeni; e variazioni sul tema.
Aiutoooo!
Esagerazioni a parte, il tour, organizzato da Wilderness Eco Safaris è stato davvero interessante: consigliato a chiunque passi per Cairns!
13 settembre 2007
back from down under - part 2
Sottotitolo: Dove si va allo zoo e ci si immerge.
Terminata la conferenza, insieme a Davide e Giovanni, iniziamo a spostarci verso nord. Facciamo tappa a Brisbane: città molto moderna, in rapida evoluzione, attraversata dall'omonimo fiume e ricca, almeno per quello che abbiamo visto, di ristoranti, locali e punti di aggregazione.
Nei pressi di Brisbane, abbiamo visitato il Currumbin Wildlife Sanctuary, una specie di zoo contenente la maggior parte degli animali tipici dell'Australia: canguri, koala, coccodrilli, diavoli della Tasmania, dingo, wombat, wallaby e una quantità e varietà infinita di uccelli.
Il giorno successivo ci siamo spostati a Cairns. La costa è a circa un'ora di barca dalla barriera corallina ed è quindi un posto perfetto per fare SCUBA diving. La nostra barca è partita da Port Douglas e ha fatto rotta verso il Blue Ribbon, una zona particolarmente ricca della barriera. Lì ci hanno aspettato 3 fantastiche immersioni: le foto rendono solo parzialmente l'idea, ma chiunque abbia fatto SCUBA o snorkeling capirà la meraviglia dei colori e la varietà dei pesci che abbiamo visto.
12 settembre 2007
back from down under - part 1
Obbligatorio reportage della vacan... *ehm* viaggio di lavoro australiano.
Il viaggio è andato molto bene, nonostante l'inizio tutt'altro che splendido: volando attraverso la linea della data, ci siamo bruciati in pieno il lunedì del Labor Day, uno di quei pochi giorni di holiday americani. Bruciati nel senso che siamo passati direttamente dalla domenica al martedì. Non chiedetemi come sia possibile, è successo.
Siamo poi arrivati a Surfers Paradise (è il nome della città. No davvero), sulla Gold Coast. Sarà anche il paradiso del surfista, fatto sta che dopo 5 anni di siccità i nostri 3 giorni di permanenza lì sono stati accompagnati da pioggia costante e vento fastidioso. A testimonianza, la foto dalla stanza con minaccioso nuvolone nero lungo chilometri. Il maltempo non ci ha comunque impedito di fare un'uscita di surf pomeridiano a Rainbow beach. Gli esperti di surf, guardando le onde, commentavano in deliquio "guarda che shape".
Ma il lavoro, dicevo. La conferenza è stata interessante e la presentazione è andata bene. L'albergo era carino e ci era anche capitata una camera con gran vista sull'oceano.
Avvenimenti degni di nota di questi primi 3 giorni:
To be continued per il resoconto dei giorni successivi: zoo, immersioni e foresta tropicale!
Il viaggio è andato molto bene, nonostante l'inizio tutt'altro che splendido: volando attraverso la linea della data, ci siamo bruciati in pieno il lunedì del Labor Day, uno di quei pochi giorni di holiday americani. Bruciati nel senso che siamo passati direttamente dalla domenica al martedì. Non chiedetemi come sia possibile, è successo.
Siamo poi arrivati a Surfers Paradise (è il nome della città. No davvero), sulla Gold Coast. Sarà anche il paradiso del surfista, fatto sta che dopo 5 anni di siccità i nostri 3 giorni di permanenza lì sono stati accompagnati da pioggia costante e vento fastidioso. A testimonianza, la foto dalla stanza con minaccioso nuvolone nero lungo chilometri. Il maltempo non ci ha comunque impedito di fare un'uscita di surf pomeridiano a Rainbow beach. Gli esperti di surf, guardando le onde, commentavano in deliquio "guarda che shape".
Ma il lavoro, dicevo. La conferenza è stata interessante e la presentazione è andata bene. L'albergo era carino e ci era anche capitata una camera con gran vista sull'oceano.
Avvenimenti degni di nota di questi primi 3 giorni:
- Incontro col romano: durante uno dei giri di esplorazione delle spiagge alla ricerca del break migliore, incontriamo un mitico romano, che, sentendoci parlare in Italiano, ci apostrofa con "Ma che, siete italiani?" (immaginate il pesante accento della capitale) "Eran 4 quattro giorni che non sentivo parlare italiano". E noi a pensare "Be' sai, in Australia può capitare".
Poi gli chiediamo un po' di informazioni sui posti migliori per surfare e gli chiediamo cosa faccia da quelle parte e lui risponde "Mah, io faccio surf", con lo stesso tono di quello che diceva "vedo gente, faccio cose". Splendido, è diventato per qualche giorno il nostro modello di vita. - Pranzo con le bestie: come attrazione della conferenza ci viene offerta una specie di lezione sulle bestie australiane.
Si presentano due ranger di un parco vicino armati di, nell'ordine (di pericolosità, si intende):- piccolo coccodrillo (quello nella foto è il papà): lunghezza circa mezzo metro, bocca saldamente legata con del nastro adesivo, forza mandibolare sufficiente a strappare di netto un dito;
- enorme serpente (non ho capito come si chiamasse ma era tipo un pitone): non velenoso, ma una strizzata di quello è sufficiente a mettere fuori gioco una persona ben stazzata. La ranger, incurante del pericolo, se lo teneva avvolto addosso; io, ovviamente, me ne sono tenuto ben lontano;
- cavallette giganti: almeno 15 centimetri di lunghezza, grosse ali, ma peso eccessivo per permettergli di volare.
- piccolo coccodrillo (quello nella foto è il papà): lunghezza circa mezzo metro, bocca saldamente legata con del nastro adesivo, forza mandibolare sufficiente a strappare di netto un dito;
- Dopocena con gli aborigeni: sempre a cura del servizio intrattenimento della conferenza, un gruppo di aborigeni si esibisce in una serie di danze tradizionali. Momento clou l'accensione del fuoco per sfregolamento di bastoncini e paglia: l'operazione richiede 2 tentativi prima di aver successo e un buon 10 minuti di lavoro per poi, alla prima scintilla, essere bloccato dall'addetta dall'albergo che temeva l'accensione dell'allarme anti-incendio. Non è più l'Australia di una volta...
To be continued per il resoconto dei giorni successivi: zoo, immersioni e foresta tropicale!
09 settembre 2007
Update
Questa triste serie di post senza foto sta fortunatamente per finire con il ritorno (martedì) di Marco e soprattutto della macchina fotografica.
Per il momento vi segnalo che:
1) l'orto procede e s'inverdisce non solo di giorno in giorno, ma d'ora in ora (da questa mattina a questa sera erano spuntate 4 piante di fagioli);
2) oggi era la giornata di manutenzione generale della zona degli orti ed è stato divertente lavorare e mangiare con i nostri colleghi ortolani;
3) ieri Barak Obama è venuto a Santa Barbara per una cena di fundraising a casa di Ophra. Questa mattina ho scoperto che, prima della cena, ha anche fatto un comizio nel campo sportivo del locale City College. Nonostante io legga giornali e blog locali, non l'ho saputo...uffa, mi sarebbe piaciuto andarci e cominciare a farmi un'idea su questa prossima campagna presidenziale;
4) domani inizia un'altra settimana di lavoro. Pfuff!
Per il momento vi segnalo che:
1) l'orto procede e s'inverdisce non solo di giorno in giorno, ma d'ora in ora (da questa mattina a questa sera erano spuntate 4 piante di fagioli);
2) oggi era la giornata di manutenzione generale della zona degli orti ed è stato divertente lavorare e mangiare con i nostri colleghi ortolani;
3) ieri Barak Obama è venuto a Santa Barbara per una cena di fundraising a casa di Ophra. Questa mattina ho scoperto che, prima della cena, ha anche fatto un comizio nel campo sportivo del locale City College. Nonostante io legga giornali e blog locali, non l'ho saputo...uffa, mi sarebbe piaciuto andarci e cominciare a farmi un'idea su questa prossima campagna presidenziale;
4) domani inizia un'altra settimana di lavoro. Pfuff!
06 settembre 2007
Hairspray
In attesa di veder comparire un post da downunder vi segnalo un film molto carino che ho visto questo pomeriggio in un cinema semi-deserto (che gioia andare al cinema di pomeriggio): Hairspray.
Un musical, divertente, intelligente, con un cast bravissimo, tra cui un John Travolta-donna al suo meglio, e una colonna sonora indimenticabile,
Garantisco che la voglia di ballare alla fine del film sarà alle stelle!
Un musical, divertente, intelligente, con un cast bravissimo, tra cui un John Travolta-donna al suo meglio, e una colonna sonora indimenticabile,
Garantisco che la voglia di ballare alla fine del film sarà alle stelle!
04 settembre 2007
La semina
Marco mi ha lasciata senza macchina fotografica e quindi non posso mostrarvi le prove, ma domenica io, Federica e Alberto abbiamo seminato e piantato.
Certo non si può dire che noi si sia tirato indietro sulla varietà.
Abbiamo piantato erbe aromatiche (basilico, rosmarino, menta, erba cipollina, prezzemolo), verdure (insalatina, rucola, sapinaci, bietole, zucchine, carote, peperoni, melanzane, peperoncini e fagiolini e pomodori), e poi alcune zucche...
se solo la metà dei semi produce qualcosa possiamo mettere su un banchetto!
Vi tengo aggiornati!
Certo non si può dire che noi si sia tirato indietro sulla varietà.
Abbiamo piantato erbe aromatiche (basilico, rosmarino, menta, erba cipollina, prezzemolo), verdure (insalatina, rucola, sapinaci, bietole, zucchine, carote, peperoni, melanzane, peperoncini e fagiolini e pomodori), e poi alcune zucche...
se solo la metà dei semi produce qualcosa possiamo mettere su un banchetto!
Vi tengo aggiornati!
02 settembre 2007
Il Ranch
Due settimane fa, alla Baby Shower per Federica (una specie di festa che si organizza per le amiche in dolce attesa in cui si portano regali per il bambino e di solito si fanno giochini vari a sfondo bambinesco — non è stato questo il caso, per fortuna), abbiamo conosciuto un gruppo di neo, o presto-mamme, con rispettivi mariti. Tutte persone molto simpatiche, con storie interessanti e, guarda caso, quasi tutte straniere (o almeno una metà della coppia non americana).
Ci siamo poi rivisti con loro la settimana dopo al compleanno di Federica e un paio di giorni fa abbiamo ricevuto un invito per passare un pomeriggio al ranch.
Federica mi aveva parlato di questo posto meraviglioso: Lauren Spring Ranch, a mezz'ora da Goleta, sulle montagne, composto da tre o quattro casette, una piscina, una jacuzzi affacciata sull'oceano, uno stagno e tanta tanta pace.
Ci vive una di queste coppie, lui italiano, ex-proprietario di un ristorante a Salt Lake City, lei americana, ostetrica.
Qui al ranch si occupano di cucinare quando arrivano i gruppi ospitati in questa struttura. Non sono da soli a gestirla, ci sono altre 6 o 7 persone, che vivono stipendiate, per mandare avanti la struttura.
La padrona sembra essere una signora ricchissima, tutta yoga e new age che ogni tanto (quest'anno non più di tre volte) organizza questi raduni di gruppi vari. Chicca di costume: il ranch negli anni Ottanta era di Jane Fond
La vita lassù sembra essere il paradiso anche perchè, quando i gruppi non ci sono, è sufficiente occuparsi dell'orto e degli animali.
Abbiamo passato un pomeriggio bellissimo e riposante, tra bagni in piscina, carne alla griglia e partitelle a calcio. A me è servito a rilassarmi e a non pensare troppo che questa sera Marco parte per l'Australia...sigh...sigh...me tapina!
Ci siamo poi rivisti con loro la settimana dopo al compleanno di Federica e un paio di giorni fa abbiamo ricevuto un invito per passare un pomeriggio al ranch.
Federica mi aveva parlato di questo posto meraviglioso: Lauren Spring Ranch, a mezz'ora da Goleta, sulle montagne, composto da tre o quattro casette, una piscina, una jacuzzi affacciata sull'oceano, uno stagno e tanta tanta pace.
Ci vive una di queste coppie, lui italiano, ex-proprietario di un ristorante a Salt Lake City, lei americana, ostetrica.
Qui al ranch si occupano di cucinare quando arrivano i gruppi ospitati in questa struttura. Non sono da soli a gestirla, ci sono altre 6 o 7 persone, che vivono stipendiate, per mandare avanti la struttura.
La padrona sembra essere una signora ricchissima, tutta yoga e new age che ogni tanto (quest'anno non più di tre volte) organizza questi raduni di gruppi vari. Chicca di costume: il ranch negli anni Ottanta era di Jane Fond
La vita lassù sembra essere il paradiso anche perchè, quando i gruppi non ci sono, è sufficiente occuparsi dell'orto e degli animali.
Abbiamo passato un pomeriggio bellissimo e riposante, tra bagni in piscina, carne alla griglia e partitelle a calcio. A me è servito a rilassarmi e a non pensare troppo che questa sera Marco parte per l'Australia...sigh...sigh...me tapina!
27 agosto 2007
C'è chi è nato per studiare e chi è nato per...
...zappare!
Il nostro week end è stato dedicato alle attività contadine. Qualche settimana fa abbiamo chiesto che ci fosse affidato un piccolo appezzamento di terra nei family housing community gardens per trasformalo in un orto delle meraviglie.
Per fortuna in questa avventura io e Marco non siamo da soli, dividiamo infatti gli oneri (e divideremo gli onori) con Federica e Alberto.
Il terreno ci è stato consegnato in condizioni piuttosto misere e con delle piante tipo cactus che lo avevano colonizzato, ha richiesto un sabato mattina e una domenica di decespugliatore, zappa e badile ma ora ha un bell'aspetto.
La settimana prossima si semina: insalata, pomodori, zucchini, zucche, melanzane, peperoni, erbe aromatiche e fiori (li vogliamo io e la Fede).
La zona degli orti è riserva naturale e quindi gli orti sono strictly organic, biologici insomma. Questo garantisce la sicurezza dei prodotti ma ci impedisce di usare qualche mitico fertilizzante o leggero pesticida che probabilmente ci avrebbe semplificato la vita...va beh, ci accontentiamo del letame di cavallo che possiamo usare in quantità e cercheremo di copiare i vicini.
Alcuni orti sono veramente molto belli e lussureggianti, ma ci hanno subito rivelato che sono quelli curati da qualche genitore che sembra essersi trasferito qui in pianta stabile...
Come direbbe Cicerone:
(per quanto non credo che Cicero abbia mai zappato il suo hortulum).
Il nostro week end è stato dedicato alle attività contadine. Qualche settimana fa abbiamo chiesto che ci fosse affidato un piccolo appezzamento di terra nei family housing community gardens per trasformalo in un orto delle meraviglie.
Per fortuna in questa avventura io e Marco non siamo da soli, dividiamo infatti gli oneri (e divideremo gli onori) con Federica e Alberto.
Il terreno ci è stato consegnato in condizioni piuttosto misere e con delle piante tipo cactus che lo avevano colonizzato, ha richiesto un sabato mattina e una domenica di decespugliatore, zappa e badile ma ora ha un bell'aspetto.
La settimana prossima si semina: insalata, pomodori, zucchini, zucche, melanzane, peperoni, erbe aromatiche e fiori (li vogliamo io e la Fede).
La zona degli orti è riserva naturale e quindi gli orti sono strictly organic, biologici insomma. Questo garantisce la sicurezza dei prodotti ma ci impedisce di usare qualche mitico fertilizzante o leggero pesticida che probabilmente ci avrebbe semplificato la vita...va beh, ci accontentiamo del letame di cavallo che possiamo usare in quantità e cercheremo di copiare i vicini.
Alcuni orti sono veramente molto belli e lussureggianti, ma ci hanno subito rivelato che sono quelli curati da qualche genitore che sembra essersi trasferito qui in pianta stabile...
Come direbbe Cicerone:
si apud bibliothecam hortulum habes, nihil deerit
(per quanto non credo che Cicero abbia mai zappato il suo hortulum).
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